Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anche un deficit cognitivo lieve può aumentare il rischio di morte

Il deficit cognitivo, anche se individuato nella fase lieve iniziale, è un predittore significativo di una minore speranza di vita.

Secondo un nuovo studio a lungo termine del Regenstrief Institute e di ricercatori dell'Università dell'Indiana, il deficit cognitivo, in particolare nelle fasi moderate / gravi, ha un impatto sulla speranza di vita simile a condizioni croniche come il diabete o l'insufficienza cardiaca cronica.

Lo studio "Cognitive Impairment: An Independent Predictor of Excess Mortality.

A Cohort Study" appare nell'edizione del 6 settembre di Annals of Internal Medicine. Quasi 4.000 persone di età compresa tra 60 a 102 anni, inizialmente viste nel 1991-1993 da medici di assistenza primaria della Wishard Servizi Sanitari (un grande ospedale pubblico con centri di salute a Indianapolis), hanno partecipato allo studio e sono stati seguiti per 13 anni.

"Studi precedenti hanno associato il deficit cognitivo ad un maggiore rischio di morte, ma la maggior parte di questo lavoro si è concentrato su pazienti con Alzheimer e soggetti nei centri di ricerca. I pazienti nel nostro studio riflettono meglio il grande pubblico, non mostrando alcuna indicazione di malattia o di compromissione cognitiva lieve, moderata o grave", ha detto Greg A. Sachs, MD, ricercatore Regenstrief e professore di medicina all'Indiana University School of Medicine, dove è il capo divisione della medicina generale, interna e geriatrica. "Abbiamo scoperto che anche una alterazione cognitiva lieve, come determinata da un semplice strumento di analisi in uno studio medico di base, ha un forte impatto su quanto a lungo sopravvivono gli individui nello stesso ordine di altre malattie croniche".

Lo studio ha seguito 3.957 pazienti. Al primo esame, 3.157 non avevano deficit cognitivo, 533 avevano compromissione lieve, e 267 avevano compromissione da moderata a grave. Durante il seguito dello studio, il 57 per cento dei pazienti che non presentavano compromissione era morto, contro il 68 per cento di quelli con insufficienza lieve e il 79 per cento di quelli con deficit moderata o grave. Tempo di sopravvivenza mediano è stato di 138 mesi per i pazienti che non presentavano compromissione, di 106 mesi per quelli con insufficienza lieve, e di 63 mesi per quelli con deficit moderato o grave. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a esami per i disturbi cognitivi utilizzando un questionario di 10 domande sullo stato mentale, semplice da amministrare. Sulla base del numero di errori fatti dai pazienti in questo test, sono stati classificati con compromissione cognitiva assente, lieve o moderata/grave. E' stato utilizzato il Regenstrief Medical Record System per ottenere dati sulle condizioni mediche dei pazienti, i risultati dei test di laboratorio e le altre informazioni pertinenti.

Il deterioramento cognitivo colpisce la memoria e il pensiero. Circa 4/5 milioni di persone degli Stati Uniti hanno la demenza, e il numero di individui affetti è significativamente maggiore se gli individui con forme più lievi di deterioramento cognitivo sono inclusi. La prevalenza di deficit cognitivo in tutte le fasi è previsto in aumento con l'invecchiamento della popolazione.

I risultati dello studio hanno importanti implicazioni cliniche e prognostiche oltre al rilevamento, il trattamento e il supporto della demenza, per i pazienti e le loro famiglie. La ridotta aspettativa di vita nei pazienti con decadimento cognitivo dovrebbe essere presa in considerazione nelle decisioni mediche, quali la pianificazione in anticipo della cura, l'esame dei tumori e la prescrizione di farmaci, specialmente nei pazienti con deterioramento grave, affermano gli autori.

Dato che l'entità del rischio della compromissione cognitiva lieve e moderata/grave è simile a quello di molte malattie che limitano la lunghezza della vita, così pure la facilità di identificare il deficit cognitivo utilizzando uno strumento di screening breve, il riconoscimento della compromissione cognitiva nella pratica delle cure primarie dovrebbe avere una priorità più alta, conclude lo studio.

Gli autori sono Greg A. Sachs, MD; Wanzhu Tu, Ph.D, e Christopher M. Callahan, MD dell'Istituto Regenstrief e della IU School of Medicine; Ravan Carter, MA; Laura R. Holtz, BS, CCRP e Faye Smith, MA, dell'Istituto Regenstrief, e Timothy E. Stump, MA della Scuola di Medicina della IU. Lo studio è stato sostenuto dall'Agenzia per la Ricerca Sanitaria e la Qualità.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Fonte: Materiale della Indiana University School of Medicine, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: Greg A. Sachs, Ravan Carter, Laura R. Holtz, Faye Smith, Timothy E. Stump, Wanzhu Tu, and Christopher M. Callahan. Cognitive Impairment: An Independent Predictor of Excess Mortality: A Cohort Study . Annals of Internal Medicine , 2011; 155: 300-308 [link].

Pubblicato in ScienceDaily il 5 Settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.