Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La perdita di udito aumenta il rischio di demenza

In un nuovo grande studio eseguito all'Università della Danimarca Meridionale, i ricercatori hanno scoperto un legame tra perdita di udito e rischio di sviluppare demenza.

Le persone che hanno problemi di udito usano più energia per ascoltare. Quell'energia va a scapito di altre funzioni cognitive, quei processi mentali che ci consentono di pensare e risolvere i problemi, tra le altre cose.

In un nuovo studio, il più grande del suo genere fatto fino ad oggi, i ricercatori hanno analizzato il legame tra perdita di udito e sviluppo della demenza sui dati di 573.088 persone.

C'è già un aumento del numero di persone con demenza, dovuto principalmente all'invecchiamento della popolazione nel suo insieme, ma ci sono anche altri fattori di rischio, come lo stile di vita e l'udito.

Studi precedenti avevano suggerito che potrebbe esserci un legame tra perdita di udito e demenza, però "questo studio è più grande degli studi precedenti e abbiamo dimostrato un legame tra perdita dell'udito e demenza", afferma l'assistente prof.ssa Manuella Lech Cantuaria del Dipartimento Ricerca Clinica dell'Università della Danimarca meridionale.

 

Buone notizie per chi porta apparecchi acustici

I risultati dello studio mostrano che le persone colpite da perdita di udito hanno un rischio più elevato, fino al 13%, di sviluppare demenza rispetto alle persone con udito normale. L'alto rischio è presente in particolare nelle persone con perdita grave di udito.

I ricercatori hanno anche studiato se c'era una differenza nel rischio a seconda che le persone portassero o no apparecchi acustici, e Manuella Lech Cantuaria spiega:

"Abbiamo scoperto che il rischio di demenza era superiore del 20% per coloro che non portavano apparecchi acustici rispetto a quelli con udito normale. Le persone che usavano apparecchi acustici avevano un rischio più alto del 6% di demenza. Ciò suggerisce che un apparecchio acustico può prevenire o ritardare lo sviluppo della demenza".

 

Lo studio

Lo studio è un cosiddetto studio di coorte che segue un gruppo di persone con caratteristiche comuni per un determinato periodo di tempo. In questo caso, tutte le persone avevano più di 50 anni, risiedevano nella Danimarca meridionale tra il 2003 e il 2017 ed erano senza diagnosi di demenza all'inizio dello studio.

I ricercatori hanno confrontato i dati sull'udito delle persone con i dati sullo sviluppo della demenza durante il periodo, trovando una correlazione significativa - cioè chiara - tra perdita di udito e sviluppo della demenza.

 

 

 


Fonte: Nana Olejank Hansen in University of Southern Denmark (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Lech Cantuaria, [+7], J Hvass Schmidt. Hearing Loss, Hearing Aid Use, and Risk of Dementia in Older Adults. JAMA Otolaryngology–Head & Neck Surgery, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)