Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio conferma che le lesioni cerebrali traumatiche aumentano il rischio di demenza

Secondo uno dei più grandi studi condotti finora sull'argomento, il rischio di demenza, compreso l'Alzheimer, è significativamente più alto nelle persone che hanno subito un trauma cranico (TBI, Traumatic Brain Injury) rispetto a quelle che non avevano una storia di trauma cranico.


I risultati della revisione di quasi 2,8 milioni di casi di pazienti in Danimarca sono stati pubblicati il ​​10 aprile su The Lancet Psychiatry.


Il rischio complessivo di demenza nei soggetti con una storia di TBI è del 24% più alto di quelli senza una storia di TBI, dopo aver tenuto conto di altri fattori di rischio della malattia. Un singolo TBI classificato "grave" aumenta il rischio del 35%; una singola commozione cerebrale "lieve" aumenta il rischio del 17%, secondo la ricerca.


"Ciò che ci ha sorpreso è che anche un singolo TBI lieve sia associato a un rischio significativamente più alto di demenza", ha detto il primo autore Jesse Fann, professore di psichiatria e scienze comportamentali dell'Università di Washington. "E la relazione tra il numero di lesioni cerebrali traumatiche e il rischio di demenza è molto chiara ... In modo simile, una singola lesione cerebrale grave sembra avere un rischio di demenza doppio di quella lieve".


Lo studio ha rilevato che il rischio di demenza aumenta del 33% per due o tre TBI, del 61% per quattro TBI e del 183% per cinque o più TBI. Fann ha detto che un altro risultato importante è che se hai un danno cerebrale dai 20 a 30 anni, cresce del 60% il rischio di sviluppare demenza dopo i 50.


"Un TBI grave è particolarmente frequente nei giovani, ed è preoccupante che il rischio di demenza sia particolarmente alto nelle persone relativamente giovani che soffrono di TBI", ha detto il coautore Jakob Christensen, professore associato di neurologia all'ospedale della Aarhus University in Danimarca.


La demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo, con previsioni di raddoppio nei prossimi 20 anni. Ogni anno, oltre 50 milioni di persone nel mondo sperimentano un TBI, che si verifica quando una forza esterna interrompe la funzione normale del cervello. Le cause principali includono cadute, incidenti automobilistici e aggressioni.


Fann ha detto che è importante riconoscere che la maggior parte delle persone che subiscono una commozione cerebrale non sviluppano la demenza. E ha chiarito che i risultati non suggeriscono che ogni persona che subisce un trauma cranico grave svilupperà la demenza più tardi nella vita.


Ma ha detto che i risultati potrebbero portare le persone con storia di TBI a modificare i loro comportamenti verso altri potenziali fattori di rischio per la demenza, come limitare l'uso di alcool e tabacco, impegnarsi in attività fisica regolare, prevenire l'obesità e trattare l'ipertensione, il diabete e la depressione.


Ha anche suggerito che le persone che soffrono di TBI si facciano valutare e cerchino un trattamento per problemi persistenti. "Ci sono alcune strategie di riabilitazione cognitiva che possono ridurre i deficit cognitivi associati a una lesione cerebrale", ha detto.


Questa ricerca comprendeva un'ampia popolazione di studio, 36 anni di analisi e l'accesso a un sistema sanitario uniforme che registra il numero e la gravità dei TBI.


Tra i quasi 2,8 milioni di persone osservate, il 4,7% ha avuto almeno una diagnosi di TBI. Tra le prime diagnosi di TBI, l'85% era stato classificato lieve e il 15% era una frattura grave o cranica. Dal 1999 al 2013, il 4,5% dei pazienti over-50 ha sviluppato la demenza. Di questi, il 5,3% aveva subito almeno un TBI durante il periodo di osservazione, iniziato nel 1977. L'età media alla prima diagnosi di demenza era di 80,7 anni. Tra uomini e donne con storie di TBI, gli uomini avevano un tasso leggermente più alto di demenza in sviluppo (30% contro 19%).


Fann ha affermato che sono necessarie ulteriori ricerche per capire chi è maggiormente a rischio di demenza e quali altri fattori contribuiscono a tale rischio. Avvisa genitori e figli di essere ben consapevoli dei rischi di TBI negli sport di contatto: "Se qualcuno ha una lesione cerebrale traumatica o commozione cerebrale, deve seguire rigorosamente i protocolli per lasciare il gioco e ottenere la corretta valutazione e il trattamento che è necessario. Se ha una storia di TBI, dovrebbe fare del suo meglio per prevenire ulteriori lesioni cerebrali traumatiche".


Il potenziale legame tra TBI e demenza è diventato un problema pressante tra veterani militari e praticanti degli sport di contatto come il pugilato, il calcio, il football americano e l'hockey. I ricercatori hanno cercato di capire i risultati contrastanti di studi precedenti sul legame tra TBI e demenza.


Gli autori chiedono maggiori sforzi per prevenire il TBI, soprattutto tra i più giovani, e dicono che sono necessarie strategie per migliorare il rischio e l'impatto della demenza associata al trauma cranico.

 

 

 


Fonte: University of Washington (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jesse R Fann, Anette Riisgaard Ribe, Henrik Schou Pedersen, Morten Fenger-Grøn, Jakob Christensen, Michael Eriksen Benros, and others. Long-term risk of dementia among people with traumatic brain injury in Denmark: a population-based observational cohort study. The Lancet Psychiatry, Published: 10 April 2018. DOI: n/a

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.