Il pensionamento può significare più tempo e meno stress, ma aumenta anche il rischio di demenza.
Uno studio che ha seguito 3.400 dipendenti statali ha scoperto che, una volta in pensione, la loro memoria a breve termine declinava più velocemente di quasi il 40%.
La mancanza di stimolazione regolare pone un tributo pesante sulle funzioni cognitive e accelera la perdita di memoria, hanno detto i ricercatori.
Un team formato da ricercatori della University College di Londra e del King's College di Londra ha rilevato che l'unico modo per prevenire l'insorgere della demenza è mantenersi fisicamente e mentalmente attivi e di interagire con gli altri.
I volontari per lo studio sono stati sottoposti a test regolari della memoria per i 30 anni che coprivano la parte finale della loro carriera e i primi anni del pensionamento.
I risultati, pubblicati online sull'European Journal of Epidemiology, sono che i volontari, dopo essere andati in pensione, hanno visto un deterioramento più veloce del 38% della memoria verbale, che declina naturalmente con l'età.
Cary Cooper, esperto in psicologia organizzativa della Manchester Business School, ha dichiarato che lo studio conferma le ricerche precedenti che suggerivano che l'inattività durante il pensionamento è dannosa per il cervello: "Rende più probabile un anticipo della demenza".
Fonte: Georgie Keate in The Times (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Baowen Xue, Dorina Cadar, Maria Fleischmann, Stephen Stansfeld, Ewan Carr, Mika Kivimäki, Anne McMunn, Jenny Head. Effect of retirement on cognitive function: the Whitehall II cohort study. European Journal of Epidemiology (2017). First online 26Dec2017, doi: 10.1007/s10654-017-0347-7
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