Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gatto-robot migliora umore e cognizione negli adulti con demenza

Gli individui con morbo di Alzheimer (MA) o una demenza correlata spesso hanno sintomi comportamentali e psicologici come depressione, aggressività e ansia. È comune per questi sintomi essere trattati con antipsicotici, antidepressivi e benzodiazepine, che di solito hanno effetti collaterali.


Anche se la terapia con animali domestici (pet therapy) è nota per essere un intervento economico e terapeutico per migliorare l'umore e il comportamento degli anziani, si sa poco sulla pet therapy nei diurni per adulti, nonostante i vantaggi logistici come le attività di socializzazione e di gruppo.


Con l'aiuto di un compagno coccolone e 'peloso', ricercatori della Florida Atlantic University hanno testato l'efficacia dei gatti-robot, convenienti e interattivi, per migliorare l'umore, il comportamento e la cognizione degli anziani con demenza da lieve a moderata. L'intervento non farmacologico è stato sperimentato nel corso di 12 visite in un diurno per adulti. I partecipanti sono stati informati che il loro animale domestico era un robot e non un animale vivo. Ognuno di loro ha selezionato un nome per il suo gatto, che è stato dotato di un colletto e di una targhetta personalizzata.


Per lo studio, pubblicato su Issues in Mental Health Nursing, i ricercatori hanno valutato l'umore e i sintomi comportamentali con l'Alzheimer’s Disease and Related Dementias Mood Scale (ADRDMS), con la Observed Emotion Rating Scale (OERS) e con la Cornell Scale for Depression in Dementia (CSDD). Hanno anche valutato la cognizione tramite il Mini Mental State Examination (MMSE).


I risultati hanno mostrato che l'intervento con un gatto-robot ha migliorato tutti i punteggi dell'umore nel tempo, con miglioramenti significativi nella OERS e nella CSDD. Più della metà dei partecipanti ha ottenuto punteggi più alti sul post-test MMSE rispetto al pre-test, con un leggero miglioramento moderato su attenzione/calcolo, linguaggio e registrazione. I punteggi post-test sulla ADRDMS sono stati più alti di 6 punti delle condizioni pre-test.


I ricercatori hanno spesso osservato i partecipanti allo studio che sorridevano e parlavano con i loro gatti-robot e che esprimevano sentimenti come "il gatto mi sembra qualcuno che mi ascolta e mi ama". Credevano che l'animale domestico robotico rispondesse alle loro affermazioni miagolando, girando la testa o sbattendo le palpebre e di conversare con l'animale domestico. Molti dei caregiver hanno riferito che il loro caro aveva dormito con il gatto, lo aveva tenuto stretto da seduto o aveva giocato costantemente con lui. Una partecipante ha persino dormito con il suo gatto-robot mentre era ricoverata in ospedale.


Bryanna Streit LaRose DNP/APRN, la prima autrice che ha condotto lo studio come dottoranda in infermieristica alla FAU, insieme ai coautori Lisa Kirk Wiese PhD/RN, prof.ssa associata, e María de los Ángeles Ortega DNP/APRN, prof.ssa e direttrice del Memory and Wellness Center alla FAU, ha dichiarato:

"Poiché non c'è cura per la demenza, il nostro progetto offre un modo per affrontare naturalmente i sintomi, senza trattamenti farmacologici, che possono o non possono essere efficaci e hanno possibili effetti collaterali dannosi. Il nostro intervento è conveniente, sicuro e non invasivo".


Usando animali terapeutici invece di animali domestici vivi, non c'è preoccupazione per la loro sicurezza, per alimentarli, per portarli all'esterno, o per assicurarsi che siano aggiornati con le vaccinazioni. Inoltre, non ci sono paure sulla sicurezza dei partecipanti a causa di possibili aggressioni dell'animale, di allergie, di inciampare su di lui e per i costi associati alla cura di un animale vivo.


"Oltre a migliorare l'umore, i comportamenti e la cognizione, questi gatti-robot hanno fornito ai nostri partecipanti un modo alternativo per esprimersi"
, ha detto la Wiese. "È importante notare che migliorare l'umore e il comportamento generale negli individui con MA e demenze correlate può anche migliorare la qualità della vita dei loro caregiver e familiari".


I ricercatori hanno anche esaminato la relazione tra MMSE e i punteggi delle sottoscale post-intervento CSDD, OERS e ADRDMS. Hanno trovato molteplici correlazioni significative e forti tra le 11 sottoscale della ADRDMS e del MMSE dopo l'intervento. Nove categorie che riguardano umore/comportamento piacevoli si sono correlate favorevolmente con il punteggio del MMSE, indicando una relazione tra umore/comportamento positivo e punteggi migliori del MMSE.


"Negli Stati Uniti, un anziano su tre muore con il MA o una demenza correlata e non c'è al momento la cura per questo onere in crescita rapida", ha detto Safiya George PhD, preside della Facoltà di infermieristica. "Questo intervento interattivo terapeutico ha dimostrato di essere un metodo alternativo sicuro per migliorare l'umore e il comportamento nelle persone con demenza che frequentano un centro diurno per adulti".

 

 

 


FonteGisele Galoustian in Florida Atlantic University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bryanna Streit LaRose, Lisa Kirk Wiese, María de los Ángeles Ortega Hernández. Improving Behavioral and Psychological Symptoms and Cognitive Status of Participants With Dementia Through the Use of Therapeutic Interactive Pets. Issues in Mental Health Nursing, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)