Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quello che fanno gli anziani da seduti influenza il rischio di demenza

Ricercatori della University of Southern California hanno esaminato il legame tra comportamento sedentario e rischio di demenza, scopre che questo tipo di attività è importante in termini di invecchiamento cerebrale.

Gli over-60 che restano seduti per lunghi periodi davanti alla TV, o che hanno altri comportamenti sedentari passivi, possono avere un rischio più alto di sviluppare la demenza, secondo un nuovo studio eseguito da ricercatori della USC e dell'Università dell'Arizona. Il loro studio ha dimostrato pure che il rischio è più basso per coloro che sono attivi mentre sono seduti, ad esempio quando leggono o usano il computer.


Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha anche rivelato che il legame tra comportamento sedentario e rischio di demenza persisteva anche tra i partecipanti che erano fisicamente attivi.


Il primo autore dello studio David Raichlen, professore di scienze biologiche e antropologia all'USC, ha affermato:

"Non è il tempo trascorso da seduti, in sé stesso, ma il tipo di attività sedentaria svolta durante il tempo libero che influisce sul rischio di demenza. Sappiamo dagli studi precedenti che guardare la TV comporta poca attività muscolare e consumo di energia rispetto all'uso di un computer o alla lettura.

"E, anche se la ricerca ha dimostrato che restare seduti ininterrottamente per lunghi periodi è legato a un flusso sanguigno ridotto nel cervello, la stimolazione intellettuale relativamente maggiore che avviene durante l'uso del computer può contrastare gli effetti negativi di restare seduti".


I ricercatori hanno usato dati auto-riferiti presenti nella UK Biobank, un database biomedico su larga scala con oltre 500.000 partecipanti di tutto il Regno Unito, per indagare sulle possibili correlazioni tra l'attività sedentaria del tempo libero e la demenza negli anziani.


Più di 145.000 partecipanti over-60, che non avevano una diagnosi di demenza all'inizio del progetto, hanno usato questionari al computer per auto-segnalare informazioni sui loro livelli di comportamento sedentario durante il periodo di esame di base 2006-2010.


Dopo averli seguiti in media per quasi 12 anni, i ricercatori hanno usato registri ospedalieri dei ricoverati per determinare la diagnosi di demenza. Hanno trovato 3.507 casi positivi. A questo punto il team ha adattato i dati ad alcuni dati demografici (età, sesso, razza/etnia, tipo di lavoro) e a caratteristiche di stile di vita (esercizio, fumo e alcol, tempo trascorso a dormire e di impegno in contatti sociali) che potrebbero influenzare la salute del cervello.

 

Impatto dell'attività fisica e mentale sul rischio di demenza

I risultati sono rimasti gli stessi anche dopo che gli scienziati hanno tenuto conto dei livelli di attività fisica. Anche nelle persone che erano molto attive fisicamente, il tempo trascorso a guardare la TV era associato a un aumento del rischio di demenza e il tempo libero trascorso al computer era associato a un rischio ridotto di sviluppare la demenza.


L'autore senior dello studio Gene Alexander, professore  di psicologia all'Università dell'Arizona, ha affermato:

"Sebbene sappiamo che l'attività fisica fa bene alla salute del nostro cervello, molti di noi pensano che essere più attivi fisicamente di giorno, possa contrastare gli effetti negativi del tempo trascorso da seduti".

"Le nostre scoperte suggeriscono che l'impatto cerebrale di restare seduti durante le attività per il tempo libero è proprio separato dall'entità della nostra attività fisica, e che essere più attivi mentalmente, come quando si usa il computer, può essere un modo cruciale per aiutare a contrastare l'aumento del rischio di demenza legato a più comportamenti sedentari passivi, come guardare la TV".


Sapere come le attività sedentarie influiscono sulla salute umana potrebbe portare ad alcuni miglioramenti.


"Quello che facciamo mentre siamo seduti conta", ha aggiunto Raichlen. "Questa conoscenza è fondamentale quando si tratta di progettare interventi mirati di sanità pubblica, volti a ridurre il rischio di malattie neurodegenerative derivanti dalle attività sedentarie, attraverso un cambiamento positivo di comportamento".

 

 

 


Fonte: Nina Raffio in University of Southern California (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: DA Raichlen, ...[+5], GE Alexander. Leisure-time sedentary behaviors are differentially associated with all-cause dementia regardless of engagement in physical activity. PNAS, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.