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La buona notizia in quelle cattive

La psicologia dimostra che non ci vuole molto a metterci di cattivo umore. Basta la lettura delle notizie del mattino per farlo. Ed essere di cattivo umore rallenta i tempi di reazione, e colpisce le abilità cognitive di base come la parola, la scrittura, e il far di conto. Se si legge un titolo di giornale deprimente al mattino, è possibile andare peggio sul lavoro tutto il giorno.


Ma una nuova ricerca dei Dott. Moshe Shay Ben-Haim, Yaniv Mama, Michal Icht e Daniel Algom della School of Psychological Sciences dell'Università di Tel Aviv, rivela che l'esposizione ripetuta ad un evento negativo neutralizza il suo effetto sul nostro umore e il nostro pensiero. Lo studio, pubblicato in Attention, Perception, & Psychophysics, ha vaste implicazioni per comprendere le nostre emozioni.


"Si sa che un cattivo umore rallenta la cognizione"
, dice il Dott. Ben-Haim. "Abbiamo dimostrato che, al contrario di quello che si potrebbe pensare, è possibile evitare di entrare in un cattivo umore dall'inizio, soffermandosi su un evento negativo. Se si guarda il giornale prima di andare a lavorare e si vede un titolo su un bombardamento o una tragedia di qualche tipo, è meglio leggere l'articolo fino in fondo ed esporsi ripetutamente alle informazioni negative. Saremo liberi di andare avanti nella giornata con un umore migliore e senza effetti negativi".


Troppo poco di una cosa negativa

Il "compito emotivo Stroop" è il test psicologico più utilizzato per valutare lo stato emotivo. I partecipanti vedono una serie di parole e viene loro chiesto di nominare i colori in cui sono stampate. In generale, alle persone serve più tempo per identificare i colori di parole negative come "terrorismo" che di parole neutre come "tavola". La tendenza è particolarmente evidente nelle persone con disturbi emotivi, come la depressione o l'ansia.


Vengono date in genere due spiegazioni. Una è che le parole negative distraggono di più, e l'altra è che esse sono più minacciose. Secondo entrambe le teorie, il risultato è che sono disponibili meno risorse mentali per identificare il colore dell'inchiostro.


Nessuna delle due spiegazioni sembra prevedere gli effetti prolungati nel tempo. Dopo la distrazione o la minaccia iniziali, ci si aspetterebbe che le persone tornino ad individuare i colori di inchiostro delle parole neutre senza indugio. Infatti, i pochi studi precedenti che sono stati fatti in materia dimostrano che non importa se alle persone vengono mostrate prima parole negative o neutre. Ma in una serie di quattro esperimenti che coinvolgevano il compito emotivo Stroop, i ricercatori hanno dimostrato che questi studi sono viziati da un difetto di progetto del test per come è somministrato di solito.


Nella maggior parte dei casi, le persone nel test vedono da 10 a 12 volte 4/5 parole negative, insieme a 4/5 parole neutre. I ricercatori hanno scoperto, dopo aver mostrato la stessa parola negativa solo due volte, che i soggetti erano in grado di identificare il colore dell'inchiostro senza ritardo. D'altra parte, quando le persone vedono le parole negative solo una volta, nominano in seguito il colore delle parole neutre più lentamente. Le teorie esistenti non possono spiegare questi risultati.


I ricercatori suggeriscono una spiegazione alternativa basata sulla ricerca precedente: le parole negative mostrate alle persone nel compito emotivo Stroop le mettono di cattivo umore, ma con la ripetizione, le parole perdono il loro potere affettivo.


La spiegazione dei ricercatori è supportata da un questionario somministrato alle persone dopo che hanno completato il compito. Quelli che avevano visto ogni parola negativa solo una volta sono diventati di cattivo umore e soffrivano di effetti intensi, mentre quelli che avevano visto le parole negative ripetutamente non hanno sofferto degli stessi postumi. I partecipanti che erano di cattivo umore hanno anche completato il questionario di valutazione in un tempo maggiore.


Il lavoro dei ricercatori potrebbe avere un grande impatto sulla nostra comprensione delle emozioni, dell'attenzione, e sul modo di elaborare spunti per l'ambiente. Esso può anche influenzare la diagnosi e il trattamento di molti disturbi.

 

 

 

 

 


Fonte: American Friends of Tel Aviv University.

Riferimenti: Moshe Shay Ben-Haim, Yaniv Mama, Michal Icht, Daniel Algom. Is the emotional Stroop task a special case of mood induction? Evidence from sustained effects of attention under emotion. Attention, Perception, & Psychophysics, 2013; DOI: 10.3758/s13414-013-0545-7

Pubblicato in aftau.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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