Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Da muscoli a memoria: indizi del corpo permettono di capire la segnalazione nel cervello

I nostri bicipiti e le nostre cellule cerebrali possono avere più in comune di quanto si pensava finora.

abstract woman with weights Image by julos on Freepik

Una nuova ricerca condotta dal laboratorio Lippincott-Schwartz all'Howard Hughes Medical Institute di Ashburn (Virginia/USA) mostra che una rete di strutture subcellulari, simili a quelle responsabili della propagazione dei segnali molecolari che inducono i muscoli a contrarsi, si occupano anche della trasmissione di segnali nel cervello che possono facilitare apprendimento e memoria.


"Einstein ha detto che quando usa il suo cervello, è come se stesse usando un muscolo e, a in quel senso, c'è un certo parallelo qui", afferma Jennifer Lippincott-Schwartz, leader del gruppo di ricerca del campus di Janelia dell'istituto. "Lo stesso macchinario funziona in entrambi i casi ma con letture diverse".


Il primo indizio sulla possibile connessione tra il cervello e le cellule muscolari è arrivato quando scienziati di Janelia hanno notato qualcosa di strano nel reticolo endoplasmatico (ER), i fogli e le pieghe di membrana all'interno delle cellule che sono cruciali per molte funzioni cellulari.
Lorena Benedetti, ricercatrice del laboratorio di Lippincott-Schwartz, stava monitorando ad alta risoluzione le molecole lungo la superficie dell'ER nei neuroni di mammiferi quando ha visto che le molecole stavano tracciando un modello ripetuto, a forma di scala, lungo l'intera lunghezza dei dendriti, le estensioni simili a rami che partono dalle cellule cerebrali e che ricevono segnali in arrivo.


Una nuova ricerca mostra che una rete di strutture subcellulari è responsabile della trasmissione di segnali nei neuroni. Questo film mostra queste strutture in immagini di microscopia elettronica 3D ad alta risoluzione dei neuroni del moscerino della frutta. Il reticolo endoplasmatico (verde), la membrana plasmatica (blu), i mitocondri (rosa), i microtubuli (tan) e i contatti della membrana ER-plasma (magenta) sono segmentati da set di dati FIB-SEM di un neurone Drosophila Melanogaster MBON1. Fonte: Benedetti et al.


Nello stesso periodo, il leader senior del gruppo Stephan Saalfeld ha avvisato la Lippincott-Schwartz che anche nelle immagini di microscopia elettronica 3D ad alta risoluzione di neuroni nel cervello dei moscerini, l'ER stava formando regolarmente strutture spaziate e trasversali. L'ER di norma appare come una rete enorme e dinamica, quindi non appena la Lippincott-Schwartz ha visto le strutture, ha realizzato che il suo laboratorio doveva capire a cosa servono.


"Nella scienza, la struttura è funzione", afferma la Lippincott-Schwartz, che dirige anche l'area di ricerca sulla fisiologia cellulare 4D di Janelia. "Questa è una struttura insolita e bella che stiamo vedendo sull'intero dendrite, quindi abbiamo avuto la sensazione che doveva avere una funzione importante".


I ricercatori, guidati dalla Benedetti, hanno iniziato osservando l'unica altra area del corpo nota per avere strutture ER tipo scala: il tessuto muscolare. Nelle cellule muscolari, l'ER e la membrana plasmatica - la membrana esterna della cellula - si incontrano in siti di contatto periodici, una disposizione controllata da una molecola chiamata giuntofilina.


Con scansioni ad alta risoluzione, i ricercatori hanno scoperto che i dendriti contengono anche una forma di giuntofilina che controlla i siti di contatto tra la loro ER e la membrana plasmatica. Inoltre, il team ha scoperto che gli stessi macchinari molecolari che controllano il rilascio di calcio nei siti di contatto delle cellule muscolari - in cui il calcio guida la contrazione muscolare - era presente anche nei siti di contatto dei dendriti, in cui il calcio regola la segnalazione neuronale.


