Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Persone con depressione e ansia possono sviluppare l'Alzheimer in età più giovane

La depressione è nota per aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA). Ora un nuovo studio preliminare rilasciato il 24 febbraio 2021, riferisce che le persone con depressione possono iniziare a sperimentare sintomi di demenza circa due anni prima di quelli che non hanno la depressione.


Le persone con ansia che sviluppano il MA possono iniziare a sperimentare sintomi di demenza circa tre anni prima di quelli che non hanno ansia, secondo lo studio che sarà presentato al 73° incontro annuale virtuale dell'American Academy of Neurology dal 17 al 22 aprile 2021. L'autore senior dello studio Zachary Miller MD, dell'Università della California di San Francisco, ha detto:

"È necessaria più ricerca per capire l'impatto dei disturbi psichiatrici, come la depressione e l'ansia, sullo sviluppo del MA e se il trattamento e la gestione della depressione e dell'ansia possono prevenire o ritardare l'insorgenza della demenza per le persone suscettibili.

"Certamente non si sta dicendo che le persone con depressione e ansia svilupperanno necessariamente il MA, ma quelli con queste condizioni potrebbero considerare di discutere dei modi per promuovere la salute del cervello a lungo termine con il loro medico".


Oltre ai disordini psichiatrici più comuni (depressione e ansia), lo studio ha anche esaminato la storia di disturbo bipolare, di disturbo da stress post-traumatico e di schizofrenia. Delle 1.500 persone nello studio con MA, il 43% aveva una storia di depressione, il 32% di ansia, l'1,2% di disordine bipolare, l'1% di disturbo da stress post-traumatico e lo 0,4% di schizofrenia.


I ricercatori hanno anche trovato una diminuzione seriale nell'età in cui i sintomi sono iniziati per la prima volta, che raddoppiava con ogni diagnosi di disturbo psichiatrico aggiuntivo: le persone con un solo disordine hanno sviluppato sintomi circa 1,5 anni prima di quelli senza disturbi psichiatrici; quelli con due condizioni psichiatriche hanno sviluppato sintomi 3,3 anni prima di quelli senza condizioni; e quelli con tre o più disordini psichiatrici hanno sviluppato sintomi 7,3 anni prima di quelli senza tali condizioni.


Oltre a individuare la storia di uno qualsiasi di questi cinque disturbi psichiatrici, i ricercatori hanno anche esaminato le interazioni tra le malattie psichiatriche e altri fattori di rischio ben consolidati del MA, come l'ipertensione, il colesterolo alto e il diabete, insieme ai fattori che sono stati associati più di recente a un aumento del rischio di MA, come una malattia autoimmune o una storia di convulsioni.


I ricercatori hanno scoperto che le persone con depressione e ansia erano più propensi a essere femmine e coerenti con la loro età più giovane all'inizio e avevano meno fattori di rischio tipici del MA. Tuttavia, quelli con depressione avevano maggiori probabilità di avere anche una malattia autoimmune e quelli con ansia erano più propensi ad avere una storia di convulsioni.


Miller ha detto:

"Anche se questa associazione tra depressione e malattia autoimmune e convulsioni e ansia è piuttosto preliminare, ipotizziamo che la presenza di depressione in alcune persone potrebbe riflettere un maggiore onere di neuroinfiammazione.

"La presenza di ansia potrebbe indicare un maggiore grado di iper-eccitabilità neuronale, in cui le reti nel cervello sono sovra-stimolate, aprendo potenzialmente la strada a nuovi bersagli terapeutici per la prevenzione della demenza".


Una limitazione dello studio è che i dati sono stati ottenuti da un centro della memoria specializzato terzo e da una revisione retrospettiva di cartelle cliniche.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emily Eijansantos, Isabel Allen, Jessica Deleon, Stephanie Grasso, Nicole Rogers, Rian Bogley, David Perry, Virginia Sturm, Howard Rosen, Lea Grinberg, William Seeley, Bruce Miller, Gil Rabinovici, Maria Gorno Tempini, Zachary Miller. History of Psychiatric Disease Inversely Correlates with Age of Onset in Alzheimer’s Disease. Abstract

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.