Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificata nuova variante genetica che protegge dall'Alzheimer

Yuramal Antioquia ColombiaAntioquia, città della Colombia sede della famiglia di 6.000 membri con la variante genetica che determina l'insorgenza certa dell'Alzheimer in età precoce.

Un singolo paziente può innescare nuove domande di ricerca e fornire risposte su una malattia. E, quando viene identificato un nuovo caso, gli investigatori possono stabilire connessioni tra loro che possono portare a idee ancora più potenti e persuasive su causa e trattamento.


In uno studio appena pubblicato su Nature Medicine, un team internazionale guidato da investigatori del Massachusetts General Hospital (MGH) e del Mass Eye and Ear, riferisce il nuovo caso di un paziente con la predisposizione genetica a sviluppare il morbo di Alzheimer (MA) a insorgenza precoce, che è rimasto cognitivamente intatto fino a quasi 70 anni.


Attraverso valutazioni cliniche guidate da investigatori dell'Università di Antioquia in Colombia, studi genetici e molecolari condotti al Mass Eye and Ear e all'Ospedale per Bambini di Los Angeles, studi di neuroscansione e biomarcatori condotti all'MGH e studi neuropatologici del Centro Medico Universitario di Amburgo-Eppendorf In Germania, il team ha identificato una nuova variante genetica che fornisce protezione dal MA.


La variante è presente in un gene diverso rispetto al caso della stessa famiglia riportato nel 2019, ma indica un percorso di malattia comune. Le informazioni derivanti dai risultati individuano anche una regione del cervello che può diventare un obiettivo di trattamento ottimale in futuro.


"La variante genetica che abbiamo identificato punta a un percorso in grado di produrre estrema resilienza e protezione contro i sintomi del MA"
, ha dichiarato il coautore senior Joseph F. Aboleda-Velasquez MD/PhD, scienziato associato al Mass Eye and Ear. “Questi sono i tipi di approfondimenti che non possiamo ottenere senza pazienti. Ci stanno mostrando ciò che è importante quando si tratta di protezione e sfidano molte delle ipotesi del campo sul MA e sulla sua progressione".


Il caso che ha attirato l'attenzione degli investigatori ha coinvolto un membro della famiglia più grande al mondo con una variante genetica chiamata mutazione 'Paisa' (Presenilina-1 E280A). I portatori di questa variante di solito sviluppano il lieve deterioramento cognitivo in media a 44 anni, la demenza a 49 anni e muoiono per le complicanze della demenza poco dopo i 60. Francisco Lopera MD, direttore del gruppo neuroscienze di Antioquia a Medellín, in Colombia, primo coautore dello studio, è il neurologo che ha scoperto questa famiglia e l'ha seguita negli ultimi 30 anni.


Questa squadra di investigatori in precedenza aveva studiato una donna di questa famiglia che era rimasta sana fino ai 70 anni e il cui caso era stato segnalato nel 2019. Nel nuovo studio, gli investigatori descrivono il caso di un portatore maschio della mutazione Paisa che è rimasto cognitivamente intatto fino a 67 anni di età. Egli è passato a una lieve demenza a 72 anni e morto a 74 anni, decenni dopo della maggior parte delle persone con la mutazione Paisa.


"Casi straordinari come questo illustrano come gli individui e le famiglie estese con MA possano aiutare a far avanzare la nostra comprensione della malattia e aprire nuove strade per la scoperta", ha affermato il coautore senior Yakeel T. Quiroz PhD, neuropsicologo clinico, ricercatore, direttore del laboratorio Neuroscansione Demenza Familiare del Massachusetts General Hospital. "Le intuizioni che stiamo guadagnando da questo secondo caso possono guidarci sul punto del cervello dove cercare, per ritardare e fermare la progressione della malattia e ci aiuteranno a formare nuove ipotesi sulla serie di passaggi che potrebbero effettivamente portare alla demenza di MA".


"Ciò che abbiamo fatto con lo studio di questi due casi protetti è leggere Madre Natura", ha detto Lopera. "La cosa più entusiasmante è che la natura ci ha rivelato sia la causa di MA che la sua cura. Madre Natura ha fatto un esperimento eccezionale con questi due soggetti: li ha dotati entrambi di un gene che provoca il MA e allo stesso tempo di un altro gene che li ha protetti dai sintomi della malattia per più di due decenni. Pertanto, la soluzione è imitare la natura, sviluppando terapie che imitano il meccanismo di protezione di queste varianti genetiche nei soggetti a rischio. È stata aperta una grande porta per la prevenzione e il trattamento di malattie incurabili".


Il paziente maschio è stato arruolato nello studio Biomarker General General Colombia-Boston (COLBOS), che porta a Boston membri di un gruppo familiare esteso di 6.000 individui con mutazione Paisa nota, per fare esami di neuroscansione avanzata, di biomarcatori e genetici. Lo stesso studio aveva precedentemente rilevato un caso in cui una paziente era portatrice di 2 copie della variante genetica rara Christchurch, che colpisce l'ApoE3, una proteina molto implicata nel MA. Tuttavia, i ricercatori hanno escluso la presenza della variante genetica ApoE Christchurch nel paziente maschio.