Immagini ad alta risoluzione al rallentatore nei neuroni rivelano il comportamento dinamico dei tubuli dell'ER in contrasto con la persistenza dei siti giunzionali ER-PM nel tempo. Immagini acquisite usando 2D lattice-SIM in modalità burst di HaloTag-Sec61β (etichettato con JF585 HaloTag-ligand) che esprime neuroni. Barre di scala: 0,5 μm. Fonte: Benedetti et al.


Con questi indizi, i ricercatori hanno sospettato che i macchinari molecolari nei siti di contatto dendritici devono essere importanti anche per la trasmissione di segnali di calcio, che le cellule usano per comunicare. Sospettavano che i siti di contatto lungo i dendriti potessero agire come un ripetitore del telegrafo: ricevere, amplificare e propagare segnali su lunghe distanze. Nei neuroni, questo potrebbe spiegare come i segnali ricevuti in siti specifici sui dendriti vengono trasmessi al corpo cellulare a centinaia di micrometri di distanza.


"Non sapevamo ancora come viaggia tale informazione su lunghe distanze e come il segnale di calcio viene amplificato specificamente", afferma la Benedetti. "Abbiamo pensato che l'ER potesse avere quel ruolo e che questi siti di contatto regolarmente distribuiti siano amplificatori localizzati spazialmente e temporalmente: possono ricevere questo segnale di calcio, amplificarlo localmente e trasmetterlo a distanza".


I ricercatori hanno scoperto che questo processo viene innescato quando un segnale neuronale fa sì che il calcio entri nel dendrite attraverso le proteine voltaggio-dipendenti ​​del canale ionico, che sono posizionate nei siti di contatto. Sebbene questo segnale iniziale di calcio si dissipi rapidamente, esso innesca il rilascio di ulteriore calcio dall'ER nel sito di contatto. Questo afflusso di calcio nel sito di contatto attira e attiva una chinasi chiamata CaMKII, una proteina importante per la memoria. La CaMKII altera le proprietà biochimiche della membrana plasmatica, cambiando la forza del segnale che viene trasmesso lungo di essa.


Questo processo continua da un sito di contatto all'altro lungo tutto il dendrite fino al corpo cellulare, dove il neurone decide come comunicherà con altri neuroni. La nuova ricerca rivela un nuovo meccanismo per la trasmissione del segnale nelle cellule cerebrali e aiuta a rispondere a una domanda aperta nelle neuroscienze su come viaggiano i segnali intracellulari su lunghe distanze nei neuroni, consentendo alle informazioni ricevute in siti specifici sui dendriti di essere elaborate nel cervello.


Immagini ad alta risoluzione dei neuroni, che mostrano i lisosomi che si muovono rapidamente attraverso array ER di tipo scala. Scatti acquisiti usando rLattice-SIM of mEmerald-Sec61β che esprime neuroni. Barre di scala: 0,5 μm. Fonte: Benedetti et al.


Fa anche luce sui meccanismi molecolari alla base della plasticità sinaptica (il rafforzamento o l'indebolimento delle connessioni neuronali), che permette l'apprendimento e la memoria. Capire questo processo a livello molecolare potrebbe svelare ulteriormente come funziona il cervello normalmente e nelle malattie in cui questi processi vanno male, come nell'Alzheimer.


"Stiamo dimostrando che una struttura - una bellissima struttura - che opera a un livello di organizzazione subcellulare ha un enorme effetto sul modo in cui l'intero sistema neuronale opera nei confronti della segnalazione del calcio", afferma la Lippincott-Schwartz. "Questo è un ottimo esempio di come, nel fare scienza, vedere una bella struttura può portarti a un mondo completamente nuovo."

 

 

 


Fonte: Howard Hughes Medical Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L Benedetti, [+4], J Lippincott-Schwartz. Periodic ER-plasma membrane junctions support long-range Ca2+ signal integration in dendrites. Cell, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.