Un nuovo studio di un team internazionale di ricercatori, che comprende Francesca Farina e Laura Booi, docenti di Equità nella Salute Cerebrale, evidenzia che la giovane età adulta (18-39 anni) è una fase critica, ma trascurata, per la prevenzione della demenza.
Pubblicato su The Lancet Healthy Longevity, lo studio sottolinea che molti fattori di rischio per la demenza, come la perdita dell'udito, l'ipertensione e cattive abitudini di vita, sono già diffusi tra i giovani adulti, rappresentando un'opportunità unica per un intervento precoce.
Il documento, guidato dal team Next Generation Brain Health, ha riunito esperti di 15 paesi per esplorare strategie di promozione della salute cerebrale nella giovane età adulta. I risultati promuovono la ricerca e le politiche su misura che coinvolgono le generazioni più giovani come partner nella prevenzione della demenza.
Gli autori raccomandano di aumentare la consapevolezza pubblica sulla salute del cervello attraverso l'educazione nelle scuole e campagne di salute pubblica su misura che diano ai giovani adulti gli strumenti per fare scelte più sane. Chiedono anche una maggiore attenzione ai fattori specifici di sesso e genere, come l'impatto della violenza del partner intimo e la salute ormonale, che possono influenzare in modo sproporzionato i risultati sulla salute del cervello nelle donne.
Riconoscendo le disuguaglianze globali, gli autori sottolineano la necessità di sforzi mirati nei paesi a basso e medio reddito e nelle comunità minoritarie, dove l'esposizione a fattori di rischio come l'inquinamento atmosferico, l'istruzione limitata e lo scarso accesso all'assistenza sanitaria è particolarmente elevata.
Lo studio esorta i governi nazionali a introdurre programmi per la salute del cervello con tempistiche chiare e impegni finanziari, insieme alla creazione di consigli consultivi per i giovani adulti per garantire una rappresentanza diversificata nella definizione delle strategie per la salute del cervello.
"La giovane età adulta rappresenta una finestra fondamentale per un intervento che potrebbe ridurre significativamente il rischio di demenza in età avanzata", ha affermato la prima autrice Francesca Farina PhD. "Per garantire risultati cerebrali più sani, i giovani adulti devono essere inclusi come partner chiave negli sforzi di ricerca, istruzione e definizione delle politiche".
Laura Booi PhD, autrice senior, ha aggiunto: "C'è un vero desiderio da parte dei giovani adulti di saperne di più sulla salute del loro cervello: sono molto consapevoli della cognizione e della neurodiversità, e molti si identificano con diagnosi come ADHD o autismo. Questa consapevolezza spinge il loro forte interesse nel comprendere e migliorare la salute del loro cervello".
Fonte: Global Brain Health Institute
Riferimenti: FR Farina, [+34], L Booi. Next generation brain health: transforming global research and public health to promote prevention of dementia and reduce its risk in young adult populations. Lancet Healthy Longevity, 2024, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.