Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E se il 'primo sospetto' dell'Alzheimer fosse un caso di errata identità?

E se il 'primo sospetto' dell'Alzheimer fosse un caso di errata identità?

Le placche amiloidi, gli agglomerati appiccicosi che si accumulano dentro e attorno ai neuroni nel cervello, sono da tempo ritenute un indicatore del morbo di Alzheimer (MA). La maggior parte degli studi clinici sui farmaci per il trattamento della malattia degenerativa sono falliti, presumibilmente perché hanno preso di mira queste placche.


Ma secondo Raymond Anderson, ricercatore della West Virginia University, tale accumulo da solo non è correlato alla gravità della malattia. In effetti, questi accumuli possono persino proteggere i neuroni.


I National Institutes of Health gli hanno assegnato $ 132.000 in tre anni per esplorare un altro colpevole: una forma specifica della proteina tau, che può sabotare la capacità dei neuroni di scomporre e rimuovere le proteine ​​danneggiate.


La tau di per sé non è dannosa. In effetti, essa conferisce stabilità all'assone, che fa parte del neurone. Anderson ha paragonato la tau ai cavi del Golden Gate Bridge. Ha spiegato che se un segmento di tau si annoda o si ripiega male, e si stacca dal "ponte", può "fluttuare nella cellula, scatenando il caos".


Egli studierà come una forma di tau libera di fluttuare e mal ripiegata altera la capacità della cellula di rottamare le vecchie proteine, che è importante per mantenere sani i neuroni. Determinerà anche se, rivitalizzando il processo di degradazione delle proteine ​​delle cellule, può proteggere i neuroni dagli effetti neurotossici della tau.


"Da molto tempo, i ricercatori pensano che questi accumuli neurofibrillari (grovigli) di tau siano forme tossiche, ma in realtà ci sono segnali che potrebbero essere neuroprotettivi, attaccandosi alla tau tossica liberamente galleggiante, e sequestrandola nel groviglio neurofibrillare"
, ha detto Anderson.


L'idea che la forma di tau liberamente fluttuante e mal ripiegata sia tossica e che la tau intrappolata sia protettiva genera ancora polemiche tra i ricercatori, ma potrebbe arrivare a una più ampia accettazione.


Se Anderson riuscirà a individuare il modo in cui la tau inibisce il processo di degradazione della proteina, la scoperta potrà portare a farmaci che impediscono di interferire con una degradazione proteica sana o aiutare le cellule a compensarla.


"Anche se ci aspettiamo che questa forma tossica di tau studiata da Anderson contribuisca alla disfunzione neuronale nell'MA, sembra anche che questa possa essere solo la punta dell'iceberg, dal momento che abbiamo trovato anche altre proteine ​​contaminate dal Parkinson e dall'Huntington con meccanismi d'azione simili"
, ha detto David Smith, professore associato di biochimica alla WVU e supervisore della ricerca di Anderson.


"Ci sono molti modi in cui è possibile inibire il degrado delle proteine"
, ha detto Anderson. "Mi piace questa ricerca perché mi dà l'opportunità di mettere in evidenza i meccanismi molecolari precisi della tossicità della tau sui giganteschi macchinari molecolari responsabili della degradazione delle proteine".

 

 

 


Fonte: West Virginia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)