Cara Mary, hai recentemente scritto qualcosa su una persona con demenza che non capisce quando ha dolore. Come può essere?
Caro lettore, per molti anni si è creduto che le persone con demenza non potessero più sentire dolore a causa del danno cerebrale causato dalla malattia. Ora invece sappiamo che le persone con demenza sentono dolore ma potrebbero non riconoscerlo per quello che è, e potrebbero non avere più le parole per comunicare ciò che fa male, dove sono sulla scala del dolore, e che tipo di dolore è (lancinante, palpitante, acuto, ecc.).
Per quelli di voi che hanno partecipato ai corsi Communicating through Behaviors (= comunicare attraverso il comportamento) o altri programmi di formazione sulla demenza, potreste ricordare di aver sentito parlare di amnesia, afasia e aprassia, tre delle cinque A.
Durante gli stadi più avanzati della maggior parte delle demenze progressive, gli individui spesso perdono le abilità verbali (afasia), restando incapaci di recuperare le parole necessarie per dire al caregiver che hanno male.
L'amnesia potrebbe far loro dimenticare il dolore prima di trovare le parole per descriverlo.
E poi c'è l'agnosia, un sintomo complesso che porta all'incapacità di riconoscere i segnali dall'ambiente e dal proprio corpo. Potrebbero non riconoscere una posata o come usarla; potrebbero non riconoscere il tic-tac di un orologio; potrebbero non riconoscere i volti e potrebbero non riconoscere una vescica piena o i dolori al petto. Il cervello non può più integrare correttamente la percezione, la memoria e l'identificazione.
I caregiver devono essere consapevoli degli indizi non verbali che indicano che la persona cara è in difficoltà. Sta zoppicando? Magari si è slogato o contuso una caviglia o un ginocchio. Geme quando mangia o usa il bagno? Un dente malato, una protesi inadatta o la costipazione possono causare disagio.
Dobbiamo essere consapevoli che qualsiasi cambiamento improvviso nel comportamento è di solito causato da qualcosa di fisico. Informare il medico e nel frattempo cercare di mantenere la persona a proprio agio.
Fonte: Mary Chaput in Capital Gazette (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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