Il team ha eseguito analisi genetiche e molecolari al Mass Eye and Ear in collaborazione con Xiaowu Gai PhD e colleghi dell'ospedale pediatrico di Los Angeles, per identificare altre varianti che avrebbero potuto proteggerlo dal MA. Il candidato più promettente era una variante nuova e rara, mai segnalata, nel gene Reelin (Relina), che la squadra ha chiamato Reelin-COLBOS. Negli studi condotti dal coautore senior Diego Sepulveda-Falla MD, ricercatore dell'Istituto di Neuropatologia del Centro Medico Universitario Amburgo-Eppendorf, il team ha ulteriormente verificato il ruolo protettivo della variante Reelin-COLBOS nei topi modello e in studi neuropatologici.


"Ciascuno dei casi protetti, l'ApoE Christchurch e il caso Reelin-COLBOS, mostra un modello di protezione distintivo nelle analisi post mortem, uno globale e l'altro molto localizzato", ha affermato Sepulveda-Falla. "Questi casi eccezionali ci stanno insegnando che la protezione dal MA può assumere forme diverse e che forse una terapia può avere successo solo puntando strutture cerebrali chiave come la corteccia entorinale. Ci stanno costringendo a rivedere i nostri concetti precedenti sulla neurodegenerazione e sul declino cognitivo. Questi sono momenti entusiasmanti per noi e, si spera, anche per il campo di ricerca del MA".


I ricercatori descrivono il Reelin come un 'cugino' del più famoso APOE. Sia Reelin che APOE competono per legarsi a recettori cellulari simili, essenzialmente spintonandosi per occupare lo stesso posto. Quando il Reelin si trova nella sede del recettore, diminuisce la fosforilazione della tau, una proteina nota per formare grovigli patologici nel cervello con MA. Quando l'APOE lega il recettore, ha l'effetto opposto.


La relina è una proteina con un ruolo fondamentale nella regolazione dello sviluppo e della funzione delle cellule cerebrali. In effetti, precedenti rapporti avevano collegato mutazioni nella relina a malattie come autismo, schizofrenia, epilessia e disturbo bipolare. Tuttavia, le mutazioni legate alla malattia sono diverse perché diminuiscono la funzione della proteina, mentre, nel caso del Reelin-COLBOS, la variante protettiva aumenta la funzione della proteina.


"Quando abbiamo visto che uno dei nostri migliori candidati per la variante stava nel Reelin, è stato un po' scioccante"
, ha detto Arboleda-Velasquez. “Il fatto che il primo caso ci abbia mostrato una variante che colpisce l'APOE e il secondo caso che colpisce il Reelin ci dice che questa via di segnalazione che controlla la fosforilazione di tau, tra gli altri effetti, può essere la chiave per capire perché questi pazienti siano stati protetti. Questo è fondamentale per guidare le terapie perché ci dice chiaramente che un aumento di Reelin potrebbe potenzialmente avere effetti benefici".


Il paziente più recente è stato sottoposto a esami di neuroscansione al Massachusetts General Hospital a 73 anni. Queste scansioni hanno rivelato che, mentre il carico di placca amiloide-beta del paziente era elevato e aveva grovigli tau in alcune regioni del cervello, la corteccia entorinale aveva una patologia notevolmente limitata di tau. La corteccia entorinale ha un ruolo fondamentale nella memoria e nell'apprendimento e la sua degenerazione è nota per portare a compromissione cognitiva e demenza. Anche studi su topi modello hanno mostrato che la variante Reelin-COLBOS protegge contro la patologia tau.


"Questo caso indica che la regione entorinale può rappresentare un piccolo obiettivo fondamentale per la protezione contro la demenza", ha affermato Quiroz.


Mentre gli investigatori perseguono terapie geniche che potrebbero in futuro fornire trattamenti per modificare o manipolare l'espressione genica, capire su quale regione del cervello concentrarsi per la consegna diventerà sempre più importante.


Molti trattamenti per il MA, compresi i farmaci recentemente approvati dalla FDA e altri attualmente negli studi clinici, puntano a ridurre l'accumulo di placca amiloide. I risultati dello studio indicano potenziali nuove strade per il trattamento, perché i due pazienti con protezione avevano livelli estremamente elevati di amiloide nel cervello e tuttavia sono stati protetti.

I
ricercatori notano che non possono escludere completamente che altri fattori, tra cui ulteriori varianti geniche, potrebbero aver contribuito alla resilienza del paziente contro i sintomi del MA, ma le loro prove sperimentali negli studi preclinici implicano fortemente la variante Reelin-COLBOS.


Arboleda-Velasquez e Quiroz, insieme a Lopera e Sepulveda-Falla, pianificano di continuare il loro lavoro per identificare ulteriori pazienti protetti da queste famiglie colombiane, imparando da ogni caso straordinario. Stanno anche conducendo ricerche per individuare trattamenti che puntano questo percorso protettivo.

 

 

 


Fonte: Mass General Brigham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: F Lopera, ...[+40], YT Quiroz. Resilience to autosomal dominant Alzheimer’s disease in a Reelin-COLBOS heterozygous man. Nature Medicine, 15 May 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)