Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo modello di topo potrebbe rivoluzionare la ricerca di Alzheimer

L'Alzheimer, la causa primaria di demenza negli anziani, impone un enorme carico sociale ed economico alla società moderna. In Giappone si stima che l'onere della malattia nel 2050 sarà di 500 miliardi (mezzo trilione) di dollari, una cifra equivalente alle entrate totali annuali dello stato.


Purtroppo finora si è rivelato molto difficile sviluppare farmaci in grado di migliorare la malattia. Dopo una fase intensa di progressi negli anni '90, il ritmo delle scoperte è rallentato.


Il Dr. Saido ritiene che parte della difficoltà risiedano negli attuali modelli di topo, che sono inadeguati nel replicare le reali condizioni dell'Alzheimer e permettere una comprensione dei meccanismi che portano alla neurodegenerazione. In realtà, gran parte della ricerca nell'Alzheimer negli ultimi dieci anni può essere stata viziata, in quanto si è basata su modelli non realistici.


Il problema dei vecchi modelli di topo è che sovra-esprimono una proteina chiamata proteina precursore dell'amiloide, o APP, che dà luogo ai peptidi di amiloide-beta (Abeta) che si accumulano nel cervello, portando infine alla neurodegenerazione che caratterizza la malattia. Tuttavia nei topi, la sovra-espressione di APP produce effetti che non si vedono nell'Alzheimer umano.


Ad esempio, i topi mutanti APP spesso muoiono per cause sconosciute in giovane età, e il gruppo ritiene che questo potrebbe essere correlato alla generazione di frammenti tossici di APP, come il CTF-beta. Inoltre, alcuni dei frammenti di APP potrebbero essere neuroprotettivi, rendendo difficile giudicare se i farmaci stanno avendo efficacia a causa del loro effetto sui peptidi Abeta, noti per essere coinvolti nell'AD umano, o per altri effetti estranei alla malattia umana. Inoltre, il gene che esprime l'APP è inserito in luoghi diversi del genoma, e può disattivare altri geni, creando artefatti che non si vedono nell'uomo.


Con questa consapevolezza, più di un decennio fa il Dr. Saido ha avviato un progetto per sviluppare un nuovo modello di topo che possa consentire una valutazione più accurata delle terapie per la malattia. Uno dei principali ostacoli era legato ad una parte del gene, l'introne 16, che secondo una loro scoperta è necessario per creare modelli più specifici.


Il primo modello di topi che hanno sviluppato (NL-F/NL-F) ha due mutazioni dell'Alzheimer familiare umano. I topi mostrano un accumulo precoce di peptidi Abeta, e soprattutto, subiscono una disfunzione cognitiva simile alla progressione dell'AD osservata nei pazienti umani. Un secondo modello, che ha una ulteriore mutazione scoperta in una famiglia in Svezia, inizia ancora più precocemente la perdita di memoria.


Questi nuovi modelli potrebbero aiutare in due aree principali. Il primo modello, che esprime elevati livelli di peptidi Abeta, sembra modellare realisticamente la forma umana di AD, e potrebbe essere usato per elucidare il meccanismo della deposizione di Abeta. Il secondo modello, che mostra molto presto la patologia di AD, potrebbe essere usato per esaminare i fattori a valle della deposizione di Abeta-40 e Abeta-42, come la tauopatia, che si ritiene siano coinvolti nella neurodegenerazione.


Questi risultati possono infine contribuire allo sviluppo di farmaci e alla scoperta di nuovi biomarcatori per l'Alzheimer. Il gruppo sta attualmente esaminando diverse proteine, usando i nuovi modelli, che hanno il potenziale per essere biomarcatori. Secondo il Dott. Saido, "Abbiamo una responsabilità sociale per rendere il morbo di Alzheimer prevenibile e curabile. La generazione di modelli appropriati di topo sarà un passo avanti importante per capire il meccanismo della malattia, che porterà a delineare la diagnosi presintomatica, la prevenzione e il trattamento della malattia".

 

 

 

 

 


FonteRIKEN via AlphaGalileo(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Takashi Saito, Yukio Matsuba, Naomi Mihira, Jiro Takano, Per Nilsson, Shigeyoshi Itohara, Nobuhisa Iwata Takaomi C. Saido. Single APP knockin mouse models of Alzheimer’s disease. Nature Neuroscience, 2014 DOI: 10.1038/nn.3697

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)