Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tè verde può ridurre il declino cognitivo agendo sulla patologia Tau dell'Alzheimer

Un team dell'Università di Qingdao e della Fudan University of China ha reclutato più di 700 anziani over-40, per indagare sulle loro abitudini di bere il tè, e valutare la loro funzione cognitiva e soprattutto le alterazioni del morbo di Alzheimer (MA), una patologia cerebrale dell'invecchiamento.


Quali sono i risultati? Il team ha rivelato che il consumo di tè verde può tenere a bada gli effetti negativi della patologia tau nel fluido cerebrospinale (CSF), un'alterazione centrale del MA, anche negli individui cognitivamente intatti. E, ancora più impressionante, gli individui over-65 o più giovani e maschi, probabilmente traggono più benefici da un tale fattore di stile di vita modificabile.


In particolare, bere tè verde potrebbe essere un modo conveniente ed accessibile per abbassare il rischio di malattie neurodegenerative legate alla tau. Fa bene al tuo cervello.

 

Tè verde appare promettente per prevenire il MA

Anche se la ricerca consolidata ha scoperto molte cose sul MA, si deve ancora lavorare molto per prevenire o rallentare la malattia, e capire come i fattori genetici, ambientali e di stile di vita sono correlati ai cambiamenti biologici della malattia.


Si considera che le alterazioni dei biomarcatori fondamentali del MA nel CSF (come le proteine ​amiloide-beta e tau), riflettano il danno patologico sottostante nel cervello, e sono essenziali per identificare gli individui con deterioramento cognitivo lieve (MCI) e nella fase preclinica di MA.


Il prof. Jin-Tai Yu, dell'Università Fudan, direttore della Memory Disorders Division nel Dipartimento di Neurologia dell'Huashan Hospital, ha detto:

“Pochi studi rilevanti basati sulla popolazione hanno studiato il meccanismo esatto alla base delle associazioni tra il consumo di tè e la patogenesi di MA, puntando in particolare la fase iniziale cognitivamente integra del MA.

“Ma il nostro team ha progettato lo studio su una grande popolazione, e in effetti, come previsto, i collegamenti con i biomarcatori fondamentali del MA nel CSF hanno corroborato ulteriormente l'effetto favorevole del tè verde sulla mitigazione del rischio di MA”.

“Questi risultati sono interessanti e incoraggianti. I componenti del tè verde possono migliorare il metabolismo della tau anormale nel cervello nella fase iniziale del MA e sono obiettivi promettenti per interventi e terapie farmacologiche“.


I risultati sono stati pubblicati online sul Journal of Alzheimer's Disease il 1 settembre 2020.

 

Informazioni sullo studio CABLE

Il Chinese Alzheimer’s Biomarker and Lifestyle (CABLE) è uno studio di coorte su larga scala e continuo che mira a identificare i fattori di rischio genetici, ambientali e di stile di vita, e i biomarcatori del MA nella popolazione cinese Han. Questa banca dati raccoglie i dati di partecipanti da 40 a 90 anni ed è formato da anziani cognitivamente intatti e da individui con MCI o MA.


Tutti i partecipanti a questo studio sono sottoposti a valutazione neuropsicologica, test biochimici, scansioni, così come a raccolta di campioni di sangue e CSF. Sono state raccolte con questionari completi anche informazioni demografiche, profilo dei fattori di rischio di MA, e la storia medica.


“Dopo questo, ogni partecipante riceve una diagnosi di consenso dai medici professionisti attraverso test neuropsicologici, combinati con esami dei biomarcatori CSF e delle scansioni del cervello, nel rispetto del criteri diagnostici del gruppo di lavoro National Institute on Aging–Alzheimer’s Association (NIA-AA)”, ha detto il professor Jin-Tai Yu.

 

Come il tè verde influenza il cervello

Diversi studi dimostrano che il tè verde ha il potenziale di proteggere le cellule cerebrali, migliorare la memoria nel MA, e soprattutto di ritardare la progressione del declino cognitivo.


Dato il consumo abituale di tè verde nelle attività sociali cinesi e dei suoi effetti più favorevoli sulla cognizione, questo studio CABLE ha chiarito specificamente le correlazioni tra il consumo di tè verde (invece di tè nero e oolong) e la patologia MA, usando un questionario auto-riferito convalidato.


I ricercatori ritengono che le osservazioni della patologia tau ridotta nel CSF negli individui che bevono regolarmente tè verde può dipendere dalle catechine abbondanti nel tè. “Ci siamo concentrati su questi componenti del tè verde”, ha detto la prof.ssa Lan Tan, coautrice senior di questo lavoro. “Le catechine del tè verde possono invocare ampi meccanismi cellulari legati agli antiossidanti e avere attività potenti di neuroprotezione e neurosalvataggio".


Studi ben caratterizzati hanno suggerito che gli effetti antinvecchiamento e neuroprotettivi del tè verde dipendono dal grande contenuto di antiossidanti. L'aumento di specie reattive all'ossigeno (ROS) nel cervello induce una disfunzione mitocondriale e l'apoptosi, e provoca malattie neurodegenerative. Tuttavia, i polifenoli del tè hanno rivelato di spazzare via ROS e RNS (reactive nitrogen species, specie reattive all'azoto) e indurre gli enzimi antiossidanti a legare e chelare i metalli in eccesso.


Evidenze precedenti erano giunto a conclusioni coerenti: l'epigallocatechina 3-gallato (EGCG), il principale componente polifenolico del Tè verde, potrebbe inibire l'aggregazione di oligomeri tau tossici, anche a concentrazioni substechiometriche. Nel frattempo, la L-teanina, che è stata originariamente isolata dal tè verde, potrebbe inibire l'attivazione del glicogeno 'sintasi chinasi-3β' per ridurre l'aggregazione della tau.

 

Prossimi passi

Anche se gli studi sugli effetti del tè verde sull'invecchiamento cerebrale sembrano promettenti, c'è molto lavoro da fare prima che sia effettivamente usato come metodo di trattamento per i pazienti di MA.


Il prossimo passo potenziale nella ricerca del team è eseguire analisi quantitative basate sulla registrazione regolare dell'assunzione giornaliera di tè, usando il database di follow-up e studiando le differenze tra foglie di tè, bustine di tè, ecc...


Tali studi prospettici costituiranno scoperte convincenti sui rapporti causali con il declino cognitivo e gli altri fenotipi di MA. Inoltre, il dottor Yu e il suo team sperano anche di distinguere gli effetti dei tipi di tè e dei diversi costituenti del tè verde (come EGCG e L-teanina) sui cambiamenti biologici del MA, per integrare le conoscenze attuali sui meccanismi sottostanti.

 

 

 


Fonte: IOS Press (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ya-Hui Ma, Jia-Huan Wu, Wei Xu, Xue-Ning Shen, Hui-Fu Wang, Xiao-He Hou, Xi-Peng Cao, Yan-Lin Bi, Qiang Dong, Lei Feng, Lan Tan, Jin-Tai Yu. Associations of Green Tea Consumption and Cerebrospinal Fluid Biomarkers of Alzheimer’s Disease Pathology in Cognitively Intact Older Adults: The CABLE Study. Journal of Alzheimer's Disease, 1 Sep 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)