Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi criteri diagnostici fanno luce su una condizione scambiata per demenza

FCD vs neurodegenerationL'evoluzione/declino nel tempo del DCF in confronto alla neurodegenerazione.

In un articolo pubblicato sulla rivista Brain, accademici e medici della Gran Bretagna hanno collaborato per sviluppare una definizione diagnostica della condizione ampiamente riconosciuta, ma poco compresa, Disturbo Cognitivo Funzionale (DCF).


La dott.ssa Harriet Ball dell'Università di Bristol, prima autrice dello studio, ha detto che i criteri diagnostici sono un passo estremamente importante per migliorare la diagnosi, la gestione e la ricerca sul DCF e altri disturbi cognitivi:

“La disfunzione giorno dopo giorno dei processi di pensiero è una caratteristica del DCF, ma è spesso erroneamente diagnosticata come demenza precoce. Stimiamo che fino a un terzo delle persone che frequentano le cliniche di memoria specializzate del settore abbiano il DCF.

"Anche se il DCF comporta una compromissione dei processi di pensiero, non è previsto che abbia una progressione, a differenza della demenza. Dal punto di vista del paziente, è una prognosi molto diversa, che richiede una gestione diversa.

“Come medici, il nostro obiettivo è svelare le cause dei sintomi precoci della memoria, e soprattutto, di individuare quelli che possono migliorare nel tempo, piuttosto che peggiorare verso la demenza. Avere criteri diagnostici chiari per il DCF ci permetterà di caratterizzare meglio e spiegare meglio la condizione - e la prognosi - ai pazienti e alle loro famiglie“.


Lo studio è frutto della collaborazione tra 25 dei maggiori esperti del settore britannici e rappresenta la prima definizione clinica concordata del DCF. Questa definizione consentirà la partenza di una nuova fase di ricerca nel DCF, poiché i ricercatori possono ora identificare in modo coerente i pazienti per gli studi. La prossima fase di questo lavoro, che è già iniziato, coinvolge la valutazione dei marcatori clinici e la comprensione dell'epidemiologia, entrambi i quali contribuiranno a predisporre studi di trattamento.


La dott.ssa Ball ha detto:

“Anche se alcune persone recuperano spontaneamente, questo è spesso legato al tempo da cui persiste la condizione e da quanto si è consolidata. Il trattamento fino ad oggi si è concentrato sulla gestione degli aspetti che sappiamo essere utili in generale, ad esempio ridurre i farmaci che potrebbero peggiorare le cose, o lavorare su un sonno migliore; ma in futuro vorremmo testare terapie cognitive specifiche che potrebbero rivelarsi molto più efficaci".

"La definizione ha avuto anche importanti benefici in termini di rafforzamento della ricerca sulla demenza. Con una definizione operativa chiara, saremo più bravi a scegliere le persone giuste per gli esperimenti contro, ad esempio, le proteine ​​di Alzheimer; perché se ci sono molte persone con DCF in quegli esperimenti, è molto più difficile dimostrare effetti del trattamento contro l'Alzheimer“.

 

 

 


Fonte: University of Bristol (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Harriet Ball, Laura McWhirter, Clive Ballard, Rohan Bhome, Daniel Blackburn, Mark Edwards, Stephen Fleming, Nick Fox, Robert Howard, Jonathan Huntley, Jeremy Isaacs, Andrew Larner, Timothy Nicholson, Catherine Pennington, Norman Poole, Gary Price, Jason Price, Markus Reuber, Craig Ritchie, Martin Rossor, Jonathan Schott, Tiago Teodoro, Annalena Venneri, Jon Stone, Alan Carson. Functional cognitive disorder: dementia’s blind spot. Brain, 13 aug 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.