Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I collegamenti tra riconoscimento facciale e Alzheimer

Negli anni recenti l'Alzheimer è in aumento in tutto il mondo e raramente viene diagnosticato in una fase iniziale quando può ancora essere controllato efficacemente. Usando l'intelligenza artificiale, i ricercatori della KTU hanno condotto uno studio per capire se le interfacce umano-computer possono essere adattate alle persone con disabilità di memoria perchè riconoscano un oggetto visibile di fronte a loro.

Faces collage

Rytis Maskeliūnas, ricercatore della Kaunas University of Technology (KTU), considera che la classificazione delle informazioni visibili sul viso sia una funzione umana quotidiana:

"Nel comunicare, il volto ci 'dice' il contesto della conversazione, specialmente da un punto di vista emotivo, ma possiamo identificare stimoli visivi in base ai segnali cerebrali?"


L'elaborazione visiva del volto umano è complessa. Analizzando i volti possiamo percepire informazioni come l'identità di una persona o lo stato emotivo. Lo scopo dello studio era di analizzare la capacità di una persona di elaborare informazioni contestuali dal viso e rilevare come risponde ad esse.

 

Il viso può indicare i primi sintomi della malattia

Secondo Maskeliūnas, molti studi dimostrano che le malattie cerebrali possono potenzialmente essere analizzate esaminando i movimenti muscolari e oculari del viso, poiché i disturbi cerebrali degenerativi influenzano non solo la memoria e le funzioni cognitive, ma anche il sistema nervoso cranico associato ai movimenti del viso (soprattutto dell'occhio).


Dovilė Komolovaitė, ricercatrice di matematica e scienze naturali della KTU, coautrice dello studio, dice che la ricerca ha chiarito se un paziente con morbo di Alzheimer (MA) elabora visivamente i volti visibili nel suo cervello allo stesso modo degli individui senza la malattia.


"Lo studio ha usato i dati di un elettroencefalografo, che misura gli impulsi elettrici nel cervello"
, afferma la Komolovaitė, attualmente impegnata in un Master di intelligenza artificiale alla Facoltà di Informatica.


In questo studio, l'esperimento è stato eseguito su due gruppi di individui: sani e colpiti dal MA.


"I segnali cerebrali di una persona con MA sono in genere significativamente più rumorosi che in una persona sana"
, afferma la Komolovaitė, "fatto correlato alla maggiore difficoltà per la persona di concentrarsi ed essere attenta, avendo i sintomi del MA".

 

Foto dei volti di persone mostrate durante lo studio

Lo studio ha selezionato un gruppo di anziani composti da donne over-60:

“L'età avanzata è uno dei principali fattori di rischio per la demenza e poiché gli effetti del genere sono stati notati nelle onde cerebrali, lo studio è più accurato quando  è eseguito su un gruppo singolo di genere".


Durante lo studio, ogni partecipante ha eseguito esperimenti che duravano fino a un'ora, durante i quali venivano mostrate le foto di volti umani. Secondo la ricercatrice, queste foto sono state selezionate in base a diversi criteri: nell'analisi dell'influenza delle emozioni, sono state mostrate facce neutre e impaurite, mentre nell'analisi del fattore di familiarità, sono state mostrate le facce di persone conosciute e scelte casualmente.


Per capire se una persona vedeva e comprendeva correttamente una faccia, ai partecipanti allo studio è stato chiesto di premere un pulsante dopo ogni stimolo, per indicare se il viso mostrato era invertito o corretto.


"Anche in questa fase, il paziente di MA commette errori, quindi è importante determinare se la compromissione dell'oggetto è dovuta alla memoria o ai processi di visione"
, afferma la Kromolovaitė.

 

Ispirato dalle interazioni della vita reale con i pazienti di MA

Maskeliūnas rivela che il suo lavoro con il MA è iniziato dalla sua collaborazione con la Huntington’s Disease Association, che gli ha aperto gli occhi su come sembrano davvero queste numerose malattie neurodegenerative. ll ricercatore ha avuto anche un contatto diretto con i pazienti di MA:

"Ho visto che la diagnosi è generalmente confermata troppo tardi, quando il cervello è già irreversibilmente danneggiato. Sebbene non vi sia alcuna cura efficace per questa malattia, il processo può essere messo in pausa e sostenuto, guadagnando alcuni anni di vita sani”.


Oggi possiamo vedere come l'interazione umano-computer sia adattata per alleviare la vita delle persone con disabilità fisiche. Controllare una mano robotica via 'pensiero' o per una persona paralizzata scrivere un testo immaginando le lettere non sono concetti nuovi. Tuttavia, cercare di capire il cervello umano è probabilmente uno dei compiti più impegnativi rimasti oggi.


In questo studio, i ricercatori hanno lavorato con i dati di apparecchiature elettroencefalografiche standard, e tuttavia Maskeliūnas sottolinea che per creare uno strumento pratico, sarebbe meglio utilizzare i dati raccolti da microelettrodi invasivi, che possono misurare più accuratamente l'attività dei neuroni. Ciò aumenterebbe sostanzialmente la qualità del modello AI.


"Naturalmente, oltre ai requisiti tecnici, dovrebbe esserci un ambiente comunitario incentrato sul rendere la vita più facile per le persone con MA. Tuttavia, a mio avviso, dopo cinque anni, penso che vedremo ancora tecnologie incentrate sul miglioramento della funzione fisica, mentre l'attenzione alle persone colpite dalle malattie cerebrali in questo campo arriverà solo più tardi", afferma Maskeliūnas.


Secondo la Komolovaitė, è necessario un esame clinico con l'aiuto dei colleghi nel campo della medicina, quindi questa fase del processo richiederebbe molto tempo:

“Se vogliamo usare questo test come strumento medico, è anche necessario un processo di certificazione”.

 

 

 


Fonte: Kaunas University of Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: D Komolovaitė, R Maskeliūnas, R Damaševičius. Deep Convolutional Neural Network-Based Visual Stimuli Classification Using Electroencephalography Signals of Healthy and Alzheimer’s Disease Subjects. Life, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.