Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La mano nella mano con un'altra persona ha effetti notevoli sul cervello

 

Prendi la mano di una persona cara che è nel dolore e non solo il tuo respiro e la frequenza cardiaca si sincronizzano con i suoi, ma si uniranno anche i tuoi modelli di onde cerebrali, secondo un nuovo studio.


La ricerca, condotta alla Colorado University di Boulder e all'Università di Haifa, e pubblicata questa settimana sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS), ha scoperto anche che più è l'empatia che una persona confortante percepisce per un partner nel dolore, più diventano in sintonia le loro onde cerebrali.


E più quelle onde cerebrali si sincronizzano, più il dolore scompare. Il primo autore Pavel Goldstein, ricercatore post-dottorato del dolore nel Cognitive and Affective Neuroscience Lab della CU Boulder, ha detto:

"Abbiamo sviluppato molti modi di comunicare nel mondo moderno e abbiamo meno interazioni fisiche. Questa ricerca illustra il potere e l'importanza del tocco umano."


Lo studio è l'ultimo di un crescente corpo di ricerca che esplora un fenomeno chiamato «sincronizzazione interpersonale», in cui le persone rispecchiano fisiologicamente quelle con cui si trovano. È il primo ad esaminare la sincronizzazione delle onde cerebrali nel contesto del dolore e offre nuove informazioni sul ruolo che può avere l'accoppiamento cervello-cervello nell'analgesia indotta dal tocco o «tocco terapeutico».


Goldstein ha inventato l'esperimento dopo che, durante il parto di sua figlia, ha scoperto che quando teneva la mano della moglie, ne alleviava il dolore: "Volevo testarlo in laboratorio: si può davvero ridurre il dolore con il tatto, e se sì, come?"


Lui e i suoi colleghi all'Università di Haifa hanno reclutato 22 coppie eterosessuali, da 23 a 32 anni di età, che erano insieme da almeno un anno e le hanno immerse in diversi scenari di due minuti mentre le cuffie per elettroencefalogramma (EEG) misuravano la loro attività cerebrale. Gli scenari includevano stare seduti senza toccarsi; seduti insieme mano nella mano; e seduti in stanze separate. Poi hanno ripetuto gli scenari mentre la donna subiva un leggero dolore al braccio.


Il semplice fatto di essere alla presenza dell'altro, con o senza contatto, era associato a una sincronicità dell'onda cerebrale nella banda «alfa mu», una lunghezza d'onda associata all'attenzione focalizzata. Se si tenevano per mano mentre lei soffriva, l'accoppiamento aumentava di più.


I ricercatori hanno anche scoperto che, quando lei soffriva e lui non poteva toccarla, diminuiva l'accoppiamento delle loro onde cerebrali. Questo ha eguagliato i risultati di uno studio pubblicato in precedenza per lo stesso esperimento, che ha rilevato che la frequenza cardiaca e la sincronizzazione respiratoria scomparivano quando il partecipante maschio allo studio non poteva tenere la mano di lei per alleviarle il dolore.


"Sembra che il dolore interrompa totalmente questa sincronizzazione interpersonale tra coppie e il tocco la ristabilisca", afferma Goldstein.


Test successivi sul livello di empatia del partner maschile hanno rivelato che quanto più era empatico per il dolore di lei, tanto più era sincronizzata l'attività cerebrale. Più il loro cervello si sincronizzava, più diminuiva il dolore di lei.


In che modo, esattamente, l'accoppiamento dell'attività cerebrale con un partner empatico può uccidere il dolore? Sono necessari ulteriori studi per scoprirlo, ha sottolineato Goldstein. Ma lui e i suoi coautori offrono alcune possibili spiegazioni. Il tocco empatico può far sentire alla persona di essere capita, e a sua volta, secondo gli studi precedenti, potrebbe attivare meccanismi di ricompensa per uccidere il dolore nel cervello.


"Il tocco interpersonale può offuscare i confini tra il sé e gli altri", hanno scritto i ricercatori.


Lo studio non ha esplorato se lo stesso effetto si sarebbe verificato con le coppie dello stesso sesso, o ciò che accade in altri tipi di relazioni. Secondo Pavel, la lezione da portare a casa per ora è: Non sottovalutare il potere della mano nella mano.


"Puoi esprimere empatia per il dolore del partner, ma senza un tocco non lo puoi comunicare completamente", ha detto.

 

 

 


Fonte: Lisa Marshall in University of Colorado Boulder (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pavel Goldstein, Irit Weissman-Fogel, Guillaume Dumas and Simone G. Shamay-Tsoory. Brain-to-brain coupling during handholding is associated with pain reduction. PNAS 2018, published 26 Feb 2018, DOI: 10.1073/pnas.1703643115

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.