Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Osservate le molecole mentre diventano ricordi

In due studi apparsi il 24 gennaio su Science, ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University hanno usato tecniche avanzate di imaging per chiarire come il cervello produce i ricordi.


Queste scoperte sulle basi molecolari della memoria sono state rese possibili da un tour de force tecnologico mai raggiunto negli animali: un modello di topo sviluppato all'Einstein in cui sono state marcate con fluorescenza le molecole cruciali per produrre i ricordi, in modo da poterle osservare mentre viaggiavano in tempo reale nelle cellule cerebrali viventi.


Gli sforzi per scoprire come i neuroni producono i ricordi si sono da tempo confrontati con un ostacolo importante: i neuroni sono estremamente sensibili a qualsiasi tipo di perturbazione, e solo sondando il loro funzionamento più profondo gli scienziati possono vedere i processi molecolari che culminano nei ricordi.


Per scrutare in profondità i neuroni senza danneggiarli, i ricercatori dell'Einstein hanno sviluppato un modello di topo con la marcatura fluorescente di tutte le molecole di RNA messaggero (mRNA) che codificano per la proteina beta-actina, una proteina strutturale essenziale presente in grande quantità nei neuroni del cervello e considerata cruciale nel produrre i ricordi. L'mRNA è una famiglia di molecole di RNA che copiano le informazioni genetiche del DNA e le traducono in proteine ​​che rendono possibile la vita.


"E' interessante notare che siamo riusciti a sviluppare questo topo senza dover usare un gene artificiale o altri interventi che potrebbero avere interrotto i neuroni e mettere in discussione i risultati", ha detto Robert Singer, PhD, autore senior di entrambi i documenti, professore e co-presidente del dipartimento di anatomia e biologia strutturale dell'Einstein e condirettore del Gruss Lipper Biophotonics Center dell'Einstein. Egli è anche docente Harold e Muriel Block di Anatomia e Biologia Strutturale all'Einstein.


Nella ricerca descritta nei due documenti su Science, i ricercatori dell'Einstein hanno stimolato i neuroni dell'ippocampo del topo, dove i ricordi sono prodotti e memorizzati, e hanno poi guardato le molecole di mRNA beta-actina fluorescenti che si formavano nel nucleo dei neuroni e viaggiavano all'interno dei dendriti, le ramificazioni del neurone. Hanno scoperto che l'mRNA nei neuroni è regolato da un nuovo processo descritto come "mascheramento" e "smascheramento" ["masking"/"unmasking"], che permette alla proteina beta-actina di essere sintetizzata in tempi e luoghi specifici e in quantità specifiche.


"Sappiamo che il mRNA della beta-actina che abbiamo osservato in questi due documenti è RNA 'normale', trascritto dal gene beta-actina presente naturalmente nel topo", ha detto il Dr. Singer. "E attaccare una proteina fluorescente verde alle molecole di mRNA non ha influenzato i topi, che erano in buona salute e in grado di riprodursi".


I neuroni si uniscono nelle sinapsi, dove le sottili "spine" dendritiche dei neuroni si afferrano l'una con l'altra, proprio come le dita di una mano si incastrano in quelle dell'altra. L'evidenza indica che la stimolazione neurale ripetuta aumenta la forza delle connessioni sinaptiche, modificando la forma di queste "dita" dendritiche ad incastro. La proteina beta-actina sembra rafforzare queste connessioni sinaptiche, modificando la forma delle spine dendritiche. Si ritiene che i ricordi siano codificati quando si formano connessioni sinaptiche stabili e durature tra i neuroni in contatto tra loro.

 

[Per approfondire leggi il resto del documento in Inglese, clicca su > einstein.yu.edu]

 

 

 

 

 


FonteAlbert Einstein College of Medicine of Yeshiva University.

Riferimenti:

  1. H. Y. Park, H. Lim, Y. J. Yoon, A. Follenzi, C. Nwokafor, M. Lopez-Jones, X. Meng, R. H. Singer. Visualization of Dynamics of Single Endogenous mRNA Labeled in Live Mouse. Science, 2014; 343 (6169): 422 DOI: 10.1126/science.1239200
  2. A. R. Buxbaum, B. Wu, R. H. Singer. Single  -Actin mRNA Detection in Neurons Reveals a Mechanism for Regulating Its Translatability. Science, 2014; 343 (6169): 419 DOI: 10.1126/science.1242939


Pubblicato in einstein.yu.edu (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.