Quando finisce l'influenza, si potrebbe pensare che il peggio è passato dopo una settimana di mal di gola e dolori muscolari.
Ma la ricerca emergente suggerisce che tali infezioni virali possono avere effetti durataturi e invisibili sul cervello. E inoltre i virus come l'influenza e l'herpes possono lasciare cellule cerebrali vulnerabili alla degenerazione più tardi nella vita, e aumentare il rischio di sviluppare malattie come l'Alzheimer e il Parkinson.
"Questo perché questi virus possono entrare nel cervello e scatenare una risposta immunitaria - infiammazione - che può danneggiare le cellule cerebrali. I virus e le altre fonti di infiammazione possono essere fattori scatenanti alcune delle più comuni malattie neurologiche", afferma Ole Isacson, professore di neurologia alla Harvard Medical School (nella foto), che ha discusso l'argomento in un articolo pubblicato il 15 febbraio sulla rivista Science Translational Medicine.
"E' improbabile che un attacco di influenza causi danni significativi. Ma nel corso della vita, le lesioni alle cellule si accumulano", scrive Isacson, "e insieme agli stress ambientali, questo può uccidere le cellule e sviluppare malattie cerebrali. La variazione nel numero di infezioni che contraiamo può fare la differenza tra sviluppare il Parkinson a 65 o a 95 anni. E' possibile che attenuare l'infiammazione che si verifica poco dopo l'infezione virale possa ridurre i danni alle cellule e il rischio di malattia del cervello in seguito". Isacson indica uno studio del 2011, su 135.000 uomini e donne, che ha scoperto che quelli che hanno preso ibuprofene (un farmaco che può ridurre l'infiammazione) avevano il 30 per cento in meno di probabilità di sviluppare il Parkinson nei sei anni successivi rispetto a chi non ha preso il farmaco.
Infezione al cervello
Uno dei primi elementi di prova del collegamento virus-malattia encefalica, deriva dalla pandemia influenzale del 1918, secondo l'articolo di Isacson. "Dopo quello scoppio, c'è stato un drammatico aumento dei casi di una malattia chiamata parkinsonismo postencefalitico, che ha molti degli stessi sintomi del Parkinson. In un test del legame più rigoroso, uno studio del 2009 ha dimostrato che topi iniettati con il virus dell'influenza H5N1 sviluppano infezioni nelle cellule in una regione del cervello conosciuta per essere significativamente influenzata dal morbo di Parkinson", dice Isacson.
"La ricerca ha anche dimostrato che l'infezione con alcuni virus dell'herpes può aumentare il rischio di Alzheimer. E molto raramente, encefaliti, o infiammazioni del cervello causate da virus, possono portare direttamente ad una forma acuta, ma transitoria, della malattia di Parkinson. Ma più spesso, le infezioni virali nel cervello sono silenziose", scrive Isacson, on ne vediamo il pieno impatto fino a quando la degenerazione cerebrale è sostanziale".
Prevenire le malattie
"Diverse settimane dopo l'infezione, le molecole note come citochine infiammatorie raggiungono un picco di concentrazione", dice Isacson. Isacson e i suoi colleghi sospettano che questa "tempesta di citochine" sia responsabile del danneggiamento delle cellule cerebrali associato a infezioni virali. "Se i ricercatori potessero trovare un modo per bloccare che si verifichi questo picco, si potrebbe ridurre il rischio di alcune malattie neurologiche", dice Isacson. Aggiungendo che i ricercatori potrebbero anche cercare di individuare i virus che causano tempeste di citochine particolarmente gravi, per capire meglio quali infezioni rappresentano il maggior rischio per il cervello.
"L'idea che l'infiammazione del sistema immunitario possa influenzare lo sviluppo dell'Alzheimer e di altri disturbi neurologici è solo una ipotesi tra le tante che sono oggetto di indagine oggi", ha detto Heather Snyder (foto a sinistra), direttrice associata senior dei rapporti medici e scientifici dell'Alzheimer's Association. "Sono necessarie ulteriori ricerche per capire quale, se c'è, effetto ha il sistema immunitario sulle malattie cerebrali", aggiunge la Snyder.
Fai passare: L'infezione da alcuni virus può aumentare il rischio di malattie del cervello.
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Pubblicato da Rachael Rettner su MyHealthNewsDaily il 15 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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