Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Fattore di rischio genetico per l'Alzheimer può predisporre al Covid-19 grave

Uno studio condotto all'Università di Helsinki e all'Helsinki University Hospital suggerisce che l'allele ApoE4 può anche aumentare i microsanguinamenti cerebrali relativi al Covid-19 e associarsi alla fatica mentale legata al Covid lungo.

Circa un terzo dei finlandesi è portatore dell'allele 4 dell'ApoE (ApoE4), una variante genetica che predispone al morbo di Alzheimer (MA). Globalmente, i ricercatori hanno riferito osservazioni che mostrano un legame tra ApoE4 e Covid-19, sia in termini di aumento della suscettibilità alle infezioni SARS-COV-2, che di mortalità del Covid-19.


Ora, un gruppo di ricercatori dell'Università di Helsinki e dell'Helsinki University Hospital (HUS) ha studiato il legame tra ApoE4 e la gravità del Covid-19 nella popolazione finlandese. Il gruppo multidisciplinare ha anche studiato i cambiamenti cerebrali microscopici di deceduti che avevano sofferto di Covid-19, così come il legame tra ApoE4 e i sintomi di fatica mentale sperimentati sei mesi dopo l'insorgenza della malattia.


I nuovi risultati sono stati pubblicati su Acta Neuropathologica Communications.


"L'allele comune ε4 del gene ApoE sembra essere associato ad un rischio più alto di Covid-19 grave nella popolazione finlandese. La rilevanza dell'ApoE4 è enfatizzata nella popolazione finlandese, forse a causa della sua omogeneità genetica"
, afferma Liisa Myllykangas, consulente neuropatologa dell'Università di Helsinki e dell'HUS.

 

L'allele ApoE4 più che raddoppia il rischio di covid-19 grave

Secondo i risultati, il rischio di sviluppare una forma di Covid-19 che richiede cure intensive più che raddoppia nei portatori dell'allele ApoE4. Inoltre, sono state trovate più emorragie microscopiche nel cervello a causa del Covid-19 grave nello studio tra i portatori di questo allele, rispetto ad altri.


Secondo il responsabile medico, l'intensivista Johanna Hästbacka, l'ApoE4 può anche influenzare la gravità di alcuni sintomi a lungo termine, in particolare nei casi di Covid-19 che richiedono il ricovero in ospedale:

"Nello studio, la fatica mentale, definita come difficoltà nel dirigere l'attenzione e la concentrazione, è emersa come un tale sintomo", afferma Hästbacka.

 

È necessari altra ricerca

La Myllykangas sottolinea che, nei dati ora studiati, il numero di pazienti Covid-19 era relativamente piccolo, e i risultati devono essere considerati indicativi: "Per confermare i nostri risultati, questi fenomeni devono essere studiati in insiemi più grandi di dati", osserva.


Una domanda importante, non risposta dallo studio, è la connessione tra Covid-19 e l'insorgenza dei disturbi della memoria nei portatori di ApoE4.


"Per rispondere a questa domanda, sono necessari studi a lungo termine su pazienti che hanno superato il Covid-19, come avviene con la ricerca di base incentrata sugli effetti combinati dell'ApoE4 e l'infiammazione sistemica sui meccanismi della memoria nel cervello. Il nostro gruppo di ricerca ha già lanciato queste linee di ulteriori ricerche all'Università di Helsinki e all'HUS", ha detto la Myllykangas.


Lo studio ha usato i dati di ricerca dal progetto FinnGen che combina dati genomici prodotti dai campioni di biobanca con dati sanitari compilati dai registri nazionali. I risultati sono basati su dati relativi a più di 46.000 individui, di cui oltre 2.600 erano stati diagnosticati con Covid-19.


Inoltre, sono stati inclusi nello studio campioni del tessuto raccolti da 21 individui deceduti che avevano sofferto di Covid-19, per indagare sui cambiamenti microscopici nel cervello.


Per indagare sui sintomi della fatica mentale, i ricercatori hanno usato i dati RECOVID, che ha suddiviso i pazienti in tre gruppi sulla base della gravità della malattia. I dati includevano anche un gruppo di controllo sano. In tutto, i dati RECOVID comprendevano 156 soggetti di studio.

 

 

 


Fonte: University of Helsinki (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Samu Kurki, Jonas Kantonen, Karri Kaivola, Laura Hokkanen, Mikko Mäyränpää, Henri Puttonen, FinnGen, Juha Martola, Minna Pöyhönen, Mia Kero, Jarno Tuimala, Olli Carpén, Anu Kantele, Olli Vapalahti, Marjaana Tiainen, Pentti Tienari, Kai Kaila, Johanna Hästbacka, Liisa Myllykangas. APOE ε4 associates with increased risk of severe COVID-19, cerebral microhaemorrhages and post-COVID mental fatigue: a Finnish biobank, autopsy and clinical study. Acta Neuropathologica Communications, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)