Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Osservato per la prima volta il cervello mentre recupera ricordi errati

Gli scienziati hanno osservato per la prima volta cosa avviene nella regione cruciale della memoria del cervello quando si fa un errore durante un esperimento di memoria. I risultati hanno implicazioni per la ricerca sul morbo di Alzheimer (MA) e per i progressi nell'immagazzinamento e nell'enfatizzazione della memoria, con una scoperta che permette di vedere anche le differenze tra gli eventi fisiologici nel cervello durante una memoria corretta, oppure in una difettosa.


Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. Nel richiamo sia corretto che errato di un ricordo spaziale, i ricercatori hanno osservato che i modelli di attivazione cellulare nel cervello erano simili, anche se il ritmo di attivazione era diverso.


"Siamo riusciti a vedere i ricordi mentre si attivavano", ha affermato Laura Colgin, prof.ssa associata di neuroscienze all'Università del Texas di Austin e autrice senior della ricerca. "È come quando cadono i pezzi del domino: una cellula si attiva e subito dopo c'è lo sparo di quella vicina".


La Colgin e la sua squadra hanno usato registrazioni elettrofisiologiche di ratti dentro e fuori un labirinto per studiare i segnali nel cervello mentre gli animali tentavano di ricordare dove si trovava una ricompensa alimentare, e quando la trovavano.


Quando i ratti si ricordavano dove era situata la ricompensa di cibo, si attivava uno schema specifico di cellule cerebrali, con tempi simili. Queste cellule, chiamate 'cellule di posizione', sono associate a ricordi che coinvolgono relazioni spaziali e luoghi, e si trovano nell'ippocampo, una sezione del cervello in cui gli animali, compresi gli umani, memorizzano la maggior parte dei ricordi. È anche una regione del cervello che degenera nei pazienti con MA e relativi disturbi della memoria.


"Capire cosa succede quando un ricordo non è recuperato correttamente potrebbe darci informazioni su ciò che accade nei disturbi della memoria come il MA", ha detto la Colgin.


Ciò che i ricercatori hanno visto nei ratti quando hanno richiamato la posizione sbagliata li ha sorpresi. Si aspettavano di vedere le cellule sparare in confusione. Ciò che hanno visto invece è lo stesso schema osservato quando i ratti ricordavano correttamente la posizione, ma i tempi dell'attivazione cellulare erano diversi.


"L'attivazione iniziava più tardi ed era più lenta, ma c'era lo stesso schema di sparo", ha detto la Colgin. "Potrebbe esserci meno energia nella rete a guidare le cellule, e quello potrebbe essere il motivo per cui la memoria non era connessa con l'azione".


Sugli esperimenti in cui i ratti ricordavano la posizione corretta, lo studio ha anche rilevato che essi stavano accedendo alla memoria di posizione mentre riposavano tra i test, inducendo lo schema di cellule ad attivarsi mentre aspettavano, come una persona potrebbe esercitarsi a un discorso prima di farlo.


Sugli esperimenti in cui i ratti commettevano errori, non attivavano il ricordo della posizione prima di entrare nel labirinto.


Uno degli obiettivi a lungo termine del laboratorio è contribuire a capire la formazione e il recupero della memoria a sufficienza perché un giorno sia possibile accedere ai ricordi perduti anche dalle persone con disturbi della memoria, con l'aiuto della tecnologia di interfaccia cervello-computer.


"Se potessimo capire come si formano questi grandi gruppi di neuroni che rappresentano i ricordi, e ciò che accade quando questi ricordi sono recuperati correttamente, un giorno potremmo essere in grado di decifrare e immagazzinare i ricordi", ha detto la Colgin, che con il suo team ha in programma di continuare la ricerca e spera di riuscire a decodificare la formazione e l'attivazione della memoria in tempo reale nei ratti.

 

 

 


Fonte: University of Texas at Austin (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chenguang Zheng, Ernie Hwaun, Carlos Loza, Laura Lee Colgin. Hippocampal place cell sequences differ during correct and error trials in a spatial memory task. Nature Communications, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)