Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello può controllare come perde il controllo?

Un nuovo studio potrebbe farci capire meglio una parte misteriosa del cervello, con implicazioni per le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.


I risultati, pubblicati su Traslational Vision Science & Technology (TVST), aprono nuove aree di ricerca per trovare delle terapie neuroprotettive.


Il glaucoma è una malattia neurodegenerativa in cui i pazienti perdono chiazze apparentemente casuali di vista in ogni occhio.


Questo modello casuale di perdita della vista è in netto contrasto con la perdita dovuta a un tumore al cervello o a un ictus, nei quali entrambi gli occhi sviluppano punti ciechi nella stessa posizione. Gli scienziati hanno a lungo pensato che la progressione del glaucoma è indipendente, o non controllata, dal cervello.


L'anno scorso, i ricercatori avevano trovato prove del fatto che la progressione del glaucoma non è casuale e che il cervello ne è coinvolto. In particolare, hanno scoperto che i pazienti con glaucoma da moderato a grave mantengono la visione in un occhio dove è stata persa nell'altro, come due pezzi di un puzzle che si incastrano insieme ("Jigsaw Effect", effetto puzzle).


"Questo suggerisce che ci deve essere una certa comunicazione tra gli occhi e questa può avvenire solo nel cervello", spiega l'autore principale dello studio, William Eric Sponsel MD, del Dipartimento di Ingegneria Biomedica della University of Texas di San Antonio.


Nell'ultima ricerca apparsa su TVST, Sponsel e il suo team hanno scoperto che l'effetto puzzle inizia nelle prime fasi del glaucoma e hanno trovato indizi su quale è la parte del cervello responsabile dell'ottimizzazione della visione nel caso della lenta distruzione della vista da parte del glaucoma.


Tuttavia, questi risultati, che mettono in discussione le ipotesi precedenti sul glaucoma, sono stati accolti con scetticismo. Altri esperti di glaucoma hanno contestato i risultati in una lettera al redattore di TVST. "Se il cervello controlla la distribuzione della perdita della vista nel glaucoma, allora la visione di un paziente con i suoi due occhi deve essere migliore del semplice 'mescolare e abbinare' la visione degli occhi destro e sinistro di diversi pazienti", ha spiegato il co-autore della lettera Paul Artes PhD, della Plymouth University.


Insieme con il co-autore Jonathan Denniss PhD, dell'Università di Nottingham, egli ha analizzato nella lettera una nuova coorte di pazienti affetti da glaucoma, in cui "questo è essenzialmente quello che abbiamo fatto. E non abbiamo trovato alcun vantaggio visivo negli occhi propri del paziente rispetto alla visione combinata negli occhi di diversi pazienti, anzi abbiamo trovato l'effetto opposto".


Sponsel e i co-autori hanno risposto alla lettera al direttore con una propria. "La nostra analisi dei dati introdotti [da Artes e Denniss] ha dimostrato in modo conclusivo che il 'Jigsaw Effect' era indiscutibilmente presente in pazienti che non avevamo mai nemmeno visto. Inoltre, siamo riusciti a confermare che il metodo analitico alternativo che hanno proposto non è in grado di rilevare in modo affidabile coppie complementari molto ovvie del campo visivo generate dal computer", come un occhio sinistro e uno destro che potrebbero vedere solo le metà opposte del loro normale campo visivo, dice Sponsel. "Il problema con il loro approccio era la loro ipotesi che un singolo cervello potrebbe in qualche modo combinare le informazioni dagli occhi di esseri umani diversi. Abbiamo studiato le persone singole con occhi accoppiati naturalmente collegati ad un unico cervello".


La chiave per trovare dove il cervello coordina la perdita della vista è stato trovato in modelli di visione di piccola scala, a forma di arco, mostrati dai pazienti. Il co-autore Ted Maddess PhD, della Australian National University, spiega che questi modelli imitano delle strutture presenti proprio sulla parte posteriore del cervello, chiamate «colonne di dominanza oculare». Anche se la loro funzione non è completamente chiara, ciò che sappiamo è che alcune colonne di dominanza oculare sono associate con l'occhio sinistro e altre colonne con quello destro.


Il nuovo documento suggerisce che gli spazi angusti tra le colonne di dominanza oculare associate con l'occhio sinistro e destro sono il luogo dove il cervello coordina il campo funzionale di visione di ciascun occhio. A seconda di cosa ha bisogno il cervello, quegli spazi ristretti possono funzionare con ciascun occhio "proprio come una persona bilingue che vive vicino al confine di due paesi", spiega Sponsel.


Anche la progressione dell'Alzheimer e del Parkinson, che hanno una biologia neurodegenerativa simile al glaucoma, potrebbe essere mediata attivamente dal cervello. "Il nostro lavoro ha chiarito che il cervello non ci permette di perdere il controllo della stessa funzione su entrambi i lati del cervello, se questo può essere evitato. Sembra probabile che lo stesso tipo di meccanismo di protezione sia al lavoro con altre patologie neurodegenerative", lui dice.


La squadra di ricercatori ritiene che se il cervello regola la neurodegenerazione (cioè se il cervello controlla il modo in cui perde il controllo) allora potremmo entrare nei processi di regolamentazione in gran parte inesplorati trovando nuove opportunità di rallentare o arrestare la progressione di queste malattie. "Abbiamo aperto questo mondo nuovo e bellissimo, c'è così tanto da scoprire qui", dice Sponsel.

 

 

 


Fonte: Association for Research in Vision and Ophthalmology via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Matthew A. Reilly; Analaura Villarreal; Ted Maddess; William Eric Sponsel. Refined Frequency Doubling Perimetry Analysis Reaffirms Central Nervous System Control of Chronic Glaucomatous Neurodegeneration. Translational Vision Science & Technology, August 2015 DOI: 10.1167/tvst.4.3.7

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.