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Cellule staminali migliorano la memoria e riducono l'infiammazione nei topi modello di Alzheimer

Quando le persone pensano al morbo di Alzheimer (MA) e al possibile trattamento, viene spesso in mente per primo l'amiloide, e l'accumulo di placche che invadono la corteccia cerebrale. Tuttavia, gli scienziati stanno scoprendo che il MA è influenzato da molti altri fattori, che comprendono la neuroinfiammazione e la rottura del metabolismo.


Trapiantando cellule staminali neurali umane, ricercatori guidati dalla Università del Michigan hanno migliorato la memoria e ridotto la neuroinfiammazione in topi modello di MA, suggerendo un'altra strada per il potenziale trattamento.  Kevin Chen MD, assistente professore clinico di neurochirurgia e neurologia alla Michigan Medicine, primo autore dello studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience, ha detto:

"Gli effetti benefici del trapianto di cellule staminali neurali umane all'interno del cervello dei topi con MA ci sono stati nonostante livelli invariati di placca amiloide, il che conferisce ulteriori prove che le strategie che puntano la neuroinfiammazione possono essere una strategia terapeutica promettente, indipendentemente dalle placche amiloidi.

"Inoltre, il trattamento era associato alla normalizzazione dell'infiammazione nelle microglia, che sono le cellule immunitarie innate del cervello che si attivano con il MA. Man mano che la malattia avanza, si pensa che le microglia e la loro segnalazione infiammatoria contribuiscano alla perdita di neuroni".


Un team di Michigan Medicine ha trapiantato cellule staminali neurali nei centri di memoria di topi transgenici che esprimevano mutazioni associate al MA familiare. Otto settimane dopo il trapianto, ha fatto eseguire sia ai topi di test che a quelli di controllo un compito chiamato labirinto di Morris per valutare la memoria spaziale e l'apprendimento.


Gli investigatori hanno scoperto che i topi di MA con cellule staminali trapiantate avevano ripristinato la loro curva di apprendimento, assomigliando ai topi di controllo con apprendimento e memoria normali. Ulteriori test attraverso la trascrittomica spaziale - un metodo per misurare l'espressione genica nelle aree di tutto il cervello - ha rivelato che oltre 1.000 geni espressi in modo diverso si sono normalizzati nei centri di memoria dei topi con MA dopo il trapianto.


Nell'analisi delle variazioni di espressione genica specificamente nelle microglia, i marcatori genetici legati alla progressione del MA sono ritornati a livelli vicini ai topi di controllo. Ciò ha suggerito una riduzione della neuroinfiammazione e della progressione della malattia. I ricercatori affermano che i miglioramenti segnalati dopo il trapianto di cellule staminali devono essere ulteriormente studiati nei topi prima di avanzare agli animali più grandi e, infine, agli umani.


"La nostra ricerca è incredibilmente importante e continua a sostenere la promessa delle terapie delle cellule staminali nelle malattie neurodegenerative", secondo l'autrice senior Eva Feldman MD/PhD, direttrice dell'ALS Center of Excellence della U-M e prof.ssa distinta della U-M. "Questi studi preclinici sono il primo passo richiesto sulla strada delle terapie con cellule staminali".

 

 

 


Fonte: Noah Fromson in University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: KS Chen, [+8], EL Feldman. Human neural stem cells restore spatial memory in a transgenic Alzheimer’s disease mouse model by an immunomodulating mechanism. Frontiers in Aging Neuroscience, 2023, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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