Ricercatori nei Paesi Bassi, credono di aver fatto un significativo passo avanti nello sviluppo di un farmaco per trattare la malattia di Alzheimer.
Il team del Netherlands Institute for Neuroscience ha scoperto una serie di cellule cerebrali che si attivano in una fase precoce della malattia, quando non ci sono ancora sintomi visibili.
Il responsabile del team, Prof Dick Swaab, crede che se questo processo di attivazione può essere simulato attraverso farmaci una volta che la malattia è progredita, i sintomi successivi possono essere ridotti significativamente.
I risultati del team, che dovrebbero essere pubblicati sulla rivista di neurologia Brain, indicano che nella primissima fase della malattia, i pazienti non sembrano avere alcun deficit di memoria o altri sintomi comunemente associati con le fasi successive della malattia. Però sotto il microscopio i segni della malattia sono visibili.
Il Prof Swaab dice che "Il cervello stesso sembra compensare il danno della malattia; quasi 500 geni nella parte anteriore della corteccia paraippocampale di conseguenza diventano più attivi. Questi geni provvedono a che le cellule nervose sono in grado di comunicare meglio tra di loro, permettendo alle funzioni cognitive delle persone di persistere. Non appena questi geni diventano meno attivi, le menomazioni alla memoria diventano evidenti."
Secondo il prof Swaab, questa scoperta rappresenta un passo importante sulla strada della ricerca di farmaci efficaci. “Consideriamo questi geni temporaneamente attivi come un indicatore per una medicina. Una volta che la malattia è progredita fino a uno stadio più avanzato, possiamo vedere se siamo in grado di riattivare le cellule del cervello con l'uso di medicinali".
Prof Swaab ha aggiunto che un farmaco per il morbo di Alzheimer sarà disponibile solo per le generazioni future.
L'Alzheimer è la causa più comune di demenza, che colpisce uno su 20 di quelli oltre i 65 anni. Ci sono attualmente 44.000 pazienti affetti da demenza in Irlanda, ma dovrebbero superare i 100.000 entro i prossimi 20 anni, secondo l'Alzheimer's Society of Ireland.
Nella malattia di Alzheimer, le cellule nervose del cervello e le connessioni tra queste cellule si rompono, impedendo al cervello di funzionare bene.
IrishTimes.com, 26 ottobre 2010