Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Due proteine controllano il flusso di informazioni nel centro della memoria

I ricercatori del DZNE e del German Cancer Research Center (DKFZ) hanno analizzato campioni di tessuto dei topi per capire come agiscono due proteine ​​specifiche (CKAMP44 e TARP Gamma-8) nel centro della memoria del cervello.


Queste molecole, che hanno controparti simili nell'uomo, influiscono sulle connessioni tra le cellule nervose e influenzano la trasmissione dei segnali nervosi nell'ippocampo, un'area del cervello con un ruolo significativo nei processi di apprendimento e nella creazione dei ricordi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Neuron.


La funzionalità del cervello dipende dalla comunicazione attiva tra le cellule nervose chiamate neuroni. A tal fine, i neuroni sono tessuti insieme in una fitta rete, dove si trasmettono costantemente i segnali tra loro. Tuttavia, i neuroni non formano contatti diretti l'uno con l'altro. Al contrario essi sono separati da uno spazio molto stretto, la sinapsi. Questo divario è colmato da «neurotrasmettitori», che trasportano i segnali nervosi da una cellula all'altra.

 

Stazioni di aggancio

Dei complessi molecolari specifici nel guscio esterno della cellula, i cosiddetti "ricettori", ricevono il segnale legandosi ai neurotrasmettitori. Questo genera un impulso elettrico nella cella destinata a riceverlo e quindi il segnale nervoso viene passato avanti, un neurone dopo l'altro.


In questo studio, un team guidato dal dottor Jakob von Engelhardt si è concentrato sui recettori AMPA che legano il neurotrasmettitore glutammato e sono particolarmente comuni nel cervello. "Abbiamo esaminato i recettori AMPA in una zona del cervello, che costituisce l'ingresso principale per l'ippocampo", spiega von Engelhardt, che lavora per il DZNE e il DKFZ. "L'ippocampo è responsabile dell'apprendimento e della formazione della memoria. Tra le altre cose, elabora e combina la percezione sensoriale. Ci samo quindi chiesti come è controllato il flusso di informazioni nell'ippocampo".

 

Un paio di aiutanti

Il gruppo di ricerca del dottor von Engelhardt si è specificamente focalizzato su due molecole proteiche: CKAMP44 e TARP Gamma-8. Queste proteine ​​sono presenti, insieme con i recettori AMPA, nelle cellule «granulari», che sono i neuroni che ricevono segnali da zone esterne all'ippocampo. Era già noto che queste proteine ​​formano complessi proteici con i recettori AMPA. "Ora abbiamo scoperto che esse hanno un'influenza significativa sul funzionamento dei recettori del glutammato. Ciascuno a suo modo, poichè chimicamente sono completamente diversi", dice il neuroscienziato. "Abbiamo chiarito che la capacità di una cellula nervosa di ricevere segnali non dipende esclusivamente dai recettori reali; CKAMP44 e TARP Gamma-8 sono altrettanto importanti. La loro funzione non può essere separata da quella dei recettori".


Questo è il risultato di un'analisi in cui i ricercatori hanno confrontato il tessuto cerebrale di topi con genotipo naturale al tessuto cerebrale di topi geneticamente modificati. I neuroni negli animali geneticamente modificati non erano in grado di produrre CKAMP44, TARP Gamma-8 oppure entrambi.

 

Effetto a lungo termine

I ricercatori hanno scoperto, tra le altre cose, che entrambe le proteine ​​promuovono il trasporto dei recettori del glutammato alla superficie cellulare. "Questo significa che influenzano la recettività della cellula nervosa ai segnali in arrivo", dice von Engelhardt.


Tuttavia, il numero di recettori e quindi la ricezione del segnale può essere alterata dall'attività neuronale. Il gruppo di von Engelhardt ha scoperto che, a questo riguardo, le molecole ausiliarie hanno effetti diversi: TARP Gamma-8 è essenziale per garantire che più recettori AMPA siano integrati nella sinapsi secondo un protocollo di induzione della plasticità, mentre CKAMP44 non ha alcun ruolo in questo contesto. "Le sinapsi alterano la loro comunicazione in base alla loro attività. Questa capacità è chiamata plasticità. Alcune delle modifiche in questione sono solo temporanee, altre possono durare più a lungo", spiega von Engelhardt. "TARP Gamma-8 influenza la plasticità a lungo termine, rendendo la cellula capace di rafforzare la comunicazione sinaptica per un periodo di tempo prolungato. Maggiore è il numero di recettori sul lato di ricezione della sinapsi, migliore è la connessione neuronale".


Il numero di recettori non cambia improvvisamente, ma rimane sostanzialmente stabile per un certo periodo di tempo. "Questa condizione può durare ore, giorni o anche di più. Questo effetto a lungo termine è essenziale per la creazione di ricordi. Possiamo ricordare le cose solo se le connessioni tra i neuroni subiscono un cambiamento duraturo", dice lo scienziato.

 

Sequenza veloce di segnali

Tuttavia, CKAMP44 e TARP Gamma-8 agiscono anche su periodi di tempo più brevi. Il team di ricerca ha scoperto che le molecole influenzano la velocità dei recettori AMPA di tornare ad uno stato ricettivo. "Se il glutammato è ancorato ad un recettore, serve qualche istante perchè il recettore possa reagire al neurotrasmettitore successivo. CKAMP44 allunga questo periodo. Al contrario TARP Gamma-8 aiuta il recettore a recuperare più in fretta", dice von Engelhardt.


Quindi CKAMP44 indebolisce temporaneamente la connessione sinaptica, mentre TARP Gamma-8 la rafforza. Attraverso l'interazione di queste proteine, la ​​sinapsi è in grado di sintonizzare la sua sensibilità ad un livello specifico. Questa condizione può durare da millisecondi a pochi secondi prima che la forza della connessione venga nuovamente adattata. Gli specialisti definiscono questa proprietà "plasticità a breve termine".


"Queste molecole, in ultima analisi, influenzano la qualità della reazione della cellula nervosa ad una rapida successione di segnali", lo scienziato riassume i risultati. "Tale firing (=invio di segnali) rapido permette alle reti neuronali di sincronizzare la loro attività, un processo comune nel cervello".

 

Delicato equilibrio

Con grande sorpresa dei ricercatori, si è scoperto che le due proteine ​​influenzano non solo la sinapsi, ma anche la forma delle cellule nervose. In assenza di tali molecole ausiliari, i neuroni hanno meno dendriti per stabilire un contatto con altre cellule nervose. "L'organismo può utilizzare le molecole CKAMP44 e TARP Gamma-8 per regolare le connessioni neuronali in vari modi", dice von Engelhardt. "Questa capacità dipende dall'equilibrio tra le parti, perchè in qualche misura hanno un effetto contrario. Il modo in cui i neuroni dell'ippocampo reagiscono ai segnali provenienti da altre regioni del cervello dipende quindi fortemente dalla presenza e dal rapporto di espressione di queste molecole".


Poiché le due molecole agiscono direttamente sulla struttura e la funzione delle sinapsi delle cellule granulari, Jakob von Engelhardt ritiene probabile che abbiano anche un'influenza sull'apprendimento e la memoria.

 

 

 

 

 


FonteDZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Konstantin Khodosevich, Eric Jacobi, Paul Farrow, Anton Schulmann, Alexandru Rusu, Ling Zhang, Rolf Sprengel, Hannah Monyer, Jakob von Engelhardt. Coexpressed Auxiliary Subunits Exhibit Distinct Modulatory Profiles on AMPA Receptor Function. Neuron, 2014; DOI: 10.1016/j.neuron.2014.07.004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.