Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dopo il coronavirus, le case di riposo italiane hanno di fronte la lotta per sopravvivere

italian nursing home guests reutersFoto: REUTERS/Flavio Lo Scalzo

MILANO (Reuters) - Le case di cura in Italia, devastate dalla pandemia coronavirus che ha causato la morte di migliaia di residenti, devono affrontare pressioni finanziarie che minacciano di metterne molte fuori mercato e di creare una nuova crisi nell'assistenza agli anziani.


Con i costi crescenti a causa della pandemia e le nuove ammissioni bloccate nelle case di cura delle regioni come la Lombardia, l'epicentro dello scoppio di coronavirus in Italia, i gestori delle case di cura dicono che molte non potranno sopravvivere senza l'aiuto del governo.


“Nel mese di ottobre, a meno che non accada qualcosa che ci permette di riempire i letti vuoti, e se non otteniamo un aiuto per i costi straordinari che abbiamo avuto, saremo in situazione fallimentare”, ha dichiarato Walter Montini, capo di un'associazione di 30 case di riposo presenti nella zona di Cremona. “Invece di accettare nuovi residenti, saremo costretti a mandare a casa le persone dalle loro famiglie”.


L'epidemia COVID-19 ha imposto un tributo pesante alle case di cura, fin da quando la malattia è emersa inizialmente in Lombardia a fine febbraio. A molti è stato detto di prendere in carico pazienti con la malattia per alleviare gli ospedali sopraffatti della regione, nonostante la mancanza di dispositivi di protezione.


“Tutti noi abbiamo avuto molta pressione dal governo regionale della Lombardia per prendere pazienti COVID. Non sapevamo più cosa fare“, ha detto Mariuccia Rossini, capo dell'associazione di settore Agespi.


I funzionari del governo della Lombardia rispondono che è stato chiesto di prenderli solo alle case di riposo con edifici o piani separati che potevano essere riservati ai pazienti coronavirus sulla strada della ripresa.


Anche se non esistono dati precisi della mortalità, a causa dei problemi con i test, un sondaggio su 577 case di cura effettuato dall'Istituto Superiore di Sanità in Italia, ha scoperto che dei 3.859 morti tra febbraio e marzo, 1.443 avevano sintomi di tipo COVID-19.


Con una delle popolazioni più anziane d'Europa, l'Italia è profondamente dipendente dalle case di riposo per aiutare le famiglie a gestire l'assistenza dei parenti anziani. Le associazioni del settore stimano che la lista d'attesa per un posto è attualmente di circa 100.000 unità.


Diego Lorenzi ha detto che la sua madre 88-enne, che soffre di demenza grave, è in lista d'attesa da un anno. Ha detto di aver resistito a lungo per metterla in una struttura, ma lui e le sue sorelle non riuscivano più a gestirla: “Gestire una malattia del genere è impossibile per noi. La mia famiglia e le mie due sorelle non possono più farlo. Ho chiesto a tante case di riposo a Bergamo e la risposta è la stessa ovunque: no”.

 

Impatto economico

La crisi potrebbe avere un notevole impatto economico, dato che il settore impiega circa 185.000 persone e genera un fatturato annuo di circa 13 miliardi di euro, secondo le associazioni di categoria.


Daniela Dolci, manager della Residenza Guerreschi, un operatore privato nei pressi di Cremona, ha detto che il blocco delle nuove ammissioni è “davvero dannoso”: “Siamo una struttura privata, possiamo finanziarci solo con le rette pagate dai nostri ospiti. E possiamo pagare il personale solo se tutti i 40 posti sono occupati”.


A parte le strutture che hanno ricevuto pazienti coronavirus, alle case di cura è stato vietato di accogliere nuovi ospiti sin dall'inizio della crisi, quando sono state bloccate per proteggere i residenti più vulnerabili.


Sono attualmente in corso colloqui con le autorità regionali per tentare di risolvere la crisi e permettere alle case di riposo di accettare nuovi ospiti, una volta che si saranno risolti i problemi di sicurezza.


Franco Massi, presidente di UNEBA, associazione nazionale che rappresenta circa 1.000 case di riposo, ha detto che devono essere garantiti test diffusi, l'aumento del numero di operatori, nonché i dispositivi adeguati di protezione e il trattamento [dei locali]. “Questo avrà un costo in più e quindi ci dovrà essere un finanziamento adeguato”, ha detto.


Se il problema non viene risolto, ai problemi sanitari causati dal coronavirus potrebbe aggiungersi una crisi incombente di assistenza sociale.


Giorgio Ferrami, di Casalbuttano nei pressi di Cremona, ha detto che sua madre 86-enne aveva avuto un ictus in gennaio ed è stata recentemente trattata in terapia intensiva dopo essere caduta in casa. “Sarà fuori tra pochi giorni e con le case di cura chiuse, non so cosa faremo”, ha detto. “Non può mangiare da sola, è da tenere allettata e ha bisogno di sostegno sanitario costante”.

 

 

 


Fonte: Emilio Parodi in Reuters.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.