Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto nuovo meccanismo nell'Alzheimer: rapido degrado dell'RNA alle sinapsi

Scoperto nuovo meccanismo nell'Alzheimer: rapido degrado dell'RNA alle sinapsiI ricercatori dell'Università McGill di Montreal hanno scoperto un meccanismo cellulare nell'Alzheimer che può contribuire alla rottura della comunicazione tra i neuroni.


Il loro studio, pubblicato in Nature Communications, fa luce sul ruolo delle molecole di RNA coinvolte nella trasmissione sinaptica, il processo attraverso il quale i neuroni comunicano tra loro.


La scoperta è che, nel tessuto cerebrale dei pazienti di Alzheimer, l'RNA che codifica le proteine ​​sinaptiche è degradato più rapidamente che nelle cellule cerebrali sane.


Hanno anche chiarito che una proteina che aiuta a stabilizzare questo RNA era meno abbondante nei neuroni dei pazienti di Alzheimer.


"Considerati nell'insieme, questi risultati indicano che i livelli insufficienti della proteina RBFOX1, possono contribuire al difetto nei collegamenti, che è un segno distintivo dell'Alzheimer", dice Hamed S. Najafabadi, autore senior della ricerca e assistente professore nel Dipartimento di Genetica Umana della McGill.

 

Un nuovo pezzo del puzzle

Anche se l'Alzheimer è di gran lunga la forma più comune di demenza, i meccanismi sottostanti non sono ancora del tutto chiari e attualmente non esistono trattamenti per fermare la sua progressione. Lo studio della McGill rivela un nuovo pezzo del puzzle, che potrebbe essere un filone per nuovi approcci terapeutici.


Le cellule umane producono migliaia di tipi diversi di RNA per trasportare informazioni genetiche. Anche l'RNA decade costantemente e l'equilibrio tra produzione e degradazione determina la quantità di un determinato RNA presente nella cellula. Tuttavia gli scienziati sanno relativamente poco su come è controllato il decadimento dell'RNA, in gran parte perché i metodi di misurazione del degrado sono costosi e non applicabili ai tessuti umani.


La ricerca precedente di Najafabadi aveva dimostrato che il degrado del RNA è coinvolto in diverse malattie umane. Comunque la maggior parte di questi risultati è venuto dagli studi sui modelli di linee cellulari delle malattie. "Volevamo misurare direttamente il tasso di degrado dell'RNA nei tessuti umani, ma i metodi disponibili non erano in grado di farlo", spiega Najafabadi. Così il suo team ha trovato un modo per aggirare quel problema. "Abbiamo capito che modellando il processo di produzione e decadimento dell'RNA, possiamo definire un metodo matematico per calcolare il degrado del RNA usando le tecnologie esistenti di genomica".

 

Misurare il decadimento dell'RNA

Per testare il loro nuovo approccio, i ricercatori della McGill hanno ottenuto l'aiuto di scienziati dell'Università della California di San Francisco. Il team californiano, guidato da Hani Goodarzi, ha allevato delle cellule in laboratorio e ha misurato il tasso di degrado dell'RNA con un metodo convenzionale. Allo stesso tempo, i ricercatori della McGill hanno stimato il tasso con il loro metodo matematico. I due risultati corrispondevano, convalidando il quadro matematico.


Najafabadi e Rached Alkallas, studente laureato della McGill, hanno quindi applicato il metodo matematico per analizzare i dati pubblici disponibili sui tessuti cerebrali di persone morte da Alzheimer. Essi hanno anche analizzato i tessuti cerebrali di persone che non soffrivano del morbo. Il confronto di questi due gruppi ha rivelato il ritmo rapido di degrado dell'RNA e la scarsa disponibilità di proteine ​​RBFOX1 nei pazienti con Alzheimer.


"C'è ancora molto da sapere sul ruolo del degrado dell'RNA nell'Alzheimer e in altre malattie", dice Najafabadi. "Per esempio, perché c'è un calo di RBFOX1 nella malattia? La quantità ridotta di questa proteina è un fattore di rischio, o una caratteristica delle fasi successive della malattia? E possiamo ripristinare almeno una parte della normale funzione dei neuroni controllando l'attività di RBFOX1?"

 

 

 


Fonte: Chris Chipello in McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rached Alkallas, Lisa Fish, Hani Goodarzi, Hamed S. Najafabadi. Inference of RNA decay rate from transcriptional profiling highlights the regulatory programs of Alzheimer’s disease. Nature Communications, 2017; 8 (1) DOI: 10.1038/s41467-017-00867-z

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.