La maggior parte dei consumatori vogliono test per prevedere se una malattia è nel loro futuro. Lo studio più vasto di questo genere dimostra che il 'valore di sapere' può essere sottostimato dalle analisi costi-efficacia convenzionali.
I consumatori possono assegnare un grande valore all'informazione per prevedere la loro salute futura, e possono essere disposti a pagare di tasca propria per ottenerlo. In un sondaggio nazionale (ndr: in USA) condotto da ricercatori del Tufts Medical Center, circa il 76% delle persone hanno indicato che avrebbero affrontato un ipotetico test predittivo per sapere se svilupparanno in seguito la malattia di Alzheimer, il tumore al seno o alla prostata, o l'artrite. In media, gli intervistati erano disposti a pagare da $300 a $600 (ndr: da 230 a 460Euro), a seconda della malattia specifica e della precisione del test.
Pubblicato online sulla rivista Health Economics della Salute, lo studio ha esaminato la volontà degli individui di fare e pagare i test di laboratorio ipoteticamente predittivi in cui non vi sarebbero conseguenze dal trattamento diretto. In generale, i ricercatori hanno scoperto che nella maggior parte dei casi, le persone erano disposte a pagare per questo 'valore della conoscenza', anche se le prove non fossero assolutamente precise.
Le risposte al sondaggio variano in base alle informazioni fornite sul profilo di rischio di malattia e la precisione del test ipotetico. Su 1.463 intervistati, la propensione ad essere testato è stato maggiore per il tumore della prostata (87% degli intervistati), seguito dal cancro al seno (81%), dall'artrite (79%), e dall'Alzheimer (72%).
"Questo studio ci porta un passo più vicino a capire le preferenze della gente e le motivazioni per voler un test diagnostico, anche se non incide sul successivo trattamento medico", dice l'autore Peter J. Neumann, SCD, direttore del Center for the Evaluation of Value and Risk in Health all'Institute for Clinical Research and Health Policy Studies del Tufts Medical Center. "Anche se dobbiamo procedere con cautela in questo settore, dato che i test hanno costi e rischi assieme ai benefici, il nostro studio suggerisce che molte persone danno un valore alle informazioni, sia per se stessi sia perché si possono adeguare le scelte di vita e i comportamenti di conseguenza."
Il sondaggio internet randomizzato basato sulla popolazione, ha presentato ai partecipanti la possibilità di fare un ipotetico test del sangue predittivo per una delle quattro malattie, essendo avvisati che il test non sarebbe coperto da assicurazione. Ai partecipanti è stato chiesto quanto sarebbero disposti a pagare per un test in grado di predire la loro malattia. Ad alcuni intervistati è stato proposto un test 'perfettamente esatto', e ad altri uno 'imperfetto'. Sono state anche chieste informazioni circa la loro situazione socio-economica, lo stato di salute, gli atteggiamenti e i comportamenti di rischio, e le azioni che avrebbero probabilmente intrapreso dopo aver ricevuto un risultato positivo del test.
Il progresso della diagnostica in vitro (IVD) comprende un numero crescente di test clinici di laboratorio che offrono la speranza che uno screening personalizzato possa valutare il rischio individuale di sviluppare certe malattie sulla base di marcatori genetici trovati nei campioni di sangue o nei tessuti.
Secondo Neumann, il crescente utilizzo di test predittivi in tutto il mondo ha portato a maggiori richieste di prove, dimostrandone in pieno il valore. I gruppi di valutazione scientifica della salute in genere misurano l'utilità dei test diagnostici in termini di una maggiore accuratezza dei risultati della prova, del rapporto costo-efficacia, o del miglioramento delle condizioni sanitarie dei pazienti. Ma valutare il valore predittivo del test può richiedere anche l'uso di parametri nuovi o diversi. Nello studio del Tufts Medical Center, i ricercatori hanno anche scoperto:
- Reddito e tipo di malattia impattano la disponibilità a pagare. La quantità di soldi che i pazienti sono disposti a pagare di tasca propria per le prove aumentano in proporzione al livello di reddito, ed è stata significativamente maggiore per il tumore al seno e alla prostata e per l'Alzheimer rispetto all'artrite.
- Sesso, età ed istruzione influenzano la partecipazione ai test. Circa il 24% degli individui del campione hanno scelto di non fare il test predittivo. In generale, gli anziani intervistati, le donne, quelli con laurea o diploma di scuola superiore, e quelli con comportamenti sani erano meno propensi a sottoporsi al test, anche se gratuito. ;Tra quelli che non vogliono il test, le principali preoccupazioni espresse comprendevano il costo del test, vivere con la conoscenza del proprio rischio di malattia, e la mancanza di misure preventive.
- I risultati del test possono alterare il comportamento futuro. Di fronte a risultati positivi del test, i soggetti hanno indicato che avrebbero cambiato alcuni aspetti della loro vita, come il trascorrere più tempo con i propri cari (51%), mettere le loro finanze in ordine (48%), o viaggiare di più (31%).
"Prendendo in considerazione tutte le implicazioni di questi test, - inclusi i rischi, i costi, la compensazione potenziale del costo e il valore che ha al di fuori dei risultati medici - possiamo disegnare politiche migliori e prendere decisioni migliori sulla copertura e il rimborso, in modo da rispettare più fedelmente le preferenze del paziente e usare meglio le risorse sociali" dice Neumann.
_________________________
Lo studio "Willingness to Pay for Predictive Diagnostic Information with No Immediate Treatment: A Survey of US Residents," (Health Economics, pubblicato online prima della stampa, 28 dicembre 2010) è stato finanziato dall' Institute for Health Technology Studies (InHealth). Coautori Joshua T. Cohen, James K. Hammitt, Thomas W. Concannon, Hannah R. Auerbach, ChiHui Fang, e David M. Kent.
Fonte: Alzheimer's Reading Room, 8 gennaio 2011