Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Macrofagi cerebrali con ApoE4 sono cruciali per danno ai vasi sanguigni e neurodegenerazione

macrophages green ApoE4 magenta blood microvessels grayLe cellule immunitarie nel cervello chiamate 'macrofagi associati al confine' (verde) sono una fonte di proteina ApoE4 (magenta) e contribuiscono a danneggiare i vasi sanguigni (grigio) e il tessuto cerebrale. Fonte: Park e Iadecola Labs 

Un nuovo studio aiuta a spiegare perché essere portatori dell'ApoE4 - la variante genica legata più strettamente al morbo di Alzheimer (MA) - aumenta il rischio di neurodegenerazione e di danni alla sostanza bianca.


Ricercatori di Weill Cornell Medicine (Cornell University di New York) hanno scoperto che le cellule immunitarie nel cervello chiamate 'macrofagi associati al confine' (BAM, border-associated macrophages) sono una fonte di proteina ApoE4 e contribuiscono a danneggiare i vasi sanguigni e il tessuto cerebrale. Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, può aiutare gli scienziati a identificare nuovi approcci per prevenire o curare il MA nei portatori del gene ApoE4 e altre forme di malattia cerebrale legata all'età.


Il gene ApoE codifica l'apolipoproteina E (ApoE), che ha molti ruoli nel cervello. Ha anche diverse varianti comuni (ApoE2, ApoE3 e ApoE4), una delle quali, l'ApoE4, aumenta il rischio di MA fino a 12 volte. L'ApoE4 aumenta anche il rischio di danni alla sostanza bianca che è alla base della demenza vascolare, la seconda causa di compromissione cognitiva dopo il MA. Tuttavia, non è ancora chiaro il modo in cui l'ApoE4 produce questi effetti dannosi sul cervello.


"Il nostro studio indica i macrofagi associati al confine come mediatore critico di questi effetti deleteri e ci aiuta a capire come l'ApoE4 può contribuire a danneggiare i vasi sanguigni e la sostanza bianca cerebrale nei pazienti con MA o altre forme di malattia cerebrale legata all'età", ha detto il dott. Laibaik Park, coautore senior dello studio, professore associato di ricerca in neuroscienze al Brain and Mind Research Institute di Weill Cornell Medicine.

 

Reazione a catena mortale

"In precedenza abbiamo dimostrato in un altro modello che la proteina amiloide-beta, che si accumula nel cervello dei pazienti con MA, interagisce con un recettore proteico sui BAM", ha affermato il dott. Antoine Anfray, istruttore di neuroscienze al Brain and Mind Research Institute, e primo autore dello studio. "Ciò innesca una reazione a catena che danneggia i vasi sanguigni impedendo loro di eliminare l'amiloide, portando alla degenerazione del tessuto cerebrale".


Nel loro ultimo studio, i ricercatori mostrano che modelli pre-clinici progettati geneticamente per esprimere la variante ApoE4 umana, sviluppano vasi sanguigni alterati e danno tissutale nel cervello, mentre quelli con ApoE3 più benigno rimangono sani. Hanno scoperto che i BAM con la variante ApoE4 producono radicali liberi di ossigeno infiammatori che danneggiano i vasi sanguigni. Di conseguenza, viene limitato il flusso sanguigno necessario per rimuovere i rifiuti e riparare i danni al tessuto cerebrale.


Sorprendentemente, quando hanno avuto i BAM rimossi, i modelli animali con la variante ApoE4 non hanno sperimentato questa cascata dannosa. Lo studio ha anche mostrato che i BAM non sono solo i mediatori del danno indotto da ApoE4, ma anche la fonte di ApoE4 che causa danni. Di conseguenza, la riduzione dell'espressione di ApoE4 nei BAM ha eliminato gli effetti vascolari dannosi.


"Questi risultati mostrano che i BAM sono sia la fonte che l'obiettivo dell'ApoE4 necessario per danneggiare i vasi sanguigni", ha affermato l'autore senior dello studio dott. Costantino Iadecola, direttore e presidente del Brain and Mind Research Institute e professore di neurologia alla Weill Cornell Medicine.


Gli investigatori hanno inoltre confermato che ApoE4 e BAM trasferiti a modelli animali che non avevano la variante ApoE4 hanno sviluppato danni ai vasi sanguigni e ai tessuti. Al contrario, il trapianto di BAM da animali con la variante ApoE3 ad animali con la variante ApoE4 ha invertito il danno.

 

L'ApoE4 contribuisce a un grave effetto avverso del trattamento anti-amiloide

I risultati possono aiutare a spiegare perché alcuni pazienti hanno maggiori probabilità di sperimentare gonfiore e sanguinamenti dannosi nel cervello quando trattati con farmaci anticorpi per la rimozione dell'amiloide come il lecanemab, una complicazione molto frequente nei pazienti con ApoE4. Questa complicazione, definita 'anomalia di imaging amiloide' (ARIA), richiede che il trattamento sia bloccato, limitando i suoi benefici nel rallentare la progressione del MA iniziale.


Comprendere che i vasi sanguigni sono più vulnerabili in alcuni pazienti può aiutare gli scienziati a sviluppare modi per prevenire questo effetto avverso sopprimendo la produzione di ApoE4 da parte dei BAM. Il dott. Iadecola e il dott. Park stanno lavorando allo sviluppo di tali interventi, ma mettono in guardia che è necessario più lavoro prima che i risultati possano essere applicati in clinica. Per ora, stanno cercando dei modi per bloccare i recettori che mediano il danno ai vasi sanguigni correlati all'ApoE4, per ridurre o prevenire gli effetti dannosi della variante genetica nel percorso di eliminazione dell'amiloide-beta.


“Ora sappiamo che l'ApoE4 dai macrofagi associati al confine aumenta il danno ai vasi sanguigni, ma il passo successivo sarebbe trovare un modo per puntare i macrofagi e migliorare la pulizia di amiloide e tau. Scambiare geneticamente la variante genetica ApoE4 con l'ApoE3 può rimuovere meglio l'amiloide? Quella sarà la prova di concetto", ha detto il dott. Iadecola.

 

 

 


Fonte: Weill Cornell Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Anfray, [+9], L Park, C Iadecola. A cell-autonomous role for border-associated macrophages in ApoE4 neurovascular dysfunction and susceptibility to white matter injury. Nat Neurosci, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)