Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scienziati 'in estasi' per una svolta sull'Alzheimer

Modello di topo di AlzheimerUn gruppo di scienziati del College of Medicine della University of Illinois di Chicago ha utilizzato un gene umano nei topi per misurare con maggiore con più precisione i danni causati dall'Alzheimer.

Questa scoperta implica che i ricercatori saranno in grado di fare un lavoro migliore nello studiare tutti gli effetti del gene, noto come apoE4, sul cervello e, infine, per lo sviluppo di farmaci che riducono il danno ai pazienti di Alzheimer, ha detto Mary Jo LaDu, professore associato di anatomia e biologia cellulare alla UIC e ricercatore principale del progetto di ricerca.


"Abbiamo identificato i marcatori dell'Alzheimer molto presto nei topi, con nuovi strumenti. E' come trovare il Santo Graal"
, ha detto la Ladu, che ha aggiunto che lei è "estasiata" dai risultati. La presenza del gene apoE4 nel cervello aumenta significativamente il rischio di sviluppare Alzheimer, perché il gene fa un pessimo lavoro per eliminare una proteina oligomerica chiamata amiloide-beta che gli scienziati ritengono sia tossica per il cervello, ha detto. "Prima si trova amiloide-beta oligomerica solubile (nel cervello), prima è possibile individuare chi si deve trattare" per l'Alzheimer, ha detto la Ladu. La ricerca del suo team è stata pubblicata online il mese scorso sul Journal of Biological Chemistry.


Lo studio ha coinvolto tre ceppi di topi, che producono una grande quantità di amiloide-beta Ogni ceppo di topo aveva la forma umana del gene apoE, in una delle tre versioni: apoE2, apoE3 o apoE4. L'apoE2 riduce il rischio di Alzheimer, l'apoE3 ha un effetto neutro, e l'apoE4 aumenta il rischio di Alzheimer di 15 volte, dice la Ladu. "La cosa importante con l'Alzheimer è che l'apoE4 lega e elimina male l'amiloide-beta oligomerica. Pensiamo che l'apoE3 e l'apoE2 sono molto bravi a legare e a produrre amiloide-beta oligomerica non tossica. L'apoE4 non è così bravo in questo", dice la Ladu. "Abbiamo creato accidentalmente un ottimo modello preclinico ... per vedere che cosa si vedrebbe nei modelli umani. L'apoE umano è un giocatore troppo importante nel processo per essere ignorato".


I ricercatori studieranno ulteriormente le interazioni tra amiloide-beta oligomerica e il gene apoE4, secondo la Ladu. "L'amiloide-beta oligomerica e l'apoE4 stanno facendo qualcosa, o non stanno facendo qualcosa, per causare la malattia. In precedenza, è stato difficile misurare l'amiloide- beta oligomerica. Abbiamo prodotto un anticorpo che riconosce l'amiloide-beta e ci permette di misurare l'amiloide-beta oligomerica. Prima non potevamo misurarla".


David Teplow, professore di neurologia all'Università di California di Los Angeles, ha definito lo studio "grande, molto utile per il settore". "Nei modelli animali precedenti, gli stadi della malattia iniziali non erano osservabili", ha detto. "La cosa bella di questi modelli di topi è che danno il tempo di guardare le prime fasi. E' un modello molto bello, che comprende il principale fattore di rischio e un sistema trattabile per guardare allo sviluppo della malattia e all'efficacia dei farmaci che potrebbero essere utilizzati nell'uomo. Il modello ci porta più vicino a sapere cosa sta succedendo negli esseri umani".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Jessica Tobacman in Chicago Tribune il 28 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.