Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gotta negli anziani legata a rischio più alto di demenza

Gotta negli anziani legata a rischio più alto di demenzaI risultati di uno studio presentato ieri all'Annual European Congress of Rheumatology (EULAR 2018) suggeriscono che la gotta è associata ad un rischio più elevato del 17-20% di demenza tra gli anziani (1).


La gotta è una condizione molto comune. È causata da depositi nelle articolazioni di cristalli di una sostanza chiamata acido urico (o urato), che causano infiammazione. I periodi di tempo in cui i pazienti soffrono dei sintomi della gotta sono chiamati 'fiammate', e possono essere imprevedibili e debilitanti, si sviluppano in alcune ore e causano forti dolori alle articolazioni. Le linee guida per il trattamento della gotta raccomandano di abbassare i livelli di acido urico, anche se mantenere livelli troppo bassi è preoccupante perché si ritiene che l'acido urico protegga il cervello (2,3).


"Accogliamo con favore questi risultati perché contribuiscono a farci capire la relazione tra acido urico e demenza", ha affermato il professor Robert Landewé, presidente del comitato per il programma scientifico di EULAR. "Precedenti studi hanno mostrato risultati contraddittori, alcuni hanno indicato un aumento del rischio di demenza, mentre altri hanno riferito il contrario".


"Il nostro studio ha rilevato un considerevole aumento del rischio di demenza associato alla gotta negli anziani", ha affermato Jasvinder Singh, professore di Medicina ed Epidemiologia dell'Università dell'Alabama di Birmingham in USA (autore dello studio). "Sono necessari ulteriori studi per esplorare queste relazioni e comprendere i percorsi patogenetici coinvolti in questo aumento del rischio".


Lo studio ha analizzato 1,23 milioni di beneficiari di Medicare, di cui 65.325 hanno avuto demenza incidente. In un'analisi che è stata aggiustata per varie variabili confondenti, tra cui dati demografici, comorbidità e farmaci usati di solito (HR 1.17, IC 95% 1,13-1,21), i risultati hanno mostrato che la gotta è associata in modo indipendente ad un rischio significativamente più elevato di demenza (1). L'associazione era maggiore nei gruppi di età più avanzata, nelle femmine, nella razza nera e nelle persone con maggiore comorbilità medica (1).


Le analisi per sottogruppi hanno indicato che la gotta era associata ad un aumento significativo del 20-57% (p <0,0001) della demenza nei pazienti senza comorbilità chiave; con malattia coronarica (CAD), iperlipidemia, malattie cardiovascolari, diabete o ipertensione. Tuttavia, questo non era il caso nei pazienti con ciascuna di queste comorbidità, tranne nei pazienti con CAD (1).

 

 

 


Fonte: European League Against Rheumatism (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Singh JA, Cleveland JD. Gout and dementia in the elderly: A medicare claims study. EULAR 2018; Amsterdam: Abstract OP0182. DOI: 10.1136/annrheumdis-2018-eular.7595
  2. Khanna D, Fitzgerald JD, Khanna PP, et al. 2012 American College of Rheumatology guidelines for management of gout. Part 1: systematic nonpharmacologic and pharmacologic therapeutic approaches to hyperuricemia. Arthritis Care Res. 2012;64:1431–46.
  3. Richette P, Doherty M, Pascual E, et al. 2016 updated EULAR evidence-based recommendations for the management of gout. Ann Rheum Dis. 2017;76:29–42.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.