Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tre tazze al giorno di caffè possono ridurre il rischio di Alzheimer fino al 27%



L'Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) ha fatto una revisione delle prove scientifiche che riguardano il potenziale del caffè nel ridurre il rischio di Alzheimer.


Vari studi epidemiologici hanno suggerito che ci può essere una associazione tra il consumo moderato di caffè e un rischio ridotto di sviluppare l'Alzheimer, una malattia che anche in Europa ha probabilità di correlarsi all'invecchiamento della popolazione (1).


La letteratura scientifica prodotta fino a oggi suggerisce che un consumo moderato, regolare e permanente di caffè è ottimale per beneficiare di questa associazione suggerita. Per consumo moderato si intende 3-5 tazze al giorno (2).


L'ISIC ha pubblicato recentemente la terza edizione del rapporto The good things in life: can coffee consumption reduce the risk of developing Alzheimer’s Disease? (Cose buone della vita: il consumo di caffè può ridurre il rischio di sviluppare l'Alzheimer?) che contiene una panoramica completa delle più recenti ricerche su caffè, caffeina e Alzheimer.


I risultati chiave delle ricerche evidenziati nella relazione comprendono:

  • La ricerca pubblicata quest'anno conclude che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% il rischio di sviluppare l'Alzheimer (3).
  • Il ruolo della dieta mediterranea: alcuni tipi di frutta, verdura e bevande (compreso il caffè) contengono polifenoli. Questi composti agiscono sul cervello per ridurre l'infiammazione, la mortalità neuronale e per preservare i livelli dell'acetilcolina, che è un prodotto chimico organico che funziona nel cervello e nel corpo come neurotrasmettitore, una sostanza chimica rilasciata dalle cellule nervose per inviare segnali alle altre cellule. E' presente nel caffè anche l'acido ferulico, un altro polifenolo che si è dimostrato in grado di proteggere dal deficit cognitivo (4-8).
  • La caffeina nel caffè riduce due caratteristiche dell'Alzheimer: l'accumulo di peptidi di amiloide-beta, e la iperfosforilazione della proteina tau (9). La caffeina riduce anche l'entità delle morti neuronali, soprattutto nelle aree del cervello coinvolte nella memoria (10). Come neuro-stimolante, la caffeina promuove livelli elevati di acetilcolina (11).
  • Nuove ricerche suggeriscono che anche un altro composto del caffè (la quercetina) può aiutare a proteggere le cellule chiave nel cervello, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa scoperta (12).

E' utile programmare altri studi per comprendere appieno la natura della relazione tra consumo di caffè e Alzheimer. Per leggere il rapporto ISIC completo, clicca qui.

 

 

 


FonteInstitute for Scientific Information on Coffee (ISIC) (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Alzheimer Europe (2010) ‘The impact of Alzheimer’s disease in Europe’. Available at: alzheimer-europe.org/EN/Research/PharmaCog/Why-Pharmacog/(language)/eng-GB
  2. EFSA (2015) Scientific Opinion on the Safety of Caffeine. EFSA Journal, 13(5):4102.
  3. Liu Q.-P. et al. (2016) Habitual coffee consumption and risk of cognitive decline/dementia: A systematic review and meta-analysis of prospective cohort studies. Nutr, 32(6):628-36.
  4. Perez-Jimenez et al. (2011) Dietary intake of 337 polyphenols in French adults. Am J Clin Nutr, 93(6):1220-1228.
  5. Kim H.S. et al. (2004) Inhibitory effects of long-term administration of ferulic acid on microglial activation induced by intracerebroventricular injection of beta-amyloid peptide (1-42) in mice. Biol Pharm Bull, 27:120-1.
  6. Cho J.Y. et al. (2005) Inhibitory effects of long-term administration of ferulic acid on astrocyte activation induced by intracerebroventricular injection of beta-amyloid peptide (1-42) in mice. Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry, 29:901-7.
  7. Wenk G.L. et al. (2004) Attenuation of chronic neuroinflammation by a nitric oxide-releasing derivative of the antioxidant ferulic acid. J Neurochem, 89:484–493.
  8. Yan J.J. et al. (2001) Protection against beta-amyloid peptide toxicity in vivo with long-term administration of ferulic acid. Br J Pharmacol, 133(1):89-96.
  9. Laurent C. et al. (2014) Beneficial effects of caffeine in a transgenic model of Alzheimer’s disease-like tau pathology. Neurobiol Aging, 35(9):2079-90.
  10. Dall’Igna O.P. et al. (2003) Neuroprotection by caffeine and adenosine A2A receptor blockade of β-amyloid neurotoxicity. J. Pharmacol, 138:1207–1209.
  11. Fredholm B. et al. (1999) Actions of caffeine in the brain with special reference to factors that contribute to its widespread use. Pharmacol Rev, 51:83–133.
  12. Lee M. et al. (2016) Quercetin, not caffeine, is a major neuroprotective component in coffee. Neurobiol Aging, 46:113-123.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)