Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo approccio mirato per proteggere i neuroni dalla degenerazione

Complete neuron cell diagram it

Le condizioni neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA) e di Parkinson (MP) comportano una progressiva perdita di neuroni dovuta a danni indotti dalla malattia. L'enzima 'chinasi doppia leucina-zipper' (DLK, dual leucine-zipper kinase) ha un ruolo chiave in questo processo, dicendo ai neuroni danneggiati o malsani quando dovrebbero ridurre i danni e autodistruggersi. Quindi, risparmiare i neuroni dal DLK è un'attraente strategia terapeutica che potrebbe rallentare la progressione delle malattie.


I tentativi passati di inibire l'azione del DLK nei pazienti umani, tuttavia, hanno portato a effetti collaterali inaspettati che hanno influenzato il sistema nervoso, suggerendo che il DLK ha anche effetti benefici sui neuroni e che il suo blocco indiscriminato è dannoso. Ora, in un nuovo studio pubblicato su Nature Communications, un gruppo di scienziati guidati da Gareth Thomas PhD, professore associato di scienze neurali del Center for Neural Development and Repair della Temple University di Filadelfia, descrive un modo più preciso per bloccare il DLK nei neuroni danneggiati, preservando la sua funzione in quelli sani.


La rivoluzionaria ricerca riaccende l'interesse per l'inibizione del DLK come strategia di trattamento per le malattie neurodegenerative in un momento critico, visto che i casi di MA, MP e altre condizioni associate alla neurodegenerazione raddoppieranno per il 2040. "Scoprendo un modo più preciso per proteggere i neuroni, il dottor Thomas e il suo team stanno aprendo la strada a trattamenti che potrebbero realmente cambiare i disturbi neurodegenerativi", ha affermato Amy J. Goldberg MD/FACS, preside della facoltà di medicina.


Nel progettare questo approccio rivoluzionario, il team del dott. Thomas ha considerato il modo in cui il danno colpisce gli assoni, le lunghe e sottili proiezioni dei neuroni che trasmettono impulsi all'interno del cervello e del midollo spinale e in altre regioni del corpo. Quando gli assoni sono danneggiati, il DLK invia segnali dal sito di lesione nell'assone al nucleo del neurone, che innesca il processo di autodistruzione. I tentativi precedenti di bloccare completamente l'attività enzimatica del DLK hanno causato lo sviluppo di neuropatia sensoriale grave nei pazienti. "Questa scoperta clinica ha suggerito che l'inibizione convenzionale del DLK potrebbe interrompere la normale struttura e la funzione degli assoni", ha spiegato il dott. Thomas.


Confermando questa idea, quando il suo team ha trattato neuroni coltivati ​​con un inibitore esistente del DLK, hanno effettivamente visto che la struttura assonale si interrompeva rapidamente. Ciò li ha ispirati a cercare un approccio alternativo per bloccare in modo più selettivo l'enzima. "Da alcune delle nostre ricerche precedenti, sapevamo che il DLK invia i segnali di autodistruzione da luoghi molto specifici nei neuroni", ha affermato il dott. Thomas. "Abbiamo pensato che se si potesse impedire al DLK di arrivare in quelle posizioni, non sarebbe in grado di iniziare il processo di autodistruzione".


Lavorando con il dott. Wayne Childers del Moulder Center for Drug Discovery della Temple e con la dott.ssa Margret Einarson del Fox Chase Cancer Center, il team del dott. Thomas ha cercato di identificare composti che alterano la posizione del DLK nelle cellule. "Abbiamo cercato tra più di 28.000 composti e alla fine ne abbiamo trovato due in particolare che proteggono i neuroni dai danni guidati dal DLK", ha detto il dott. Thomas.


I due composti non solo hanno protetto i neuroni coltivati ​​dalla degenerazione, ma hanno anche ridotto la segnalazione DLK nei modelli animali. Molto importante, non hanno causato l'interruzione assonale causata dall'inibizione convenzionale del DLK. "Le nostre scoperte rivelano un modo entusiasmante e nuovo per bloccare i segnali dipendenti dal DLK", ha detto il dott. Thomas.


I prossimi passi prevedono di lavorare con i chimici di medicinali per creare composti più potenti e ancora più specifici e ridurre al minimo gli effetti fuori bersaglio. "Gli attuali composti devono anche essere resi più stabili se vogliamo andare avanti e svilupparli come farmaci. Speriamo che spostare questa classe di composti verso la clinica possa produrre una terapia preziosa per i pazienti in futuro", ha aggiunto.

 

 

 


Fonte: Temple University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Zhang, [+7], GM Thomas. Inhibiting acute, axonal DLK palmitoylation is neuroprotective and avoids deleterious effects of cell-wide DLK inhibition. Nat Comm, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.