Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trattamento della pelle con crema riparativa abbassa citochine legate all'Alzheimer

 

La pelle è l'organo più grande del corpo e gli scienziati della University of California di San Francisco e del San Francisco Veterans Administration (VA) Health Care System ritengono che sia la causa di un'infiammazione diffusa nel corpo legata a numerose malattie croniche dell'invecchiamento.


La buona notizia è che una corretta cura della pelle con una crema idratante può abbassare i livelli di infiammazione e ridurre potenzialmente il rischio di una serie di malattie legate all'età, secondo un nuovo studio clinico pilota.


Man mano che gli umani invecchiano, sperimentano un livello basso di infiammazione, chiamata 'inflamm-aging' (~ infiammazione da invecchiamento), determinata da un aumento delle molecole nel sangue chiamate citochine. Questa infiammazione da età è stata collegata a gravi malattie croniche, compreso l'Alzheimer, le malattie cardiovascolari e il diabete.


Gli scienziati inizialmente pensavano che l'infiammazione derivasse dal sistema immunitario o dal fegato, ma un gruppo di dermatologi dell'UCSF ha una teoria diversa.


"L'infiammazione deve provenire da un organo abbastanza grande da indurre un'infiammazione molto lieve nell'intero corpo. La pelle è un buon candidato per questo a causa delle sue dimensioni", ha detto l'autore senior dello studio Mao-Qiang Man MD, ricercatore del San Francisco VA Health Care System e professore in visita alla Southern Medical University di Guangzhou, in Cina. "Una volta che invecchiamo, abbiamo sintomi dermatologici come prurito, secchezza e cambiamenti di acidità. La pelle potrebbe avere un'infiammazione molto lieve e, poiché è un organo così grande, alza i livelli circolanti di citochine".


La nostra pelle inizia a deteriorarsi intorno ai 50 anni con modifiche al pH epidermico, all'idratazione e alla barriera di permeabilità, che tiene dentro l'acqua e fuori i batteri e altri potenziali agenti patogeni. Una perdita di umidità e rotture nella barriera di permeabilità fanno sì che la pelle rilasci citochine infiammatorie.


Di solito, queste citochine aiutano a riparare i difetti della barriera, ma con l'invecchiamento della pelle la barriera non può essere riparata facilmente, quindi i segnali infiammatori continuano a essere rilasciati, raggiungendo infine il sangue.


Theodora Mauro MD, professore di dermatologia della UCSF e del San Francisco VA Health Care System, primo autore dello studio, ha detto:

"Fino a poco tempo fa, la comunità scientifica non credeva che la pelle potesse contribuire alle malattie e all'infiammazione sistemica. Ma negli ultimi 5 anni, studi su psoriasi e dermatiti hanno dimostrato che l'infiammazione della pelle provocata da queste malattie probabilmente aumenta il rischio di malattie cardiache.

"L'invecchiamento della pelle è molto più comune della psoriasi o della dermatite, quindi il rischio generale per la popolazione dall'invecchiamento della pelle potrebbe superare di gran lunga quello osservato dalle malattie della pelle. Ridurre l'infiammazione semplicemente trattando la disfunzione della pelle vista nell'invecchiamento potrebbe avere profondi effetti sulla salute“.


Con lo studio, pubblicato il 5 marzo 2019 nel Journal of European Academy of Dermatology and Venereology, Mauro, Man e colleghi hanno tentato di invertire il danno cutaneo legato all'età usando una crema da banco per la pelle formulata sulla base di una precedente ricerca di Man e colleghi, e che i ricercatori avevano precedentemente dimostrato che è in grado di contribuire alla riparazione della pelle per merito del suo rapporto benefico di tre tipi di lipidi (colesterolo, acidi grassi liberi e ceramidi) che sono vitali per la salute della pelle.


Trentatré adulti di età compresa tra 58 e 95 anni hanno applicato la crema su tutto il corpo due volte al giorno per 30 giorni. Dopo un mese, i ricercatori hanno misurato i livelli ematici di tre citochine [interleuchina-1 beta, interleuchina-6 e fattore di necrosi tumorale (TNF) alfa], tutti implicati in malattie infiammatorie legate all'età.


L'uso della crema ha ridotto la quantità di tutte e tre le citochine rispetto ai livelli dei partecipanti prima che usassero la crema e dei livelli di coetanei che non hanno usato la crema. Infatti, l'uso della crema ha abbassato i livelli di citochine dei partecipanti a un punto quasi equivalente alle persone di 30 anni, suggerendo che il ringiovanimento della pelle può invertire «l'infiammazione da età». La crema ha anche migliorato l'idratazione della pelle, abbassato il pH e riparato la barriera di permeabilità.


Gli scienziati ora intendono condurre uno studio più lungo e più ampio per verificare se la riduzione dei livelli di citochine con la crema può ritardare o prevenire malattie infiammatorie legate all'età.


"Vogliamo vedere se usare la crema, per mantenere la funzione epidermica normale mentre le persone invecchiano, può impedire lo sviluppo di quelle malattie a valle", ha detto il co-autore Peter Elias MD, professore UCSF di dermatologia al San Francisco VA Health Care System. "Se sarà confermato, si può ipotizzare che dopo i 50 anni potremmo applicare un preparato efficace topico di riparazione della barriera ogni giorno per il resto della vita".

 

 

 


Fonte: Dana Smith in University of California San Francisco (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L. Ye, T.M. Mauro, E. Dang, G. Wang, L.Z. Hu, C. Yu, S. Jeong, K. Feingold, P.M. Elias, C.Z. Lv, M.Q. Man. Topical applications of an emollient reduce circulating pro‐inflammatory cytokine levels in chronically aged humans: a pilot clinical study. Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology, 5 Mar 2019, DOI: 10.1111/jdv.15540

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)