Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La proteina Tau aggregandosi cambia il DNA e può portare all'Alzheimer

Il modo in cui si aggrega la proteina Tau può portare alla morte dei neuroni dell'Alzheimer

Nuove prove suggeriscono un meccanismo attraverso il quale l'accumulo progressivo della proteina Tau nelle cellule cerebrali può portare al morbo di Alzheimer (MA).


Gli scienziati hanno studiato più di 600 cervelli umani e moscerini della frutta modello del MA, e hanno trovato la prima prova di un forte legame tra la proteina Tau all'interno dei neuroni e l'attività di particolari sequenze di DNA chiamate «elementi trasponibili», che potrebbero innescare la neurodegenerazione. Lo studio è apparso sulla rivista Cell Reports.


"Una delle caratteristiche chiave del MA è l'accumulo di proteina Tau all'interno delle cellule cerebrali, in combinazione con la morte cellulare progressiva", ha detto l'autore senior Dr. Joshua Shulman, professore associato di neurologia, neuroscienze e genetica molecolare e umana al Baylor College of Medicine e investigatore dell'Istituto Ricerca Neurologica del Childrens's Hospital del Texas. "In questo studio forniamo nuove informazioni su come l'accumulo di proteina Tau può contribuire allo sviluppo del MA".


Sebbene gli scienziati abbiano studiato per anni ciò che accade quando la Tau forma aggregati all'interno dei neuroni, non è ancora chiaro perché le cellule cerebrali alla fine muoiano. Una cosa che gli scienziati hanno notato è che i neuroni interessati dall'accumulo di Tau sembrano avere anche un'instabilità genomica.


"L'instabilità genomica si riferisce ad una maggiore tendenza ad avere alterazioni nel materiale genetico, nel DNA, come mutazioni o altri deterioramenti. Ciò significa che il genoma non funziona correttamente. Sappiamo che l'instabilità genomica è una delle principali forze motrici dietro altre malattie come il cancro", ha detto Shulman. "Il nostro studio si è concentrato su una nuova possibile connessione causale tra l'accumulo di Tau nei neuroni e la risultante instabilità genomica nel MA".

 

Cosa sono gli «elementi trasponibili»

Studi precedenti su tessuti cerebrali di pazienti con altre malattie neurologiche e di modelli animali hanno suggerito che i neuroni non solo presentano instabilità genomica, ma anche l'attivazione di elementi trasponibili.


"Gli elementi trasponibili sono brevi tratti di DNA che non sembrano contribuire alla produzione delle proteine ​​che fanno funzionare le cellule. Si comportano in modo simile ai virus; possono fare copie di se stessi che vengono inserite nel genoma e questo può creare mutazioni che portano a una malattia", ha detto Shulman. "Sebbene la maggior parte degli elementi trasponibili siano dormienti o disfunzionali, alcuni possono diventare attivi nel cervello umano in età avanzata o nella malattia. Questo è ciò che ci ha spinto a guardare in particolare al MA e alla possibile associazione tra l'accumulo di Tau e gli elementi trasponibili attivati​​".


Shulman e i suoi colleghi hanno iniziato le indagini studiando più di 600 cervelli umani da uno studio di popolazione condotto dal co-autore Dr. David Bennett alla Rush University di Chicago. Questo studio sulla popolazione segue i partecipanti per tutta la vita e alla morte, consentendo ai ricercatori di esaminare postmortem il loro cervello in dettaglio. Una delle valutazioni è la quantità di accumulo di Tau in molte aree del cervello. Inoltre, il co-autore Dr. Philip De Jager del Broad Institute e della Columbia University ha profilato l'espressione genica nel medesimo cervello.


"Con questa grande quantità di dati, abbiamo cercato di identificare le firme degli elementi trasponibili attivi, ma non è stato facile", ha affermato Shulman. "Abbiamo quindi contattato il Dr. Zhandong Liu, co-autore di questo studio, e insieme abbiamo sviluppato un nuovo strumento software per rilevare le firme di elementi trasponibili attivi nei cervelli umani postmortem. Quindi abbiamo condotto un'analisi statistica in cui abbiamo confrontato la quantità di firme di elementi trasponibili attivi con la quantità di accumulo di Tau, cervello per cervello". Liu è anche assistente professore di pediatria - neurologia al Baylor e membro del Dan L Duncan Comprehensive Cancer Center.


I ricercatori hanno scoperto un forte legame tra la quantità di accumulo di Tau nei neuroni e l'attività rilevabile di elementi trasponibili. "Abbiamo identificato i singoli elementi trasponibili che erano attivi quando erano presenti aggregati di Tau. Sorprendentemente, abbiamo anche trovato prove che l'attivazione di elementi trasponibili era piuttosto ampia in tutto il genoma", ha detto Shulman.


Altre ricerche hanno dimostrato che la Tau può distruggere l'architettura del genoma confezionata ben stretta. Si ritiene che il DNA strettamente confezionato limiti l'attivazione dei geni, mentre l'apertura del DNA può promuoverla. Mantenere il DNA ben confezionato può essere un meccanismo importante per sopprimere l'attività degli elementi trasponibili che portano alla malattia.


"Il fatto che gli aggregati di Tau possano influenzare l'architettura del genoma potrebbe essere un possibile meccanismo attraverso il quale gli elementi trasponibili sono attivati ​​nel MA", ha detto Shulman. "Tuttavia, i nostri studi sul cervello umano stabiliscono solo un'associazione tra l'accumulo di Tau e l'attivazione di elementi trasponibili. Per determinare se l'accumulo di Tau può effettivamente causare l'attivazione degli elementi trasponibili, abbiamo condotto studi con un moscerino della frutta modello del MA".


In questo modello di malattia, i ricercatori hanno scoperto che, innescando i cambiamenti alla Tau simili a quelli osservati nel cervello umano, si attivano gli elementi trasponibili del moscerino della frutta, suggerendo con forza che gli aggregati di Tau che interrompono l'architettura del genoma possono potenzialmente mediare l'attivazione di elementi trasponibili e alla fine causare la neurodegenerazione.


"Riteniamo che i nostri esperimenti rivelino nuove, e potenzialmente importanti, informazioni utili per comprendere i meccanismi del MA", ha affermato Shulman. "C'è ancora molto lavoro da fare, ma presentando i nostri risultati speriamo di poter stimolare gli altri nella comunità di ricerca ad approfondire questo problema".

 

 

 


Fonte: Baylor College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Caiwei Guo, Hyun-Hwan Jeong, Yi-Chen Hsieh, Hans-Ulrich Klein, David A. Bennett, Philip L. De Jager, Zhandong Liu, Joshua M. Shulman. Tau Activates Transposable Elements in Alzheimer’s Disease. Cell Reports, 2018 DOI: 10.1016/j.celrep.2018.05.004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.