Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Da scansioni a schema di cablaggio: un quadro migliore dell'Alzheimer

brain wiring diagram

Pur colpendo già 35 milioni di persone nel mondo, il morbo di Alzheimer (MA) sta ancora aumentando e dovrebbe interessarne più del triplo entro il 2050. Negli ultimi trent'anni, i ricercatori si sono affidati alle neuroscansioni cerebrali, come la risonanza magnetica (RMN) o la tomografia ad emissione di positroni (PET), per studiare il MA e le altre malattie neurodegenerative.


Eppure queste ricerche finora non sono riuscite a fornire risultati coerenti, lasciando gli scienziati senza un percorso chiaro per trovare trattamenti o cure.


In uno studio pubblicato ieri sulla rivista BRAIN, neuroscienziati guidati da Michael D. Fox MD/PhD del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC), hanno usato i dati del connettoma cerebrale umano (uno 'schema di cablaggio' del cervello umano disponibile a tutti, basato sui dati di migliaia di volontari umani sani) per riesaminare i risultati degli studi di neuroscansione di pazienti con MA.


"Nella neuroscansione, l'ipotesi comune è che tutti gli studi su malattie o sintomi specifici dovrebbero implicare una specifica regione del cervello", ha detto Fox, direttore del Laboratorio di Brain Network Imaging and Modulation del BIDMC e professore associato di neurologia alla Harvard Medical School. "Tuttavia, funzioni cognitive, sintomi e malattie neuropsichiatriche possono definire le reti cerebrali meglio delle singole aree del cervello. Quindi abbiamo testato l'ipotesi che questi risultati inconsistenti di neuroscansione siano parte di una rete cerebrale connessa".


Fox e colleghi, incluso il primo autore R. Ryan Darby MD/PhD, ex membro del laboratorio di Fox al BIDMC e ora alla Vanderbilt University, hanno analizzato i risultati di 26 studi di neuroscansione del MA. Gli studi avevano indagato sulle anomalie della struttura, del metabolismo o della circolazione nel cervello di pazienti con MA; tuttavia, i risultati sono apparentemente incoerenti, con studi che individuano anomalie in regioni cerebrali disparate.


Nessuna singola regione del cervello ha dimostrato con costanza anomalie nelle neuroscansioni. Tuttavia, quando il team di Fox ha confrontato queste anomalie diverse della neuroscansione con il connettoma umano (lo schema elettrico del cervello) è emerso un quadro diverso.


"Quando abbiamo applicato questo approccio ai nostri 26 studi, abbiamo scoperto che il 100% di essi riportava anomalie di neuroscansione che facevano parte della stessa rete cerebrale connessa - sia all'interno che in varie modalità di scansione", ha riferito Fox. "Questi risultati possono aiutare a riconciliare i risultati di neuroscansione incoerenti e migliorare la nostra capacità di collegare i sintomi o le malattie del cervello alla neuroanatomia".


Fox e colleghi hanno già usato la tecnica di mappatura della rete - sperimentata da Fox e altri - per rivelare quali parti del cervello sono responsabili di una serie di sintomi, condizioni, comportamenti e persino coscienza. Ora il metodo potrebbe aprire la strada ad una più profonda comprensione del MA e di altre malattie del cervello.


I risultati suggeriscono anche una soluzione unica alla 'crisi di riproducibilità' nel campo delle neuroscienze. La riproducibilità (il potenziale di diversi ricercatori di eseguire nuovamente lo studio e ottenere gli stessi risultati) è una delle principali proprietà del metodo scientifico ed è fondamentale per traslare i risultati della ricerca in trattamenti. In questo studio, Fox e colleghi usano il connettoma umano per cambiare il modo in cui viene misurata la riproducibilità.


"Questo è un modo nuovo di combinare i risultati di molti studi diversi per determinare il circuito cerebrale associato più strettamente a un dato sintomo o malattia", ha detto Fox. "Spostando la nostra attenzione da specifiche regioni cerebrali alle reti, mostriamo che risultati di neuroscansione apparentemente incoerenti sono in effetti riproducibili".

 

 

 


Fonte: Jacqueline Mitchell in Beth Israel Deaconess Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: R. Ryan Darby, Juho Joutsa, Michael D. Fox. Network localization of heterogeneous neuroimaging findings. Brain, 14 Dec 2018, DOI: 10.1093/brain/awy292

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)