Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Uovo di Colombo? La regolazione di una singola proteina induce i fibroblasti a diventare neuroni

Reprimere una singola proteina nei normali fibroblasti è sufficiente per convertire direttamente le cellule (abbondantemente presenti nei tessuti connettivi) in neuroni funzionali.

La scoperta, che potrebbe avere implicazioni di ampia portata nello sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie neurodegenerative come la corea di Huntington, il Parkinson e l'Alzheimer, è anticipata online e sarà presente nel numero di stampa del 17 Gennaio della rivista Cell.


Negli ultimi anni, gli scienziati hanno progredito drasticamente nella capacità di indurre le cellule staminali pluripotenti a diventare qualsiasi tipo di cellula, un importante passo per molti diversi sforzi terapeutici. Il nuovo studio si concentra sul ruolo sorprendente e singolare della PTB, una proteina che lega l'RNA, molto conosciuta per il suo ruolo nella regolazione dello splicing alternativo dell'RNA [processo attraverso il quale da uno stesso gene possono derivare diverse proteine, dette isoforme].


Micrografia confocale di una cellula primaria di
fibroblasti umani allevati in cultura tinta blu della
actina, una proteina molto abbondante che forma
il citoscheletro delle cellule. I mitocondri, produttori
di energia, sono visibili in verde. (Credit: Image courtesy of Matthew Daniels, University of Oxford and Wellcome Images)


Negli esperimenti in vitro, gli scienziati della School of Medicine della University of California di San Diego e dell'Università di Wuhan in Cina descrivono l'importante ruolo di regolamentazione della proteina in un circolo autocorrettivo che coinvolge anche il microRNA (una classe di piccole molecole che modulano l'espressione di quasi il 60 percento di geni negli esseri umani). Sono stati identificate e caratterizzate a vari gradi circa 800 miRNA.


Una di queste miRNA, denominata miR-124, modula in particolare i livelli di PTB durante lo sviluppo del cervello. I ricercatori hanno scoperto che, quando cellule di diversi tipi vengono svuotate di PTB, diventano cellule simili ai neuroni o addirittura neuroni funzionali: un effetto inaspettato. La proteina, hanno determinato, funziona con un ciclo complesso che coinvolge un gruppo di fattori di trascrizione REST doppiato che silenzia l'espressione di geni neuronali nelle cellule non neuronali.


Secondo il ricercatore principale Xiang Dong-Fu, PhD, professore di medicina cellulare e molecolare all'Università della California di San Diego, non si sa quale segnale neuronale o quali segnali attivino il ciclo, che in linea di principio può avvenire in qualsiasi punto del cerchio. Ma la capacità di manipolare artificialmente il livello di PTB nelle cellule, inducendole a diventare neuroni, offre allettanti possibilità agli scienziati nella ricerca di nuove cure per una serie di malattie neurodegenerative.


Si stima che in un intero ciclo di vita, un americano ogni quattro soffra di una malattia neurodegenerativa: dall'Alzheimer al Parkinson, dalla sclerosi multipla alla sclerosi laterale amiotrofica (malattia di Lou Gehrig). "Tutte queste malattie sono attualmente incurabili. Le terapie esistenti si concentrano solo sul tentativo di preservare i neuroni o rallentare il tasso di degenerazione", dice Fu. "I ricercatori stanno lavorando sull'idea di sostituire i neuroni perduti utilizzando cellule staminali embrionali, ma ci sono molti problemi, tipo l'utilizzo di DNA estraneo o il fatto che si tratta di un processo molto complesso con una bassa efficienza".


Fu spiega che il REST è espresso nelle cellule, ovunque tranne che nei neuroni. La PTB è di per sé un obiettivo della miR-124, ma agisce anche come rottura di questo microRNA per attaccare altri bersagli cellulari che includono il REST, responsabile della repressione della miR-124. Nelle cellule non neuronali, il REST mantiene giù la miR-124 e la PTB impone questo ciclo di ritorni negativi, ma durante l'induzione neurale, si induce miR-124, che diminuisce la PTB, e senza PTB come rottura, viene smontato il REST, e senza REST, viene prodotta miR-124 aggiuntiva. Questo ciclo procedendo diventa quindi positivo, trasformando le cellule non neuronali in neuroni.


"Se imparassimo a manipolare la PTB, che sembra essere una sorta di regolatore principale, potremmo finalmente essere in grado di evitare alcuni di questi problemi con la creazione di nuovi neuroni nei pazienti che utilizzano le proprie cellule, adiacenti ai neuroni in deterioramento", ha detto Fu.


Co-autori sono Yuanchao Xue e Zhou Yu, Università di Wuhan in Cina e del Dipartimento di Medicina Cellulare e Molecolare dell'UCSD; Kunfu Ouyang, Gang Wang e Ju Cheng, del Dipartimento di Medicina dell'UCSD; Jie Huang, Qijia Wu, Yanzhen Bi, Li Jiang, Zhiqiang Cai, Hui Sun, Hairi Li e Chaoliang Wei del Dipartimento di Medicina Molecolare e Cellulare dell'UCSD; Hong Ouyang e Kang Zhang, dell'Istituto di Medicina Genomica dell'UCSD; e Zhang Yi dell'Università di Wuhan in Cina e del Centro per l'Analisi del Genoma di Wuhan in Cina. Il finanziamento per questa ricerca è venuto, in parte, dal National Institutes of Health e dai Programmi 973 della Cina.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of California - San Diego, via Newswise.

Riferimento:
Yuanchao Xue, Kunfu Ouyang, Jie Huang, Yu Zhou, Hong Ouyang, Hairi Li, Gang Wang, Qijia Wu, Chaoliang Wei, Yanzhen Bi, Li Jiang, Zhiqiang Cai, Hui Sun, Kang Zhang, Yi Zhang, Ju Chen, Xiang-Dong Fu. Direct Conversion of Fibroblasts to Neurons by Reprogramming PTB-Regulated MicroRNA Circuits. Cell, 2013; DOI: 10.1016/j.cell.2012.11.045.

Pubblicato in ScienceDaily il 10 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)