Alla conferenza annuale dell'American Neurological Association (13-15 ottobre 2019 a St Louis) sarà presentata una ricerca la cui conclusione è che una dieta ricca di sale (HSD, high salt diet) è associata al rischio di demenza, anche in presenza di controllo della pressione alta del sangue.
Gli stessi ricercatori avevano riferito lo scorso anno che un'alta assunzione di sale negli animali ha causato danni ai vasi sanguigni e una riduzione del flusso sanguigno al cervello, riducendo la quantità di ossido nitrico (NO) prodotto dalle cellule endoteliali dei vasi sanguigni.
Approfondendo ulteriormente il meccanismo, questo gruppo ha voluto chiarire se una HSD compromette la cognizione attraverso il NO, aumentando la fosforilazione della Tau e formando i grovigli (aggregati) di Tau che sono presenti in diverse forme di demenza clinica (compreso l'Alzheimer).
Essi hanno scoperto che la HSD attiva una chinasi nota per fosforilare la Tau e in effetti nei topi alimentati con troppo sale si sono formati gli aggregati di Tau fosforilata. Nei topi che mancavano specificamente di Tau, sia per rimozione genetica che per deplezione con anticorpi anti-Tau, la HSD non ha indotto la demenza, anche se ha comunque ridotto il NO e la circolazione di sangue nel cervello.
Questa nuova scoperta collega direttamente il sale nella dieta con la regolazione della Tau mediata da cellule specializzate nei vasi sanguigni e rafforza le evidenze che rimuovere il sale in eccesso può proteggere la salute sia vascolare che cognitiva del cervello.
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Fonte: American Neurological Association via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Giuseppe Faraco, Karin Hochrainer, Steven G. Segarra, Samantha Schaeffer, Monica M. Santisteban, Ajay Menon, Hong Jiang, David M. Holtzman, Josef Anrather, Costantino Iadecola. Dietary Salt Induces Cognitive Impairment by Promoting Tau Pathology. Abstract, American Neurological Association 2019 Annual Meeting (October 13-15 in St. Louis).
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