Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

L'interruttore che ci dice: «E' ora di dormire»

L'interruttore nel cervello che ci manda a dormire è stato identificato dai ricercatori del «Centre for Neural Circuits and Behaviour» della Oxford University, in uno studio sui moscerini della frutta.


L'interruttore funziona regolando l'attività nel cervello di un gruppo di cellule nervose, o neuroni, che favoriscono il sonno. I neuroni si attivano quando siamo stanchi e abbiamo bisogno di dormire e si smorzano quando siamo completamente riposati.


"Quando siamo stanchi, questi neuroni nel cervello gridano forte e ci mandano a dormire", dice il professor Gero Miesenböck dell'Università di Oxford, nel cui laboratorio è stata eseguita la nuova ricerca. Anche se la ricerca è stata effettuata sul moscerino della frutta (Drosophila), gli scienziati dicono che il meccanismo di sonno probabilmente è rilevante anche per gli esseri umani.


Il Dr Jeffrey Donlea, uno degli autori principali dello studio, spiega: "C'è un gruppo simile di neuroni in una regione del cervello umano. Anche questi neuroni sono elettricamente attivi durante il sonno e, come le cellule dei moscerini, sono gli obiettivi degli anestetici generali che ci fanno dormire. È quindi probabile che un meccanismo molecolare simile a quello che abbiamo scoperto nei moscerini sia all'opera anche nell'uomo".


I ricercatori dicono che individuare l'interruttore del sonno potrebbe aiutarci a identificare nuovi bersagli per nuovi farmaci con il potenziale di migliorare i trattamenti per i disturbi del sonno. Ma c'è ancora molto da scoprire, e una ricerca succcessiva potrebbe far luce sulla grande questione tuttora irrisolta del perché abbiamo bisogno di dormire, dicono. "La grande questione ora è capire a quale segnale interno risponde l'interruttore del sonno", dice il dott Diogo Pimentel dell'Università di Oxford, l'altro autore principale dello studio."Che cosa monitorano queste cellule che favoriscono il sonno mentre siamo svegli? Se sapessimo cosa succede nel cervello durante la veglia, che richiede il sonno per essere ripristinato, potremmo avvicinarci a risolvere il mistero del perché tutti gli animali hanno bisogno di dormire".


I risultati sono riportati sulla rivista Neuron. Il lavoro del «Centre for Neural Circuits and Behaviour» è finanziato dal Wellcome Trust e dalla Gatsby Charitable Foundation. Questo studio è stato finanziato anche dall'UK Medical Research Council, dal US National Institutes of Health, e dallo Human Frontier Science Program.


Il corpo usa due meccanismi per regolare il sonno. Uno è l'orologio biologico, che sintonizza gli esseri umani e gli animali sul ciclo di 24 ore del giorno e della notte. L'altro meccanismo è l'«omeostato» del sonno: un dispositivo nel cervello che tiene traccia delle nostre ore di veglia e ci mette a dormire quando è necessario resettarci. Questo meccanismo rappresenta un punto oscillante interno, separato da fattori esterni. Quando è spento o fuori uso, si accumulano i deficit di sonno. "Quello che ci fa andare a dormire di notte è probabilmente una combinazione dei due meccanismi", dice il professor Miesenböck. "L'orologio biologico dice che è il momento giusto, e l'interruttore del sonno ha costituito la pressione durante una giornata di veglia".


Il lavoro sui moscerini della frutta ha permesso di scoprire la parte critica del commutatore del sonno."Abbiamo scoperto moscerini mutanti che non riuscivano a recuperare il sonno perduto dopo che erano stati tenuti svegli tutta la notte", dice il dottor Jeffrey Donlea. I moscerini si fermano quando dormono e richiedono più disturbo per svegliarsi. I moscerini privati ​​del sonno sono inclini a addormentarsi e sono cognitivamente compromessi - hanno gravi deficit di apprendimento e memoria, proprio come la perdita di sonno negli esseri umani porta a problemi.


Il Professor Miesenböck dice: "L'omeostato del sonno è simile al termostato nella nostra casa. Il termostato misura la temperatura e accende il riscaldamento se è troppo freddo. L'omeostato del sonno misura quanto tempo il moscerino è stato sveglio e accende un piccolo gruppo di cellule specializzate nel cervello, se necessario. E' la potenza elettrica di queste cellule nervose che mette a dormire il moscerino". Nei moscerini mutanti, i ricercatori sono stati in grado di mostrare che un componente molecolare chiave dell'interruttore dell'attività elettrica è rotto ed i neuroni che inducono il sonno sono sempre spenti, causando insonnia.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Oxford (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Jeffrey M. Donlea, Diogo Pimentel, Gero Miesenböck. Neuronal Machinery of Sleep Homeostasis in Drosophila. Neuron, 2014; 81 (4): 860 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.12.013

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)