Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Coloro che assumono Metilfenidato sono molto più consapevoli dei propri errori

In un nuovo studio, il dottor Rob Hester del Dipartimento di Scienze Psicologiche e i colleghi del Queensland Brain Institute, hanno studiato come il cervello controlla, in continuo, il comportamento per gli errori nelle prestazioni - in particolare per i mancati controlli degli impulsi.

Si è riscontrato che una singola dose di metilfenidato (Ritalin negli USA) si traduce in un'attività significativamente maggiore della rete di monitoraggio degli errori del cervello e di migliore consapevolezza dei volontari dei propri errori.


La minore consapevolezza degli errori di esecuzione, limita la misura in cui gli esseri umani correggono il loro comportamento ed è stata collegata alla perdita di intuizioni in un certo numero di patologie cliniche, tra cui l'Alzheimer, la schizofrenia e il disturbo di iperattività da deficit di attenzione (ADHD). I risultati dimostrano che l'attività in quelle parti del cervello che si occupano di errori umani, compreso il cingolato dorsale anteriore (DACC) e il lobulo parietale inferiore (IPL), varia a seconda se i partecipanti sono consapevoli dei loro errori prestazionali. I ricercatori hanno dimostrato in modo cruciale che una singola dose clinicamente rilevante di metilfenidato, che agisce aumentando i livelli di catecolamine nel cervello, migliora notevolmente la consapevolezza degli errori negli adulti sani.


I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per mostrare che il metilfenidato è stato in grado di promuovere la consapevolezza degli errori prestazionali rafforzando le differenze di attivazione all'interno del dACC e l'IPL per gli errori commessi con e senza consapevolezza, rispetto al placebo e ai farmaci di confronto.


Pur avendo lo studio fornito solo una singola dose di metilfenidato ai partecipanti sani, e aveva bisogno di essere replicato in persone che usano dosi cliniche standard, i dati mettono in evidenza il potenziale della terapia farmacologica per affrontare i problemi di consapevolezza e di comprensione che caratterizzano una serie di condizioni neurologiche e psichiatriche.


Il dottor Hester ha detto che la mancanza di riconoscere gli errori era legata a scarsa conoscenza della condizione clinica di una persona, che può compromettere il trattamento. "Ad esempio, in condizioni come la schizofrenia e l'Alzheimer, una scarsa consapevolezza degli errori è associata a deliri, paranoia ed è causa di notevole disagio ai pazienti", ha detto. "Non riuscire a riconoscere il proprio errore al momento può spiegare la differenza tra il ricordo e la realtà che si affronta. La comprensione dei meccanismi cerebrali che sottendono il modo in cui diventiamo consapevoli dei nostri errori è un primo passo importante per migliorare la consapevolezza degli errori, e ridurre potenzialmente questi sintomi".


 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della University of Melbourne.

Pubblicato in ScienceDaily il 27 Febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.