Secondo una nuova ricerca, gli anziani che ricevono una anestesia generale durante un intervento chirurgico hanno il 35% in più di probabilità di sviluppare, come conseguenza, la demenza anni dopo.
Lo studio riapre la questione degli agenti anestetici che possono potenzialmente interessare il cervello dei bambini o degli anziani, come suggeriscono alcune evidenze.
La ricerca francese, che sarà presentata domani, Domenica, ad una conferenza di anestesisti, identifica la disfunzione cognitiva postoperatoria (POCD, una comune complicanza di tipo delirium delle operazioni chirurgiche importanti nelle persone anziane) come probabile causa di demenza che si sviluppa alcuni anni dopo. Alcuni scienziati ritengono che la POCD possa essere associata alla demenza a causa di un meccanismo patologico comune che coinvolge il peptide amiloide-beta.
Le placche amiloidi sono presenti nel cervello di chi soffre di Alzheimer, di gran lunga la forma più comune di demenza, così come nella demenza a corpi di Lewy e nella demenza del Parkinson. Studi precedenti avevano suggerito che alcuni anestetici possono promuovere l'infiammazione dei tessuti neurali e quindi portare a POCD o ai precursori dell'Alzheimer che comprendono le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari. Ma gli autori, guidati dal dottor François Sztark dell'Università di Bordeaux, dicono che non è ancora certo che la POCD possa essere un precursore della demenza.
La loro ricerca si è basata sui dati dello studio 3C, che ha iniziato l'esame della salute di 9.294 persone dai 65 anni in su nelle città francesi di Bordeaux, Dijon e Montpellier fin dal 1999, per valutare il rischio di demenza e di declino delle funzioni cognitive legate ai fattori di rischio vascolare. I partecipanti sono stati controllati due, quattro, sette e dieci anni più tardi. Ogni volta, ai 7.008 pazienti senza demenza è stato chiesto se avessero avuto una anestesia generale o locale, dal momento del precedente check-up. Dopo due anni, 2.309 (33%) avevano subito un episodio di anestesia in quel periodo; per 1.333 (19%) era generale e per 948 (14%) locale. In totale 632 partecipanti hanno sviluppato la demenza in otto anni.
Il gruppo di Sztark ha scoperto che, dopo due anni di studio, il 37% di quelli con demenza erano stati esposti ad anestesia, rispetto al 32% di coloro che non avevano contratto una neurodegenerazione. Mentre il 22% dei pazienti con demenza aveva avuto un anestetico generale, a fronte del 19% di quelli senza demenza. Una sintesi dei risultati, che saranno presentati alla riunione annuale della Società Europea di Anestesiologia, afferma: "Dopo le correzioni, i partecipanti con almeno una anestesia generale nel corso del follow-up avevano un rischio maggiore del 35% di sviluppare una demenza rispetto ai partecipanti senza anestesia". Tale rischio è per l'anestesia generale, non per tutte le anestesie, sottolineano.
Sztark scrive che gli autori avevano un "intervallo di confidenza al 95%" nel livello di aumento del rischio per una condizione che hanno già 800 mila cittadini britannici, un numero che dovrebbe salire a oltre un milione entro il 2021 a causa dell'invecchiamento della popolazione. Il vero rischio è tra l'11% e il 63%, ha aggiunto. "Questi risultati confermano un aumento del rischio di demenza diversi anni dopo l'anestesia generale". I professionisti sanitari dovrebbero, dice, essere consapevoli della possibilità di POCD al momento di decidere come gestire i pazienti anziani che stanno per essere completamente anestetizzati.
Le organizzazioni che si occupano di demenza hanno risposto con cautela. Il Dr Eric Karran, direttore della ricerca di Alzheimer's Research UK, ha detto: "Questi sono dati preliminari e, data la complessità dei risultati, abbiamo bisogno di attendere la completa pubblicazione peer-reviewed [=a controllo dei pari] prima dell'interpretazione finale dei risultati. La ricerca sull'impatto degli anestetici sulla demenza è impegnativa, perché può essere molto difficile distinguere causa ed effetto. La demenza è causata da diverse malattie del cervello, molte delle quali derivano da un complesso mix di fattori genetici e ambientali".
Il Dr Doug Brown, direttore della ricerca della Alzheimer's Society, ha detto: "I primi risultati di questo studio supportano l'opinione che l'anestesia può aumentare il rischio di sviluppare demenza, ma rimangono ancora domande circa il motivo per cui questo succede e se ci sono altri fattori in gioco".
Pubblicato da Denis Campbell in The Guardian il 31 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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