Il Florbetapir è un colorante radioattivo proposto per l'uso nella scansione Positron Emission Tomography (PET) dei depositi di placche di beta amiloide per escludere l'Alzheimer.
Il comitato Peripheral and Central Nervous System Drugs Advisory della US Food and Drug Administration (FDA) non ha raccomandato l'approvazione del florbetapir (Amyvid, Lilly / Avid) a iniezione per l'imaging delle placche amiloidi, sulla base dei dati attualmente disponibili. Allo stesso tempo, la commissione ha votato per raccomandare l'approvazione del florbetapir condizionato allo sviluppo e all'attuazione da parte della società di un programma di formazione per gli utenti su come leggere accuratamente e coerentemente le scansioni.
Essi devono formare gli analisti con una tecnica coerente e quindi ri-valutare le scansioni florbetapir sia per il recente test clinico di fase III e per quello precedente di fase II. La commissione ha detto che il florbetapir sembra aiutare a individuare le placche cerebrali associate con l'Alzheimer, ma che sono necessari ulteriori dati per dimostrare (1) che le scansioni possono essere correttamente lette e interpretate, e (2) che le scansioni sono accurate e utili nella popolazione di pazienti che sarebbero più probabilmente sottoposti alla scansione (e non solo quelli appositamente scelti per lo studio clinico).
La Alzheimer's Association sostiene la raccomandazione del comitato consultivo della FDA di approvare il florbetapir, una volta che le sue domande attuali hanno ricevuto risposte complete, ma riconosciamo che si tratta di una spada a doppio taglio.
Da un lato, l'approvazione della FDA di questo prodotto espanderà le possibilità cliniche e di ricerca per l'imaging dell'amiloide, rendendo questo strumento di imaging del cervello più ampiamente accessibile sul campo. D'altra parte, il fatto che tutti i potenziali usi di questo prodotto non sono chiari, cristallini, tempera il nostro entusiasmo. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere l'uso appropriato dell'imaging PET con florbetapir - o di qualsiasi altra tecnologia di imaging - nella diagnosi di Alzheimer.
Nello studio del medico, con un risultato negativo della scansione utilizzando questo strumento (ciò significa che nessun accumulo di amiloide è rilevabile nel cervello) può essere utile ai clinici per escludere l'Alzheimer come la causa delle modifiche a memoria e pensiero che la persona esaminata sta vivendo. Tuttavia, un risultato positivo della scansione (dimostrando che non vi è accumulo di amiloide nel cervello) ha un'utilità limitata a questo punto. Avere accumulo di amiloide nel cervello non significa di certo avere l'Alzheimer.
Nota importante di chiarimento: mentre un risultato negativo della scansione con questo strumento di imaging del cervello può essere in grado di aiutare a escludere l'Alzheimer come causa del cambio di comportamento e memoria che la persona sta vivendo, non deve essere interpretato nel senso che la persona sta bene. Molto probabilmente significa che un altro motivo, diverso dall'Alzheimer [come demenza vascolare causata da piccoli ictus, o interazione di più farmaci che la persona sta prendendo, o complicazioni di alcolismo, o uno qualsiasi della serie di possibili cause di demenza] deve ancora essere trovato per i problemi vissuti. Tuttavia, la malattia di Alzheimer è la causa più comune di demenza negli anziani.
Nonostante preoccupazioni e complicazioni, riteniamo che sia importante per il settore dell'Alzheimer - con l'obiettivo di una migliore diagnosi, cura e prevenzione - avere questo prodotto disponibile più ampiamente.
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L'Alzheimer è la sesta causa di morte negli adulti degli Stati Uniti. In modo preoccupante, tra le 10 principali cause di morte, l'Alzheimer è quella con la più rapida crescita, di gran lunga - essendo aumentata di oltre il 50 per cento dal 2000 al 2007. L'Alzheimer uccide più americani del cancro al seno e del cancro alla prostata messi insieme. E l'Alzheimer è l'unica delle prime 10 cause di morte di cui non conosciamo alcun metodo per prevenirla, curarla o rallentarne la progressione.
Fonte: Alzheimer's Association
Pubblicato su Medical News Today [diritti riservati] il 24 gennaio 2011