Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La biologia dei grassi nel corpo

 

Quando ti fai controllare il colesterolo, l'esame di solito ti dà tre livelli di grassi presenti nel sangue: LDL, HDL e trigliceridi. Ma lo sapevi che il tuo corpo contiene migliaia di altri tipi di grassi, o lipidi? Solo nel plasma umano, i ricercatori ne hanno identificato circa 600 tipi diversi, tutti importanti per la nostra salute.

Molti lipidi sono associati a malattie (diabete, ictus, cancro, l'artrite, Alzheimer, per citarne alcune), ma il nostro corpo ha bisogno di una certa quantità di grasso per funzionare, e non possiamo produrlo da zero.


Dei ricercatori, finanziati dal National Institutes of Health, stanno studiando i lipidi per conoscere meglio la biologia normale e anormale. Pensa a questi risultati la prossima volta che rifletti sul destino dei grassi nelle patatine fritte.

 

Funzioni del grasso

Trigliceridi, colesterolo e di altri acidi grassi essenziali (il termine scientifico dei grassi che il corpo non può auto-prodursi) immagazzinano energia, ci isolano e proteggono i nostri organi vitali. Agiscono da messaggeri, aiutando le proteine ​​a fare il loro lavoro, iniziano anche le reazioni chimiche coinvolte nella crescita, nella funzione immunitaria, nella riproduzione e in altri aspetti del metabolismo di base.


Il ciclo di fabbricazione, scomposizione, immagazzinamento e mobilitazione dei grassi è al centro del modo in cui esseri umani e animali regolano la loro energia. Uno squilibrio in ognuno di questi passaggi può provocare malattie, comprese quelle cardiache e il diabete. Per esempio, troppi trigliceridi nel sangue fanno aumentare il rischio di arteriosclerosi, che può portare a infarto e ictus. I grassi aiutano il corpo anche ad accumulare determinate sostanze nutritive, le cosiddette vitamine "liposolubili" (A, D, E e K), che sono immagazzinate nel fegato e nei tessuti adiposi.


Con un approccio quantitativo e sistematico allo studio dei lipidi, i ricercatori li hanno classificati in otto categorie principali. Il colesterolo appartiene al gruppo "steroli", e i trigliceridi sono "glicerolipidi". Un'altra categoria, i "fosfolipidi", comprende le centinaia di lipidi che costituiscono la membrana cellulare e consentono alle cellule di inviare e ricevere segnali.

 

La scomposizione

Come principale tipo di grasso che consumiamo, i trigliceridi sono particolarmente adatti per lo stoccaggio di energia, perché possono impacchettare più del doppio di energia dei carboidrati o delle proteine. Una volta che i trigliceridi sono scomposti durante la digestione, sono spediti alle cellule attraverso il flusso sanguigno. Parte del grasso è utilizzato per produrre energia subito. Il resto viene immagazzinato all'interno delle cellule, in bolle chiamate gocce lipidiche.


Quando abbiamo bisogno di energia supplementare (per esempio, quando facciamo esercizio fisico) il corpo utilizza gli enzimi chiamati lipasi per scomporre i trigliceridi in deposito. Le centrali elettriche delle cellule, i mitocondri, possono quindi creare più trifosfato adenosina (ATP), principale fonte di energia del corpo.


Delle ricerche recenti hanno contribuito a spiegare anche il funzionamento di un lipide chiamato acido grasso omega-3, l'ingrediente attivo nell'olio di fegato di merluzzo, propagandato per decenni come trattamento per l'eczema, l'artrite e le malattie cardiache. Due tipi di questi lipidi bloccano l'attività di una proteina chiamata COX, che aiuta a convertire un acido grasso omega-6 in molecole di prostaglandina che segnala il dolore. Queste molecole sono coinvolte nell'infiammazione, un elemento comune di molte malattie, per cui gli acidi grassi omega-3 potrebbero avere un enorme potenziale terapeutico.


Queste conoscenze sono solo la punta di un iceberg fatto di grasso. Abbiamo già abbiamo imparato molto su lipidi, ma molto di più resta da scoprire.

 

 

 

 

 


Fonte: NIH, National Institute of General Medical Sciences (NIGMS), via Newswise.

Pubblicato in Science Daily il 23 Aprile 2013 (click for the English version) - Traduzione di Franco Pellizzari

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)