Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La chimica anti-invecchiamento può migliorare e allungare la vita

 Data l'opportunità di vivere molto più a lungo, molti di noi potrebbero sentirsi poco entusiasti della prospettiva. Dopo tutto, potresti pensare, chi vorrebbe vivere 20 anni in più lottando con problemi di artrite, demenza o di cuore?


Ma che dire se quegli anni fossero pieni di vigore giovanile, o per lo meno del comfort della mezza età?


La capacità di invertire, o rallentare i processi degenerativi che vengono con l'aumento dell'età è un'aspirazione umana da lungo tempo. Anzi, è stata un punto costante di attenzione per decenni di ricerca scientifica sull'invecchiamento.


Ma è solo negli ultimi dieci anni che la sostituzione delle cure palliative (che sopprimono i sintomi delle malattie legate all'età) con autentici farmaci anti-degenerativi (che impediscono e riparano) è diventata più che un sogno irrealizzabile.


Questo cambiamento di paradigma deriva dalla ricerca recente che dimostra che solo poche cause di origine biologica sono alla base di quasi tutte le malattie della vecchiaia. Tale scoperta ci dà l'opportunità di affrontare simultaneamente una vasta gamma di malattie, con trattamenti che puntano singoli meccanismi biologici. Per la prima volta, l'invecchiamento è diventato 'maneggiabile'.


Una delle principali cause dei cambiamenti legati all'età, comprese le malattie, è chiamata 'senescenza cellulare'. Questa è una conseguenza dell'evoluzione che entra davvero in gioco solo quando gli organismi sopravvivono alla loro età riproduttiva normale, o sono sottoposti a un ambiente molto dannoso. Quando le cellule diventano senescenti non possono più dividersi, e di solito si comportano in un modo che danneggia i tessuti circostanti.


Per molti anni, gran parte della comunità gerontologica ha considerato la senescenza cellulare come un sintomo, piuttosto che una causa del declino legato all'età. Tuttavia, una ricerca rivoluzionaria recente ha dimostrato che rimuovere le cellule senescenti dai topi non solo previene l'invecchiamento normale, ma inverte realmente molti dei sintomi. Questo prova che le cellule senescenti causano l'invecchiamento ci fornirà infine la possibilità di sviluppare una 'cura'.


Il lavoro successivo ha rivelato che gli effetti positivi della rimozione delle cellule senescenti nei topi si estende all'infarto del miocardio (che provoca attacchi di cuore), all'Alzheimer e alla disfunzione metabolica. La sfida ora è di tradurre questi risultati in trattamenti per gli esseri umani che invecchiano.


A tal fine, alcuni grandi investitori si sono aggiunti ai ricercatori nella ricerca dei modi per uccidere, rimuovere o ringiovanire le cellule senescenti. E hanno fatto progressi emozionanti.


Ad esempio, quando si combina il dasatanib (un farmaco per la leucemia) con la quercetina (un prodotto naturale presente nelle verdure), c'è un miglioramento della salute e della durata della vita dei topi. E i risultati preliminari degli studi clinici di questa combinazione hanno dimostrato il primo lenimento mai visto di una disfunzione fisica nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica, una malattia polmonare degenerativa progressiva, senza  alcun trattamento efficace corrente.


L'elenco degli effetti collaterali più comuni associati al dasatanib suggerisce probabilmente di limitare il trattamento ai soli i pazienti con malattia più grave. Ma gli esperimenti fanno sperare ai chimici medicinali di poter sviluppare una seconda generazione più appetibile di farmaci simili.

 

 

Molecole miracolose

Una strategia alternativa è il ringiovanimento delle cellule senescenti. Il resveratrolo, presente nel vino rosso e nel cioccolato, ha dimostrato di essere in grado di rinnovare le cellule senescenti in laboratorio, ripristinando l'«impronta» molecolare e la crescita a quelle delle cellule giovani normali.


È importante sottolineare che questo lavoro ha anche dimostrato che piccole modifiche sintetiche sono state in grado di regolare gli effetti ottenuti, e dimostra ancora una volta che un approccio di chimica farmaceutica al problema è altamente probabile che abbia successo.


Altrove, la fisetina, un prodotto naturale che si trova nelle fragole, nelle mele e nelle cipolle, ha recentemente dimostrato sia di migliorare la salute, che di ridurre il carico di cellule senescenti nei topi. Ora è oggetto anche di studi clinici.


È interessante notare, che la fisetina interagisce anche con altri meccanismi di invecchiamento chiave, come il nutrient sensing (rilevazione dei nutrienti), il meccanismo biologico che sottende l'effetto salutare e di allungamento della vita ben noto della restrizione calorica.


Non è ancora chiaro se si tratti di un nuovo tipo di 'super-terapeutico' che punta simultaneamente più di una causa dell'invecchiamento, o se si rivelerà un nuovo pezzo del puzzle che ci permette di integrare i percorsi noti della morbilità in un insieme coerente.


La ricerca condotta finora, usando solo prodotti naturali e farmaci già esistenti, ha dimostrato in modo inequivocabile che le piccole molecole sono in grado di produrre una vasta gamma di effetti anti-degenerativi.


La scoperta di nuovi farmaci per l'invecchiamento sta andando oltre la sua infanzia, e la medicina preventiva che rivoluzionerà l'assistenza sanitaria del 21° secolo è ora realmente possibile. Ora dobbiamo aggiungere chimica sintetica medicale al mix, per sviluppare farmaci sicuri ed efficaci che aiuteranno tutti a entrare in un futuro più sano e più attivo.

 

 

 


Fonte: Lizzy Ostler, responsabile della chimica all'Università di Brighton

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.