Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova tecnica di scansione misura la tossicità delle proteine dell'Alzheimer e del Parkinson

Nuova tecnica di scansione misura la tossicità delle proteine dell'Alzheimer e del ParkinsonIn azzurro si notano le proteine caratteristiche dell'Alzheimer (placche) nel tessuto cerebrale. Fonte: ZEISS MicroscopyDei ricercatori hanno sviluppato una nuova tecnica di scansione che rende possibile studiare il motivo per cui le proteine ​​associate all'Alzheimer e al Parkinson possono passare da innocue a tossiche. La tecnica usa una tecnologia chiamata «scansione multidimensionale a super-risoluzione» che permette di osservare variazioni delle superfici delle singole molecole proteiche quando si incollano l'una con l'altra.


Lo strumento può consentire ai ricercatori di individuare come si piegano male le proteine e infine diventano tossiche per le cellule nervose nel cervello, un possibile aiuto nello sviluppo di trattamenti per queste malattie devastanti.


I ricercatori dell'Università di Cambridge hanno studiato come cambia un fenomeno chiamato idrofobicità (mancanza di affinità per l'acqua) nelle proteine amiloide​​-beta e alfa-sinucleina (associate rispettivamente all'Alzheimer e al Parkinson) quando si raggruppano. Il legame tra l'idrofobicità e la tossicità di queste proteine era stato ipotizzato, ma questa è la prima volta è stato possibile vedere l'idrofobicità a una risoluzione così alta.


I dettagli dello studio sono (saranno) pubblicati nella rivista Nature Communications. "All'inizio queste proteine ​​sono in una forma relativamente innocua, ma quando si aggregano insieme cambia qualcosa di importante", ha scritto il dottor Steven Lee dal Dipartimento di Chimica della Cambridge, autore senior dello studio. "Ma con le tecniche convenzionali di scansione non era possibile vedere cosa succede a livello molecolare".


Nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson, le proteine ​​presenti naturalmente si ripiegano in una forma sbagliata e si raggruppano in strutture simili a filamenti chiamate «fibrille amiloidi» e in gruppi più piccoli e altamente tossici chiamati «oligomeri», ritenuti dannosi e mortali per i neuroni, ma il meccanismo esatto resta sconosciuto.


Negli ultimi due decenni, i ricercatori hanno cercato di sviluppare trattamenti che fermano la proliferazione di questi grumi nel cervello, ma per realizzare un tale trattamento dobbiamo capire con precisione come si formano gli oligomeri e perché. "C'è qualcosa di speciale negli oligomeri, e vogliamo sapere di che cosa si tratta", ha detto Lee. "Abbiamo sviluppato nuovi strumenti che ci aiuteranno a rispondere a queste domande".


Quando si usano tecniche di microscopia convenzionali, la fisica rende impossibile ingrandire oltre un certo punto. In sostanza, c'è una sfocatura innata alla luce, quindi quando si guarda attraverso un microscopio ottico sotto una certa dimensione tutto appare come un globo sfocato, semplicemente perché le onde luminose si propagano quando sono concentrate su un posto così piccolo. Le fibrille amiloidi e gli oligomeri sono più piccoli di questo limite, quindi è molto difficile vedere direttamente cosa sta succedendo.


Però le nuove tecniche a super-risoluzione, che sono da 10 a 20 volte migliori dei microscopi ottici, hanno permesso ai ricercatori di superare queste limitazioni e visualizzare i processi biologici e chimici su scala nanometrica. Lee e i suoi colleghi hanno portato un altro passo più avanti queste tecniche, e sono ora in grado di determinare non solo la posizione di una molecola, ma anche le proprietà ambientali di singole molecole simultaneamente.


Con la loro tecnica, chiamata sPAINT (spectrally-resolved Points Accumulation for Imaging in Nanoscale Topography - accumulo di punti spettralmente risolti per l'imaging in topografia a nanoscala), i ricercatori hanno usato una molecola di colorante per mappare l'idrofobicità di fibrille amiloidi e oligomeri implicati nelle malattie neurodegenerative.


La tecnica sPAINT è facile da implementare, richiede solo l'aggiunta di un singolo gradiente di diffrazione della trasmissione su un microscopio a super-risoluzione. Secondo i ricercatori, la possibilità di mappare l'idrofobicità su nanoscala potrebbe essere usato per capire anche altri processi biologici in futuro.


La ricerca è stata finanziata dal Medical Research Council, dall'Engineering and Physical Sciences Research Council, dalla Royal Society e dall'Augustus Newman Foundation.

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Marie N. Bongiovanni et al. ‘Multi-dimensional super-resolution imaging enables surface hydrophobicity mapping’. Nature Communications (2016). DOI: 10.1038/NCOMMS13544

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)