Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il ruolo dei lipidi nello sviluppo dell'Alzheimer

Un consorzio europeo coordinato dall'Università di Ginevra mostra che una mutazione nella proteina ApoE cambia il trasporto dei lipidi nel cervello e potrebbe promuovere l'insorgenza dell'Alzheimer.

normal astrocyte and astrocyte secreting toxic lipidsSinistra: astrocita normale in grado di distruggere i lipidi tossici prodotti dai neuroni. Destra: un astrocita che immagazzina i lipidi in goccioline (rosa) e inizia a secernere lipidi tossici nel tessuto circostante. Fonte: ©Unige / A.C. Gavin.

I neuroni nel cervello coesistono con, e si affidano a, molti altri tipi di cellule per funzionare correttamente. Gli astrociti, che prendono il nome dalla loro forma a stella, assicurano la sopravvivenza dei neuroni, nutrendoli e disintossicandoli con l'aiuto di una proteina multifunzione, l'ApoE.


Una delle tre forme di questa proteina, l'ApoE4, aumenta significativamente il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), ma i meccanismi in gioco erano finora sconosciuti. Una collaborazione tra l'Università di Ginevra (UNIGE), il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare, l'Università di Zurigo e la società farmaceutica Abbvie, ha scoperto un potenziale meccanismo: lontano dal cessare di funzionare, l'ApoE4 è al contrario più efficiente.


Innescando la secrezione astrocitica dei lipidi, provoca l'accumulo di lipidi potenzialmente tossici che sono dannosi per i neuroni, e quindi potrebbe contribuire allo sviluppo del MA. Questi risultati, pubblicati su Cell Reports, fanno nuova luce sui meccanismi neurodegenerativi di una malattia che colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo.


Gli astrociti, presenti in numeri molto grandi nel cervello, hanno una funzione protettiva importante. Queste cellule secernono l'apolipoproteina ​​E (ApoE), una piccola proteina che forma particelle contenenti lipidi e vitamine per nutrire i neuroni. Disintossica anche i neuroni liberandoli dai 'rifiuti lipidici' che potrebbero diventare dannosi se non rimossi.


Poiché i neuroni non sono in grado di eliminare questi rifiuti da soli, l'ApoE entra in gioco per raccoglierli e riportarli agli astrociti dove sono distrutti. Il gene che codifica l'ApoE esiste in tre varianti frequenti nell'uomo: ApoE2, presente nell'8% della popolazione, ApoE3, il più comune e ApoE4, che si trova in quasi il 15% delle persone e aumenta di dieci volte il rischio di sviluppare il MA.


"Le ragioni per cui l'ApoE4 aumenta così tanto il rischio di MA non è chiaro", spiega Anne-Claude Gavin, prof.ssa nel Dipartimento di Fisiologia e Metabolismo Cellulare dell'UNIGE, che ha diretto questa ricerca insieme a Viktor Lakics, ricercatore di Abbvie.


Quali sono i meccanismi dietro la disfunzione dell'ApoE4? E soprattutto, potrebbero servire come base per la prevenzione o una terapia? Per rispondere a queste domande, Anne-Claude Gavin e la sua squadra hanno unito le forze con scienziati del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare, dell'Università di Zurigo e di Abbvie.

 

Una proteina troppo efficace

Lavorando su queste domande, il team di ricerca ha identificato nuovi meccanismi molecolari che spiegano che l'ApoE si lega alle membrane degli astrociti per rilevare ed estrarre i lipidi di cui ha bisogno.


Lavorando su linee cellulari umane con diverse varianti di ApoE, gli esperimenti in vitro hanno dimostrato che l'ApoE è molto efficiente nel trasporto di lipidi potenzialmente dannosi prodotti nei neuroni.


"E con nostra grande sorpresa, la variante ApoE4 si è rivelata ancora più efficiente delle altre forme", rivela Katharina Beckenbauer, ex postdottorato nel gruppo di Anne-Claude Gavin, scienziata senior di Abbvie e prima coautrice del lavoro. "Quindi, contrariamente a ciò che pensavamo fino ad ora, il problema non è che l'ApoE4 smetta di funzionare, ma, in realtà, è il contrario. E il meccanismo va fuori controllo".

 

Una funzione dirottata

Invecchiando, gli astrociti diventano meno efficienti e iniziano ad accumulare lipidi piuttosto che distruggerli.


"Abbiamo modellato sperimentalmente questo processo e osservato le molecole secrete dagli astrociti", spiega Karina Lindner, dottoranda nel laboratorio di Anne-Claude Gavin e altra prima coautrice di questo lavoro. "Abbiamo osservato che l'invecchiamento cellulare dirotta l'ApoE dalla sua funzione primaria (trasportare i lipidi ai neuroni e recuperare da loro i rifiuti lipidici) verso la secrezione dei trigliceridi, specie particolare di lipidi che potrebbero diventare dannosi se non rimossi".


E questo fenomeno è esacerbato con l'ApoE4, che stimola la secrezione dei trigliceridi, portando al loro accumulo incontrollato. Questo accumulo deleterio di lipidi potenzialmente dannosi potrebbe benissimo dare un importante contributo alla morte neuronale, un segno distintivo del MA.


"L'ApoE4 avrebbe quindi la capacità di accelerare il processo patologico nella malattia attraverso il meccanismo che abbiamo scoperto", riassume la Lindner.


Per comprendere meglio i dettagli dell'azione dell'ApoE e soprattutto della variante E4, gli scienziati dell'UNIGE desiderano ora determinare come è regolata la secrezione di questi lipidi potenzialmente dannosi, e se questa secrezione può essere rilevata nelle persone che soffrono di MA.

 

 

 


Fonte: Université de Genève (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Karina Lindner, Katharina Beckenbauer, Larissa van Ek, Kevin Titeca, Sherida de Leeuw, Khader Awwad, Franziska Hanke, Alla Korepanova, Vladimir Rybin, Elizabeth Louise van der Kam, Eric Mohler, Christian Tackenberg, Viktor Lakics, Anne-Claude Gavin. Isoform- and cell-state-specific lipidation of ApoE in astrocytes. Cell Reports, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.