Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Individuato il meccanismo che consolida i ricordi a lungo termine

Uno studio condotto al Bellvitge Biomedical Research Institute (IDIBELL) di Barcellona ha identificato un meccanismo neurale nell'uomo che ci consente di segmentare la nostra esperienza in unità separate di memoria.


Secondo la ricerca, pubblicata nella rivista scientifica Current Biology, il cervello identifica i cambiamenti del contesto come 'frontiere' nel flusso della nostra esperienza e li usa per frammentare il corso degli eventi in piccole unità di memoria che possono essere archiviate a lungo termine.


Lo studio dimostra che questo processo avviene durante l'identificazione di un evento di confine, grazie alla rapida riattivazione del flusso di informazioni che lo precede.


La ricerca è stata condotta da Ignacio Sols e da Lluís Fuentemilla, ricercatori del Cognition and Brain Plasticity Group dell'IDIBELL e del Neurosciences Institute dell'Università di Barcellona (UB). Hanno collaborato anche Sara DuBrow e Lila Davachi, del dipartimento di psicologia dell'Università di New York, negli Stati Uniti.

 

Esperienze continue, ricordi separati

Nonostante le nostre esperienze quotidiane siano vissute senza interruzioni, senza alcun taglio, la ricerca scientifica ha dimostrato che i cambiamenti nel contesto possono influenzare la rappresentazione che facciamo di queste esperienze nella nostra memoria, dove diventano ricordi distinti.


"Quello che eravamo interessati a scoprire in questo caso era se questo processo di compartimentazione della memoria inizia nello stesso momento in cui l'esperienza è vissuta, e quale meccanismo neurale è coinvolto. Sappiamo da precedenti studi sugli animali che lo schema neurale attivo durante una certa esperienza viene riattivato al termine dell'esperienza, quindi l'idea era di osservare in un gruppo di volontari ciò che accadeva a livello cerebrale quando finiva un certo episodio", spiega il ricercatore Ignacio Sols.


La teoria della segmentazione degli eventi, su cui si basa lo studio pubblicato, sostiene che il cervello agisce sulla base di previsioni costanti basate su esperienze precedenti; quando queste previsioni falliscono, ad esempio perché c'è un cambiamento inaspettato del contesto, il cervello interpreta questo momento come un evento di confine, che delimita la codifica neurale delle esperienze vissute.

 

Gli 'eventi di confine' scatenano la codifica della memoria

Per approfondire questa segmentazione e il meccanismo di riattivazione dei ricordi, i ricercatori hanno progettato un esperimento per ricreare questi 'eventi limite' in modo semplificato; i partecipanti dovevano osservare una sequenza di immagini della stessa categoria - ad esempio, volti umani - che veniva interrotta da un elemento di una categoria diversa - ad esempio, un oggetto.


La risposta dei partecipanti è stata misurata in modo comportamentale usando test di memoria in cui dovevano dire quale, tra due elementi visti in precedenza, avevano visto per primo. I risultati dello studio dicono che gli elementi contenuti in un singolo episodio - per esempio due volti osservati all'interno di una sequenza continua di volti - erano significativamente più facili da mettere in ordine cronologicamente rispetto a quelli che erano stati osservati in diversi episodi - per esempio due volti mostrati in una sequenza in cui c'erano le immagini di due oggetti nel mezzo.


"Gli episodi costruiti dall'esperienza sequenziale ci permettono di generare modelli di predizione di ciò che potrebbe accadere in seguito: i cambiamenti di contesto o gli eventi di confine sarebbero percepiti come errori nella nostra previsione e servirebbero al nostro sistema di memoria per segnare la fine di un episodio e il possibile inizio di uno nuovo, e attraverso questo processo, il sistema di memoria può implementare, nel corso della nostra esperienza, un modello organizzativo che avrebbe un impatto su come verranno memorizzati i ricordi della nostra esperienza", spiega il professor Ulu Lluís Fuentemilla, autore senior dello studio.


Durante l'esperimento, l'attività neurale dei partecipanti è stata monitorata con l'encefalogramma (EEG), una tecnica non invasiva che può essere usata per registrare l'attività nell'intervallo di millisecondi. Secondo Ignacio Sols, primo autore dello studio, l'analisi delle registrazioni dell'elettroencefalografia conferma che "gli schemi neurali della codifica originale della sequenza episodica sono riattivati ​​esclusivamente durante l'apparizione dell'evento di confine corrispondente, e non mentre l'episodio si sta dispiegando. Ciò dimostra che questo processo non inizia durante un episodio, ma quando il cervello interpreta che questo episodio è finito".

 

La riattivazione rapida dei ricordi porta al consolidamento della memoria a lungo termine.

Questo team di ricerca suggerisce anche che la segmentazione degli episodi vissuti, in pacchetti o pezzi definiti da 'eventi di frontiera' è un primo passo verso la memorizzazione di questi ricordi nella memoria a lungo termine.


"La riattivazione della memoria è un meccanismo già noto in relazione al consolidamento dei ricordi, ma fino ad ora è stato principalmente studiato come meccanismo neurale che avviene durante il sonno, e non durante il corso dell'esperienza, come abbiamo fatto qui", spiega Fuentemilla.

 

 

 


Fonte: IDIBELL-Bellvitge Biomedical Research Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ignasi Sols, Sarah DuBrow, Lila Davachi, Lluís Fuentemilla. Event Boundaries Trigger Rapid Memory Reinstatement of the Prior Events to Promote Their Representation in Long-Term Memory. Current Biology, 2017; 27 (22): 3499 DOI: 10.1016/j.cub.2017.09.057

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)