Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scansione 3D aiuta a capire meglio le prime fasi dell'Alzheimer

Con una nuova tecnologia di scansione 3D, ricercatori del Karolinska (Svezia), tra gli altri, sono riusciti a caratterizzare in modo completo una parte del cervello che mostra forse il primo accumulo di proteina tau, un biomarcatore importante dello sviluppo dell'Alzheimer.

Noradrenergic neurons of the human locus coeruleus shell in 3DNeuroni noradrenergici del locus coeruleus umano in 3 dimensioni. Foto: Gilvesy et al.

L'accumulo intracellulare della proteina tau patologica nel cervello è un segno distintivo di diversi disturbi neurodegenerativi legati all'età, compreso il morbo di Alzheimer (MA), che rappresenta il 60-80% di tutti i casi di demenza nel mondo.


In un nuovo studio, ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma e di diverse università di Ungheria, Canada, Germania e Francia, hanno applicato una tecnologia di immuno-scansione volumetrica di avanguardia, combinata con la microscopia a fogli di luce, per indagare su un nucleo del tronco cerebrale umano chiamato locus ceruleus, che è un centro cruciale nel cervello dei mammiferi.

 

Primi fasi del MA

Il locus ceruleus è un nucleo cerebrale piccolo a forma di bastoncino, che è molto difficile da studiare in modo completo con tecniche tradizionali di scansione 2D.

Usando le scansioni 3D del tessuto post mortem umano, lo studio rivela una complessità intrigante e forme cellulari finora non conosciute di patologia tau in questa regione del cervello, già nelle prime fasi del MA.


"Il nostro studio mostra che un'atrofia graduale dendritica è il primo segno morfologico della degenerazione dei neuroni del locus ceruleus che portano tau, anche precedenti la lesione assonale", afferma l'autore senior dello studio Csaba Adori, ricercatore nel Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Institutet. “I dendriti sono fibre nervose cruciali attraverso le quali i neuroni comunicano e la degenerazione dendritica porta a deficit funzionali come l'iperattivazione dei neuroni. Ciò può contribuire a diversi sintomi che precedono l'insorgenza del MA, come disturbi del sonno, ansia e depressione, che sono coerenti con la disfunzione del locus ceruleus".

 

Conferma di precedenti risultati in vitro

L'analisi 3D ha rivelato una distribuzione non casuale dei neuroni del locus ceruleus portatori di tau con una tendenza a raggrupparsi. I ricercatori hanno anche scoperto che i dendriti dei neuroni adiacenti con tau spesso mostravano contatti dendro-dendritici. Ciò è in linea con la teoria che la tau patologica può diffondersi attraverso processi neuronali da un neurone all'altro, come già suggerito da studi in vitro e esperimenti su animali.


Inoltre, i ricercatori dimostrano che la patologia tau è più importante in una parte del locus ceruleus che si estende alle regioni del lobo frontale del cervello che sono fortemente colpite dal MA.


I risultati possono rappresentare un netto progresso nella comprensione di come l'architettura delle cellule cerebrali può avere un impatto sullo sviluppo e sulla diffusione della proteina tau patologica.


"I nostri risultati aiutano a capire ulteriormente perché alcune regioni cerebrali sono più colpite dal MA rispetto ad altre", afferma Csaba Adori. "Inoltre, il nuovo approccio metodico applicato al tessuto umano apre la strada a procedure diagnostiche neuropatologiche più precise, anche nelle prime fasi dello spettro del MA. Speriamo che ciò possa contribuire a elaborare strategie di prevenzione più efficaci in futuro".

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Gilvesy, ...[+11], C Adori. Spatiotemporal characterization of cellular tau pathology in the human locus coeruleus–pericoerulear complex by three-dimensional imaging. Acta Neuropathologica, 30 Aug 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.