Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaci x pressione sangue dimostrano di ridurre il rischio di Alzheimer

Un'analisi, guidata dalla Johns Hopkins, di dati precedentemente raccolti su più di 3.000 anziani americani suggerisce con forza che assumere alcuni farmaci per la pressione del sangue, che controllano la pressione arteriosa, può ridurre il rischio di demenza dovuta ad Alzheimer (AD).


In un rapporto pubblicato di recente nella rivista Neurology, un gruppo di ricercatori ha scoperto che le persone di oltre 75 anni, con cognizione normale, che hanno usato diuretici, bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB) e inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE), hanno mostrato un rischio ridotto di demenza di AD di almeno il 50 percento.


Inoltre, i diuretici sono associati ad un rischio inferiore del 50 percento per quelli del gruppo con deterioramento cognitivo lieve. Beta-bloccanti e antagonisti del calcio non hanno mostrato un collegamento ad un rischio ridotto, secondo gli scienziati.


"Identificare nuovi trattamenti farmacologici per prevenire o ritardare l'insorgenza della demenza di AD è fondamentale, data la scarsità di interventi efficaci disponibili", dice l'autore, Sevil Yasar, MD, Ph.D. , assistente professore di medicina al Dipartimento di Medicina Geriatrica e Gerontologia della Johns Hopkins University School of Medicine. "Il nostro studio è stato in grado di replicare i risultati precedenti, e poi siamo riusciti anche a dimostrare che l'effetto benefico di questi farmaci per la pressione sanguigna va forse al di là del controllo della pressione arteriosa, e potrebbe aiutare i medici a scegliere un farmaco antiipertensivo basato non solo sul controllo della pressione del sangue, ma anche su ulteriori vantaggi".


L'Alzheimer è un problema clinico e di salute pubblica in rapida crescita nella popolazione sempre più vecchia degli Stati Uniti, e la causa più comune del declino intellettuale e sociale. Yasar ed i suoi colleghi hanno condotto un'analisi "post-hoc" delle informazioni raccolte in origine nello studio chiamato Ginkgo Evaluation of Memory Study (GEMS), un impegno di sei anni per determinare se l'uso del ginkgo biloba possa ridurre il rischio di AD. Questo studio clinico, in doppio cieco randomizzato e controllato, di 3.069 adulti senza demenza, di età compresa tra 75 e 96 anni, é iniziato nel 2000 e i partecipanti sono stati reclutati in quattro città degli Stati Uniti: Hagerstown nel Maryland, Pittsburgh in Pennsylvania, Winston-Salem/Greensboro nella Carolina del Nord, e Sacramento in California.


Yasar ha detto che, anche se lo studio GEMS non ha mostrato alcun beneficio dal ginkgo biloba per ridurre l'incidenza della demenza, erano disponibili delle informaizoni sui partecipanti allo studio relative al loro utilizzo di diverse classi di farmaci antipertensivi. Studi approfonditi indicano che l'ipertensione è un fattore di rischio per le demenze, compreso l'AD, e non ci sono consigli che i farmaci usati per controllare la pressione sanguigna abbiano un effetto protettivo sul cervello, oltre a controllare la pressione del sangue.


Secondo lui, la domanda era capire quali sono associati ad un rischio ridotto di demenza di AD, e quali non lo sono. Yasar e colleghi hanno esaminato 2.248 soggetti del GEMS, dei quali 351 hanno riferito l'uso di un diuretico, 140 l'uso di ARB, 324 l'uso di ACE-inibitori, 333 l'uso di calcio-antagonisti e 457 l'uso di beta-bloccanti. L'età media di questo gruppo era 78,7 anni, e per il 47 per cento erano donne.  "Abbiamo confermato i risultati precedenti sull'effetto protettivo di alcuni di questi farmaci, non solo nei partecipanti con cognizione normale, ma anche in quelli con decadimento cognitivo lieve", dice Yasar. "Inoltre, siamo anche riusciti a valutare il possibile ruolo di un'elevata pressione arteriosa sistolica nella demenza di AD, mettendo quelli in ogni gruppo di farmaci nelle categorie sopra e sotto il valore pressore sistolico di 140 mmHg, il limite standard per la diagnosi di ipertensione".


Yasar avverte che l'analisi ha i suoi limiti, a causa principalmente del fatto che i dati raccolti dallo studio GEMS non sono stati raccolti per misurare direttamente l'effetto dei farmaci, e dal fatto che era impossibile dire con certezza quanto ciascun gruppo di partecipanti si sia attenuto strettamente al trattamento farmacologico. E il team di ricerca non disponeva neppure di informazioni sull'uso di farmaci da parte dei soggetti prima del periodo di studio.


Ma, ha detto, "il modello coerente che abbiamo visto, di riduzione del rischio di demenza AD associato a questi farmaci, merita ulteriori studi, compreso l'uso di scansioni cerebrali, per comprendere meglio le basi biologiche di queste associazioni". Tali studi, ha aggiunto, "potrebbero portare alla identificazione di nuovi bersagli farmacologici per gli interventi di prevenzione per rallentare il declino cognitivo e forse ritardare la progressione della demenza di AD".

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine.

Riferimenti: S. Yasar, J. Xia, W. Yao, C. D. Furberg, Q.-L. Xue, C. I. Mercado, A. L. Fitzpatrick, L. P. Fried, C. H. Kawas, K. M. Sink, J. D. Williamson, S. T. DeKosky, M. C. Carlson. Antihypertensive drugs decrease risk of Alzheimer disease: Ginkgo Evaluation of Memory Study. Neurology, 2013; 81 (10): 896 DOI: 10.1212/WNL.0b013e3182a35228

Pubblicato in hopkinsmedicine.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)